Camera

Odg: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 - Sostenere la ripresa del settore immobiliare

Data: 29/12/2018
Numero: 9/1334-B/12. / Ordine del giorno
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: 30/12/2018

La Camera, 

premesso che: 

il disegno di legge in esame non rappresenta un'inversione di tendenza rispetto alla pesante pressione fiscale che grava sul settore immobiliare nella misura complessiva di 50 miliardi di euro all'anno; 

con l'incremento dei moltiplicatori catastali, voluto nel 2011 dal Governo Monti, il carico tributario locale è passato dai 9 miliardi delfici ai 21 miliardi dell'IMU: tuttavia, ben poco di concreto è stato fatto al riguardo dai Governi che si sono succeduti per ridurne il peso; 

se, dunque, quella del Governo Monti risulta essere stata una scelta del tutto sbagliata, l'avere mantenuto inalterata la pressione fiscale immobiliare costituisce una diabolica perseveranza da parte dei Governi Letta, Renzi (che, per altro, esentò dall'Imu la prima casa), Gentiloni e – oggi – Conte; 

gli effetti negativi che ha avuto l'aumento della pressione fiscale sia sugli immobili, sia sul settore delle costruzioni, sia su quello delle locazioni, sia – infine – sulle famiglie, è sotto gli occhi di tutti; 

vi è un dato al riguardo che appare sintomatico della crisi in cui versa il settore ed è quello relativo agli immobili ridotti in ruderi che rispetto a quelli del 2011 sono raddoppiati; 

non si deve neppure dimenticare che ci sono in Italia oltre 500.000 case costruite e non consegnate sia per il fallimento delle società edili, sia per la frenata del mercato. Dette abitazioni fanno in fretta, in assenza di adeguata manutenzione, a diventare fatiscenti, come del resto è già per la maggiore parte dell'usato messo in vendita; 

il numero degli occupati ridottosi, negli anni della crisi, di oltre 500.000 unità e le migliaia di imprese che hanno cessato l'attività attestano in quale drammatico stato versa il settore dell'edilizia; 

i dati forniti per il 2017 dal Consiglio Nazionale del Notariato ci dicono che il valore medio relativo alla compravendita dei fabbricati è diminuito di quasi il 15 per cento. Un dato che non può certo essere compensato da quello relativo al parziale recupero nel numero di compravendite, che più correttamente dovrebbero essere chiamate svendite; 

il disegno di legge in esame non introduce una nuova imposta patrimoniale, ma mantiene in vigore a tutti gli effetti quella introdotta – come detto – nel 2011: un'imposta che costa ai proprietari svariati miliardi di euro, ha nei fatti distrutto il risparmio immobiliare e provocato disastrosi effetti a catena su imprese, lavoro, consumi; 

il disegno di legge in esame introduce la cedolare secca per le locazioni commerciali (ancorché limitate nel tempo e nello spazio) ma nulla dispone in ordine all'auspicata stabilizzazione della stessa sia per gli immobili ad uso abitativo, sia per quelli ad uso commerciale, una misura quest'ultima indispensabile per impedire la desertificazione di vaste aree delle città, a partire dai centri storici, in cui il cartello prevalentemente esposto reca la scritta « affittasi ». Non solo, ma neppure viene dato un minimo segnale ad un mercato immobiliare oramai asfittico eliminando – ad esempio – l'IMU oggi pretesa per i negozi, i capannoni e gli appartamenti in cui non risultano più allacciate le utenze; 

risulta fondamentale stabilizzare, altresì, gli incentivi statali vigenti per gli interventi di manutenzione, riqualificazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico del patrimonio edilizio. E, sempre in tema di incentivi, se ne dovrebbero introdurre di fiscali per le permute immobiliari; 

nel disegno di legge in esame non risulta riproposta la norma che, « al fine di contenere il livello complessivo della pressione tributaria », vietava a regioni ed Enti locali di « deliberare aumenti dei tributi nonché delle addizionali ad essi attribuiti con legge dello Stato ». Lo sblocco dei predetti aumenti assentito dal Governo mette a rischio, fra l'altro, il comparto dei contratti di locazione abitativa cosiddetti « concordati » – quelli, cioè, il cui canone è calmierato dagli accordi fra le organizzazioni dei proprietari e degli inquilini – rispetto ai quali, dal 2012, la tassazione locale si è addirittura quadruplicata, con l'Imu e poi con la Tasi, tant'è che, per limitare il danno, è stata ridotta l'aliquota della cedolare (al 10 per cento fino alla fine del 2019), 

impegna il Governo

ad assumere, se del caso anche con successivi provvedimenti di carattere normativo, idonee iniziative volte a favorire la ripresa nel settore immobiliare che, da sempre, rappresenta un comparto fondamentale per la crescita del prodotto interno lordo, dell'occupazione e del benessere degli Italiani.

Ordine del giorno sottoscritto dai parlamentari: Foti, Butti, Trancassini, Osnato, Donzelli, Caretta, Ciaburro, Prisco, Lollobrigida, Varchi, Mollicone.

Nella seduta del 30 dicembre 2018, nonostante la disponibilità del Governo ad accettare l'Ordine del giorno come raccomandazione, su insistenza dei presentatori l'Ordine del giorno è stato messo in votazione e respinto dalla Camera. 

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334- B/12. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia non si può esimere dal rilevare che in questa discussione sulla legge di bilancio vi è un convitato di pietra che si chiama mercato immobiliare, un mercato e un comparto che contribuisce per 50 miliardi di euro, tra dirette e indirette imposte, alla legge di bilancio in esame e che, purtuttavia, viene totalmente trascurato dalla legge di bilancio stessa. Vogliamo qui ricordare che la tassazione immobiliare è aumentata in modo spropositato dal 2011 quando, con il Governo Monti, vennero modificati in aumento i moltiplicatori catastali: l'IMU è passata, da quell'anno, da 9 a 21 miliardi di euro; un'entrata che, contestata allora dalle opposizioni, è stata poi confermata da tutti i Governi successivi: quello Letta, quello Renzi, quello Gentiloni e oggi dal Governo Conte. I risultati di questa dissennata politica sono sotto gli occhi di tutti: gli immobili ridotti in ruderi, in una nazione che comunque è una delle potenze industriali più importanti del mondo, dal 2011 ad oggi, sono raddoppiati. Nell'indifferenza generale, abbiamo oltre mezzo milione di immobili che non sono stati conclusi, per il semplice motivo che le imprese che li dovevano costruire sono fallite. La bolla immobiliare americana ha prodotto effetti devastanti in Italia, dove il mercato immobiliare, invece, era in equilibrio. I risultati di non avere voluto affrontare la crisi sono nefasti e sono sotto gli occhi di tutti: 500 mila posti di lavoro sono stati persi negli ultimi sette anni nel settore dell'edilizia; il valore delle compravendite - che meglio dovremmo definire svendite - degli immobili è crollato del 30 e 40 per cento. Una situazione che meritava - questa sì - una scossa, perché il mercato immobiliare è un mercato che contribuisce per oltre il 20 per cento al prodotto interno lordo annuo. Siamo in presenza, inoltre, di un mercato dell'affitto asfittico. La cedolare secca che oggi viene introdotta per le locazioni commerciali non è una cedolare secca che entra in vigore a partire dal 2019, ma che varrà solo per il 2019. Gli incentivi per la riqualificazione, la manutenzione, l'efficientamento energetico non sono stati stabilizzati e vengono riproposti solo per un anno. Addirittura, si lascia mano libera agli enti locali di poter aumentare nuovamente la tassazione, sia quella sull'IMU, sia quella sull'IRPEF; quest'ultima, tra l'altro, si abbatterà sui contratti concordati, che sono gli unici contratti d'affitto che vengono proposti sia dall'associazione degli inquilini, che da quella dei proprietari immobiliari, che cercano di trovare un punto di equilibrio per favorire il mercato dell'affitto, contratti concordati che, dal 2012 ad oggi, hanno avuto un aumento di oltre il 400 per cento di tassazione. Allora, noi chiediamo al Governo che, se nella finanziaria di oggi non si è minimamente occupato del mercato immobiliare, dal 1° gennaio vi metta la testa, faccia qualche provvedimento, perché così non si può andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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