Camera

Cambiamenti climatici; disporre interventi concreti e promuoverne il contrasto nelle sedi internazionali

Data: 04/04/2019
Numero: 1-00164 / Mozione
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: 04/04/2019

La Camera, 

premesso che: 

non è più procrastinabile un efficace piano di interventi per contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici che, come denuncia da tempo la comunità scientifica, rappresenta un grave pericolo a livello mondiale: le temperature aumentano rispetto alle medie stagionali degli anni precedenti, i regimi delle precipitazioni atmosferiche si modificano, il conseguente scioglimento dei ghiacciai determina l'innalzamento del livello medio globale del mare; 

l'impatto e i fattori di vulnerabilità per la natura, per l'economia e per la salute variano a seconda delle regioni, dei territori e dei settori economici, ad ogni modo, le previsioni delineate sono decisamente critiche e preoccupanti; 

l'aumento delle concentrazioni di gas serra in atmosfera, dovuto alle emissioni, antropogeniche, è la maggiore causa dell'intensificazione dei fenomeni legati al cambiamento climatico, che è già in atto e continuerà nei prossimi decenni, incidendo sull'ambiente e la vivibilità dei territori; 

per contrastare il fenomeno in questione, oltre all'adozione di provvedimenti da parte delle istituzioni, a livello globale, è necessario che ogni individuo assuma consapevolezza dei gravi effetti del cambiamento climatico, affinché anche lo stile di vita complessivo dei gruppi sociali incominci a tendere concretamente a scelte più sostenibili, da un punto di vista ambientale; 

il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc), organismo delle Nazioni Unite che fornisce una valutazione scientifica sul cambiamento climatico e i suoi potenziali impatti ambientali e socio-economici, ha pubblicato, ad ottobre 2018, un report che mostra ai decisori politici la necessità di un'azione urgente per il clima, allo scopo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C. Il documento sollecita un'azione che acceleri la transizione verso un'economia a zero carbonio in tutti i settori: quello energetico, dei trasporti e alimentare. Ad oggi, l'impegno dei Governi per ridurre le emissioni di anidride carbonica non è stato sufficiente e continuare a rimandare adeguate iniziative, determinerà enormi impatti per gli ecosistemi e soluzioni future sempre più costose; 

il rapporto dell'Ipcc è stato commissionato dai Governi con l'Accordo sul clima di Parigi, raggiunto il 12 dicembre 2015, nell'ambito della COP21, che, dopo lunghissimi negoziati durati oltre un decennio, ha impegnato i 195 Stati sottoscrittori ad intraprendere misure per contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, con l'intento di mantenere una soglia entro l'1,5 °C. Mediante tale Accordo, inoltre, i Governi si sono impegnati ad individuare e attuare obiettivi di riduzione dei gas serra prodotti dalle attività umane: anidride carbonica in primo luogo, nonché metano e refrigeranti Hfc. Tuttavia, di fatto, l'Accordo di Parigi, è rimasto una dichiarazione di intenti, poiché il percorso di riduzione delle emissioni stenta a procedere, e, a distanza di più di tre anni, molti Stati si sono attivati con iniziative del tutto insufficienti; 

a dicembre 2018, si è tenuta a Katowice, in Polonia, la Conferenza delle Parti promossa dalle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP24). In tale sede sono state stabilite delle regole per mettere in pratica, entro il 2020, quanto deciso durante la conferenza sul clima di Parigi del 2015. Sul punto, è stato approvato il manuale operativo per l'attuazione dell'Accordo, il « rulebook », che ha stabilito, fra l'altro, l'utilizzo delle nuove linee guida con cui misurare le emissioni di anidride carbonica e valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico dei singoli Stati; in attuazione del regolamento (UE) 2018/1999 dell'11 dicembre 2018 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, l'Italia ha inviato alla Commissione europea, in data 8 gennaio 2019, la propria proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), elaborato dal Ministero dello sviluppo economico, in concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e quello delle infrastrutture e dei trasporti; 

il documento contiene gli obiettivi per l'energia e il clima che l'Italia si impegna a raggiungere entro il 2030 e sarà oggetto di discussione in sede europea nei prossimi mesi, per arrivare a una versione definitiva entro la fine del 2019; 

si ritiene che il piano sia carente e inadeguato rispetto a più profili. Al riguardo, considerando che il primo obiettivo che ogni Stato dovrebbe proporsi per la lotta ai cambiamenti climatici è una rapida transizione energetica, il Piano non appare efficace per svolgere tale compito, poiché non prevede un'apprezzabile espansione delle energie rinnovabili. In generale, è assente un approccio organico al tema dell'energia, rispetto al quale devono essere pienamente coinvolti tutti i livelli di governo: centrale, regionale e locale. In particolare, risulta assente una specifica attenzione alla riqualificazione energetica degli edifici, che necessiterebbe di un aumento delle risorse e di un riconoscimento strutturale alle relative misure; anche nel settore dei trasporti le politiche dei Pniec sono deludenti, eppure, proprio in tale ambito si riscontra un urgente necessità di intervento, considerando che il parco autoveicoli in Italia è fra i più obsoleti d'Europa e, dunque, caratterizzato da una forte produzione di emissioni; 

ed ancora, si rileva, che il Pniec individua un elenco articolato di misure da adottare, che, anche laddove possano apparire meritevoli, non sono suscettibili di un'adeguata valutazione in relazione agli obiettivi che si prefigge il Piano, poiché gli impatti attesi sono presentati per lo più in maniera aggregata ed in mancanza di una quantificazione di tutte le misure e delle relative coperture economiche quando necessarie; 

alla luce dello scenario fin qui delineato, dunque, si evince l'esigenza di adottare ulteriori e importanti provvedimenti affinché l'Italia assuma un ruolo primario nell'attuazione delle strategie volte alla mitigazione del fenomeno dei cambiamenti climatici; in questo quadro appare opportuna la candidatura dell'Italia ad ospitare la Conferenza delle parti (COP) del 2020, ritenuta cruciale per la piena operatività dell'accordo di Parigi del 2015 verso la riduzione delle emissioni di CO2 e la decarbonizzazione, per contenere nei 2 gradi l'aumento medio della temperatura globale entro fine secolo rispetto all'era preindustriale, 

impegna il Governo: 

1) a proporre e sostenere la candidatura dell'Italia quale Nazione ospitante della Conferenza delle parti – COP 26 nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, prevista per il 2020; 

2) ad assumere specifiche iniziative che favoriscano una fiscalità ambientale di vantaggio, al fine di incentivare la riconversione degli attuali sistemi energetici ed industriali verso modelli a basse emissioni; 

3) a promuovere iniziative volte a ridurre gli incentivi, rispetto all'uso di combustibili fossili; 

4) ad adottare iniziative che promuovano ogni forma di recupero dei rifiuti per produrre energia attraverso forme incentivanti, da riconoscere anche ai privati per favorire azioni virtuose di riciclo; 

5) a promuovere investimenti per supportare la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico, l'uso di biocombustibili di seconda e terza generazione, in modo da conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti; 

6) a promuovere politiche locali finalizzate alla riduzione di emissioni, tramite lo sviluppo del trasporto urbano a basso inquinamento, l'utilizzo di energie alternative e di una economia dei rifiuti e del riciclo; 

7) ad assumere iniziative per stabilizzare lo sgravio fiscale riconosciuto per gli interventi di riqualificazione energetica; 

8) a promuovere ogni utile iniziativa al fine di favorire la diffusione in agricoltura di attività che utilizzino le tecnologie più avanzate così da adattarla ai cambiamenti e agli eventi climatici estremi, migliorando le condizioni del suolo e delle acque, conservando la diversità biologica e utilizzando nuovi metodi produttivi più efficienti e meno inquinanti, proteggendo il suolo dal sovrasfruttamento e aumentando la capacità di stoccaggio di anidride carbonica dei terreni agricoli; 

9) a porre in essere misure urgenti per ridurre drasticamente l'uso della plastica a favore di altri materiali caratterizzati da un minore impatto ambientale; 

10) ad adottare iniziative di risanamento e tutela dell'ambiente marino attraverso il recupero di rifiuti solidi marini dispersi, anche avvalendosi degli imprenditori ittici, riconoscendo agli stessi degli incentivi, per conferire i rifiuti rinvenuti durante l'attività di pesca all'isola ecologica; 

11) ad assumere iniziative per favorire ulteriormente la diffusione e l'utilizzo di fonti rinnovabili presso gli edifici pubblici e privati; 

12) ad adottare iniziative per incentivare i sistemi di stoccaggio autonomo di energia; 

13) ad assumere iniziative finalizzate a promuovere l'educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado, affinché gli studenti possano comprendere la complessità delle relazioni tra natura e attività umane e tra risorse ereditate da risparmiare e da trasmettere alle future generazioni, allo scopo di educare a stili di vita e comportamenti corretti verso l'ambiente.

Mozione sottoscritta dai parlamentari: Lollobrigida, Meloni, Rizzetto, Foti, Butti, Trancassini, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rotelli, Silvestroni, Varchi, Zucconi.

Nella seduta del 4 aprile 2019 il testo della Mozione è stato modificato così come segue.

La Camera, 

premesso che:

non è più procrastinabile un efficace piano di interventi per contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici che, come denuncia da tempo la comunità scientifica, rappresenta un grave pericolo a livello mondiale: le temperature aumentano rispetto alle medie stagionali degli anni precedenti, i regimi delle precipitazioni atmosferiche si modificano, il conseguente scioglimento dei ghiacciai determina l'innalzamento del livello medio globale del mare; l'impatto e i fattori di vulnerabilità per la natura, per l'economia e per la salute variano a seconda delle regioni, dei territori e dei settori economici; 

ad ogni modo, le previsioni delineate sono decisamente critiche e preoccupanti; l'aumento delle concentrazioni di gas serra in atmosfera, dovuto alle emissioni antropogeniche, è la maggiore causa dell'intensificazione dei fenomeni legati al cambiamento climatico, che è già in atto e continuerà nei prossimi decenni, incidendo sull'ambiente e la vivibilità dei territori; per contrastare il fenomeno in questione, oltre all'adozione di provvedimenti da parte delle istituzioni, a livello globale, è necessario che ogni individuo assuma consapevolezza dei gravi effetti del cambiamento climatico, affinché anche lo stile di vita complessivo dei gruppi sociali incominci a tendere concretamente a scelte più sostenibili, da un punto di vista ambientale; 

il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc), organismo delle Nazioni Unite che fornisce una valutazione scientifica sul cambiamento climatico e i suoi potenziali impatti ambientali e socio-economici, ha pubblicato, ad ottobre 2018, un report che mostra ai decisori politici la necessità di un'azione urgente per il clima, allo scopo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 oC. Il documento sollecita un'azione che acceleri la transizione verso un'economia a zero carbonio in tutti i settori: quello energetico, dei trasporti e alimentare. Ad oggi, l'impegno dei governi per ridurre le emissioni di anidride carbonica non è stato sufficiente e continuare a rimandare adeguate iniziative, determinerà enormi impatti per gli ecosistemi e soluzioni future sempre più costose; 

il rapporto dell'Ipcc è stato commissionato dai governi con l'Accordo sul clima di Parigi, raggiunto il 12 dicembre 2015, nell'ambito della COP21, che, dopo lunghissimi negoziati durati oltre un decennio, ha impegnato i 195 Stati sottoscrittori ad intraprendere misure per contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto di 2 oC rispetto ai livelli pre-industriali, con l'intento di mantenere una soglia entro l'1,5 oC. Mediante tale Accordo, inoltre, i governi si sono impegnati ad individuare ed attuare obiettivi di riduzione dei gas serra prodotti dalle attività umane: anidride carbonica in primo luogo, nonché metano e refrigeranti Hfc. Tuttavia, di fatto, l'Accordo di Parigi, è rimasto una dichiarazione di intenti, poiché il percorso di riduzione delle emissioni stenta a procedere, e, a distanza di più di tre anni, molti Stati si sono attivati con iniziative del tutto insufficienti; a dicembre 2018, si è tenuta a Katowice, in Polonia, la Conferenza delle Parti promossa dalle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP24). In tale sede sono state stabilite delle regole per mettere in pratica, entro il 2020, quanto deciso durante la conferenza sul clima di Parigi del 2015. Sul punto, è stato approvato il manuale operativo per l'attuazione dell'Accordo, il « rulebook » che ha stabilito, fra l'altro, l'utilizzo delle nuove linee guida con cui misurare le emissioni di anidride carbonica e valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico dei singoli Stati; 

in attuazione del regolamento (UE) 2018/1999 dell'11 dicembre 2018 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, l'Italia ha inviato alla Commissione europea, in data 8 gennaio 2019, la propria proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), elaborato dal Ministero dello sviluppo economico, in concerto con il Ministero dell'ambiente e quello dei trasporti; il documento contiene gli obiettivi per l'energia e il clima che l'Italia si impegna a raggiungere entro il 2030 e sarà oggetto di discussione in sede europea nei prossimi mesi, per arrivare a una versione definitiva entro la fine del 2019; 

alla luce dello scenario fin qui delineato, dunque, si evince l'esigenza che l'Italia assuma un ruolo primario nell'attuazione delle strategie volte alla mitigazione del fenomeno dei cambiamenti climatici; in questo quadro appare opportuno la candidatura dell'Italia ad ospitare la Conferenza delle parti (COP) del 2020, ritenuta cruciale per la piena operatività dell'accordo di Parigi del 2015 verso la riduzione delle emissioni di CO2 e la decarbonizzazione, per contenere nei 2 gradi l'aumento medio della temperatura globale entro fine secolo rispetto all'era preindustriale, 

impegna il Governo: 

1) a proporre e sostenere la candidatura dell'Italia quale Nazione ospitante della Conferenza delle parti – COP 26 nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, prevista per il 2020; 

2) ad assumere specifiche iniziative che favoriscano una fiscalità ambientale di vantaggio, al fine di incentivare la riconversione degli attuali sistemi energetici ed industriali verso modelli a basse emissioni; 

3) a promuovere iniziative volte a ridurre gli incentivi, rispetto all'uso di combustibili fossili; 

4) a promuovere investimenti per supportare la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico, l'uso di biocombustibili di seconda e terza generazione, in modo da conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti; 

5) a promuovere politiche locali finalizzate alla riduzione di emissioni, tramite lo sviluppo del trasporto urbano a basso inquinamento, l'utilizzo di energie alternative e di una economia dei rifiuti e del riciclo; 

6) ad assumere iniziative per stabilizzare lo sgravio fiscale riconosciuto per gli interventi di riqualificazione energetica; 

7) a promuovere ogni ulteriore iniziativa in tema di benessere animale e buone condizioni agronomiche e ambientali dei terreni, al fine di favorire l'utilizzo di nuovi metodi produttivi più efficienti e meno inquinanti, proteggendo il suolo dal sovrasfruttamento e aumentando la capacità di stoccaggio di anidride carbonica dei terreni agricoli; 

8) a porre in essere misure urgenti per ridurre drasticamente l'uso della plastica a favore di altri materiali caratterizzati da un minore impatto ambientale; 

9) ad adottare iniziative di risanamento e tutela dell'ambiente marino attraverso il recupero di rifiuti solidi marini dispersi, anche avvalendosi degli imprenditori ittici, riconoscendo agli stessi degli incentivi, per conferire i rifiuti rinvenuti durante l'attività di pesca all'isola ecologica; 

10) ad assumere iniziative per favorire ulteriormente la diffusione e l'utilizzo di fonti rinnovabili presso gli edifici pubblici e privati; 

11) ad adottare iniziative per incentivare i sistemi di stoccaggio autonomo di energia; 

12) ad assumere iniziative finalizzate a promuovere l'educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado, affinché gli studenti possano comprendere la complessità delle relazioni tra natura e attività umane e tra risorse ereditate da risparmiare e da trasmettere alle future generazioni, allo scopo di educare a stili di vita e comportamenti corretti verso l'ambiente.

La Mozione, così come riformulata e stante il parere favorevole del Governo, è stata approvata nella seduta del 4 aprile 2019.

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

...
SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Infine, abbiamo l'ultima mozione, Lollobrigida ed altri n. 1-00164, in cui la premessa che inizia con le parole: "si ritiene che il piano sia carente e inadeguato rispetto a più profili" e termina con le parole: "relative misure" è da eliminare. Poi abbiamo il capoverso che inizia con le parole: "anche nel settori dei trasporti le politiche del PNIEC sono deludenti, eppure" e termina con la parola: "emissioni". Tale capoverso è da eliminare. Il capoverso che inizia con le parole: "ed ancora, si rileva, che il PNIEC" e termina con le parole: "quando necessarie" è da eliminare. Il capoverso della premessa che inizia con le parole: "alla luce dello scenario fin qui delineato" e termina con la parola: "climatici" è da riformulare nel seguente modo: "alla luce dello scenario fin qui delineato, dunque, si evince l'esigenza che l'Italia assuma un ruolo primario nell'attuazione delle strategie volte alla mitigazione del fenomeno dei cambiamenti". Il quarto capoverso degli impegni, che inizia con le parole: "ad adottare iniziative che promuovano" e termina con le parole: "virtuose di riciclo", non è accoglibile. L'ottavo capoverso degli impegni, che inizia con le parole: "a promuovere ogni utile iniziativa", è accoglibile con la seguente riformulazione: "a promuovere ogni ulteriore iniziativa in tema di benessere animale e buone condizioni agronomiche e ambientali di terreni al fine di favorire l'utilizzo di nuovi metodi produttivi più efficienti e meno inquinanti, proteggendo il suolo dal sovrasfruttamento e aumentando la capacità di stoccaggio di anidride carbonica dei terreni agricoli". La ringrazio, Presidente.

...
WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, buongiorno sottosegretario, l'Organizzazione mondiale per la sanità stabilisce che, entro il 2030, ci sarà una morte certa per circa 250 mila persone all'anno dovuta ai cosiddetti cambiamenti climatici. Questo dovrebbe essere già un dato, sottosegretario, che ci permette di affermare con forza che è ora di smetterla con le parole ed è l'ora giusta di passare ai fatti. I cambiamenti climatici a questo punto sono, sotto un certo punto di vista, fortunatamente considerati, perché, sino a qualche anno fa, probabilmente non era così, un grave pericolo a livello mondiale; tra l'altro, le previsioni delineate dai più importanti istituti sono decisamente preoccupanti rispetto a questo tema, oserei dire critiche. Parliamo di temperature che aumentano continuamente, parliamo di regimi rispetto alle precipitazioni atmosferiche che vengono e sono modificate di anno in anno, ne parlava prima la collega Lorenzin, parliamo di conseguente scioglimento dei ghiacciai, determinando chiaramente un innalzamento del livello medio, a livello mondiale, del nostro mare. Tra l'altro e purtroppo, e peggio ci sentiamo, l'aumento dei gas serra in atmosfera è dovuto di fatto a emissioni antropogeniche, quindi di fatto causate dall'uomo e da quello che l'uomo evidentemente sta portando avanti in termini di scellerate politiche nei confronti dell'ambiente. Il vero punto di svolta e la vera chiave di svolta rispetto a questo tipo di iniziative non sta, secondo me, tanto nella collettività. È molto difficile far capire all'intera collettività quanto evidentemente stiamo vivendo, ma ogni individuo, attraverso anche un'azione forte della politica, dovrebbe quantomeno assumersi la consapevolezza di gravi effetti rispetto al cambiamento climatico, affinché cambi e venga ad essere declinato in modo migliore lo stesso stile di vita complessivo dei gruppi sociali, dei popoli, fondamentalmente, per applicare ed andare incontro a scelte concretamente più sostenibili da un punto di vista ambientale. Tra l'altro, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite va a sottolineare che, e lo ha sottolineato più volte, si necessita di un'azione veramente molto urgente per il clima allo scopo di mantenere entro un grado e mezzo nei prossimi anni, come lei sa, il riscaldamento globale. Serve andare evidentemente verso un'economia a zero carbonio in tutti i settori, i più importanti, i settori più energivori; in questo senso, sono il settore energetico, dei trasporti e quello alimentare. Ora, rispetto al nostro atto presentato, noi andiamo a parlare di questi temi: in primis del necessario ridimensionamento della cosiddetta anidride carbonica, nonché metano, nonché anche, ad esempio - in pochi ne stanno parlando negli ultimi tempi - dei gas refrigeranti HFC; anche questi, evidentemente, svolgono purtroppo il loro compito. A dicembre 2018 - lo citava anche lei nel suo intervento o per lo meno rileggendo degli interventi dei colleghi - a Katowice, in Polonia, si è tenuta una grande riunione rispetto ai cambiamenti climatici. In tale sede sono state stabilite, di fatto, le cosiddette regole per mettere in pratica entro il 2020 quanto si è deciso durante la Conferenza del clima di Parigi del 2015. Sul cosiddetto Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, già citato, io non posso far altro che sottolineare quanto è stato già ricordato in quest'Aula: non fa nessun passo avanti rispetto alla strategia energetica nazionale allora voluta dall'ex Ministro Calenda. Perché? Perché non c'è nulla di più, anzi qualcosa c'è in meno, rispetto alle energie rinnovabili, rispetto alla plastica e all'abuso di plastica, rispetto ai rifiuti. Di fatto, è assente un approccio organico al tema dell'energia rispetto al quale devono essere ampiamente, secondo noi, coinvolti tutti i livelli di governo, il livello centrale, il livello regionale ed il livello locale, che sono stati evidentemente dimenticati. Ora, sottosegretario, io non penso sia utile ritornare a quanto abbiamo vissuto rispetto ad anni passati, che poteva essere considerato, ad esempio, nei confronti delle energie rinnovabili, una sorta di metadone di Stato. Lei sa perfettamente che, in pancia a molte energie rinnovabili e in quel settore di mercato, forse ad un certo punto è stato fatto anche troppo - lo ripeto - in termini di incentivi ed in termini di metadone, sotto questo punto di vista. Perché? Perché, ad un certo punto, laddove nasce il vero risparmio energetico - e non sono sicuramente i campi fotovoltaici, ma è la privata abitazione - , quando abituiamo le persone a dotarsi di energie rinnovabili, solo e soltanto quando ci sono degli incentivi molto ampi, ebbene è altrettanto chiaro che, quando questi incentivi, Presidente, vengono a decadere, quello è un mercato che evidentemente si ferma. Bastano le cosiddette detrazioni fiscali rispetto alla riqualificazione energetica degli edifici? Potrebbero essere - anzi sono sicuramente una buona cosa - ma non bastano, non bastano perché ad esempio - io ne sono assolutamente convinto - il tema delle detrazioni fiscali ritengo debba essere reso strutturale, invece - come lei sa - è rinnovato di anno in anno in sede di legge di stabilità. Tra l'altro, addirittura, per le persone e per le famiglie che hanno, in termini di tasse pagate allo Stato, un determinato cumulo, le cosiddette detrazioni dovrebbero essere addirittura modulari, ovvero, se una famiglia o una persona ha la possibilità di detrarre in meno di dieci anni o in meno di cinque anni, facciamoglielo fare. Ecco, io penso che questo potrebbe essere, oltre alla strutturalità, rispetto all'intervento, un buon inizio per poter vedere effettivamente un rifiorire rispetto a questo mercato, che tra l'altro aveva impiegato moltissimi addetti, ma che molto spesso sono anche andati a casa per mancanza di lavoro. Chiediamo quindi, con il nostro atto parlamentare, che questo tipo di impostazione venga portato avanti in modo importante dal Governo e che si facciano dei passi avanti. Per adesso non ne vediamo. Ho ascoltato giustamente - e voglio sottolineare alcuni passaggi rispetto al ciclo dei rifiuti - e ho visto purtroppo che il Governo ha bocciato un punto fondamentale del nostro atto parlamentare: provvedere ad ogni forma di recupero dei rifiuti per produrre energia, attraverso forme incentivanti. Con questo non voglio dire che debbono essere creati e costruiti termovalorizzatori ovunque - è esattamente il contrario - ma in realtà noi in questo momento abbiamo (e guardiamo forse a distanza) delle buone pratiche già esistenti rispetto alla termovalorizzazione fatta bene, che potrebbe addirittura, in concerto con altri sistemi, portare un beneficio. Ci sono dei Paesi che addirittura non pagano neanche più il riscaldamento perché un termovalorizzatore che funziona bene e inquina poco (quello, non altri sicuramente) riesce a far applicare loro uno sconto piuttosto importante rispetto ad un mercato che dovrebbe essere - lo ripeto – incentivato in modo intelligente. Rispetto ai punti della nostra mozione noi chiediamo, chiederemo e continueremo a chiedere una fiscalità ambientale di vantaggio rispetto alla riconversione degli attuali sistemi energetici ed industriali. Rendiamoci conto, sottosegretario, che ad oggi in Italia esistono ancora famiglie che hanno la caldaia a gasolio, perché magari vivono in una zona non raggiunta dal metano, in cui non si riesce ad approvvigionarsi di altre energie. Ricordiamo che ci sono molti siti produttivi, con fabbriche e industrie, che devono essere riqualificati da molti e molti anni però sono fermi perché mancano da parte statale e da parte anche imprenditoriale i fondi per poter effettuare le bonifiche. Dopodiché chiudo, sottosegretario, rispetto ad un tema che ci sta e mi sta particolarmente a cuore, anche sulla base e sulla scorta di quanto il Ministro dell'ambiente aveva già affermato, quello della plastica. Ecco, dobbiamo fare evidentemente un passo avanti rispetto alla plastica: bene il Ministro Costa, quando parlò di aiuti per il recupero della plastica; la nostra proposta di legge già depositata parla di un aiuto, ad esempio, rispetto al recupero della plastica in mare, grazie anche alle flotte dei pescherecci. È chiaro che per queste persone, la plastica è considerata, come lei sa, rifiuto speciale e quindi per il conferimento addirittura devono pagare qualcosa; ecco noi dovremmo incentivare le flotte dei pescherecci affinché, quando sono in fermo pesca, vadano effettivamente a fare gli "spazzini del mare", dando un incentivo importante al lavoro di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Abbiamo bisogno, sottosegretario, ora come non mai – concludo, Presidente - di poche parole, ma soprattutto di progetti per risollevare quello che soprattutto lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti. Voteremo a favore delle mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

...
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00164, per le parti non assorbite, come riformulata su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Dichiaro chiusa la votazione. La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

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