Camera

'Via della Seta', accordo Cina-Italia; prevedere specifiche salvaguardie per l'interesse nazionale

Data: 19/03/2019
Numero: 6-00064 / Risoluzione
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: -

La Camera, 

udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in relazione al Documento di intesa tra il Governo della Repubblica popolare cinese sulla collaborazione all'interno del progetto economico « Via della Seta » 

premesso che: 

il Governo intende sottoscrivere il memorandum d'intesa con la Cina in occasione della visita in Italia del Presidente cinese Xi Jinping; 

il testo dell'accordo, nonostante la svolta epocale che sottende in termini commerciali e industriali, è stato tardivamente reso pubblico con grave compromissione della possibilità di una seria ed articolata discussione politica; 

il memorandum, noto come « memorandum of understanding » (MOU) è un accordo che prevede sei settori di cooperazione fra Italia e Cina, supportati dalla Aiib, la Banca per gli investimenti asiatica: trasporti e infrastrutture, sfocianti in progetti comuni come « strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia – tra cui fonti rinnovabili e gas naturale – e telecomunicazioni »; 

commercio e investimenti, al fine di accrescere investimenti e flussi di commercio in entrambe le direzioni, così come la collaborazione industriale bilaterale, ribadendo la comune volontà di favorire un sistema commerciale e di investimenti libero ed aperto e di contrastare il protezionismo; 

collaborazione finanziaria, favorendo sinergie fra le istituzioni dei due Paesi o finanziando congiuntamente progetti in Italia e all'estero; 

collaborazione culturale, universitaria e in ambito Unesco, ipotizzando gemellaggi fra i siti Unesco dei rispettivi Paesi;

cooperazione allo sviluppo ecosostenibile, con politiche congiunte o comuni nel settore della protezione ambientale e dei cambiamenti climatici; 

il testo dell'accordo è frutto di una serie di incontri a partire dallo scorso anno che hanno coinvolto il Ministro dello sviluppo economico, il Sottosegretario allo sviluppo economico Geraci e il Presidente del Consiglio; 

il testo è stato oggetto di frizioni in seno alla maggioranza e solo in dirittura di arrivo il Ministro Salvini ha assicurato l'appoggio di Lega, avendo in precedenza criticato il memorandum sino a giungere a paventare scenari da « colonia » per l'Italia; 

il dossier internazionale per la stesura del testo è stato particolarmente seguito dal Sottosegretario Michele Geraci che da sempre sostiene la necessità di una maggiore interazione commerciale, industriale e finanziaria con la Cina; 

il sottosegretario Geraci conosce profondamente la Cina per aver lavorato come docente in alcune Università cinesi, per aver costituito la cosiddetta « Task Force Cina » e per aver assunto Lingjia Chen, 26 anni, nel suo staff personale di stanza a Shanghai presso l'ICE; 

il sottosegretario Geraci ha dunque intessuto i rapporti che hanno condotto al presente memorandum, accompagnando i passi delle strategiche scelte italiane prodromiche alla firma; 

si ricorda in particolare che, nel corso dello scorso anno, il Governo Italiano aveva già attivato intese interlocuzioni con il Governo cinese e lo scorso agosto lo stesso Ministro dell'economia Tria si era recato in Cina, non solo per affrontare i temi di investimenti che sono oggi oggetto del memorandum, ma anche per verificare l'interesse cinese per i titoli di stato italiani; 

il 9 novembre 2018 sempre il Sottosegretario Geraci, in sede europea, ha dato atto del cambio di rotta del Governo Italiano in ordine al provvedimento di screening sugli investimenti esteri che prevedeva l'obbligo per ogni Stato membro che riceveva un'offerta di acquisto per gli asset strategici da parte di un'impresa di Stato o azienda privata con sede in Stati non appartenenti alla UE, di informare la Commissione europea, con il chiaro fine di contrastare lo shopping industriale negli asset da strategici da potenze extraeuropee; 

il 5 marzo 2019 il Consiglio europeo ha dunque approvato il regolamento sullo screening europeo con l'astensione dell'Italia; 

il memorandum è stato dunque a lungo preparato dal Governo italiano, pur non essendo mancate notevoli frizioni in seno alla maggioranza, come già sopra ricordato;

nonostante la lunga e articolata preparazione, le fitte interlocuzioni in diversi ambiti e coinvolgenti diversi Ministeri, le prodromiche posizioni assunte in sede europea al fine di pervenire alla firma del memorandum, il contenuto dello stesso è stato mantenuto ad un livello di riservatezza che ha reso impossibile un approfondito dibattito sul suo contenuto che potrebbe profilarsi come epocale nei rapporti fra Cina e Italia; 

i livelli di cooperazione coinvolgono settori ed asset strategici quali le infrastrutture e delicati, anche per la sicurezza nazionale, quali le telecomunicazioni; 

i livelli di cooperazione coinvolgono anche gli scambi commerciali e industriali; in particolare le infrastrutture strategiche, quali i porti, sono a pieno titolo inserite nel presente memorandum; 

nondimeno il tema delle telecomunicazioni, con tutto ciò che comporta la tecnologia 5G in termini di sicurezza nazionale, è oggetto del presente memorandum; 

in particolare questo ultimo aspetto delle telecomunicazioni in relazione alle nuove tecnologie 5G è stato oggetto di attenzione di diversi Stati nazionali che hanno assunto un atteggiamento opportunamente improntato a precauzione e cautela nei bandi per le infrastrutture 5G; 

il memorandum interviene anche sugli scambi commerciali e sugli scambi industriali; 

è pur vero che i rapporti commerciali tra Cina e Occidente sono consolidati da tempo e coinvolgono negli scambi commerciali gli Stati Uniti con un interscambio di oltre 600 miliardi di dollari e la Germania con interscambi di circa 2.000 miliardi di dollari; 

allo stesso modo non può essere sottaciuto che 13 Stati europei hanno già firmato memorandum di intesa con la Cina; 

per quanto quindi il memorandum Italia- Cina non rappresenti una anomalia nel panorama europeo e occidentale, Fratelli d'Italia ritiene necessario stabilire chiare garanzie a tutela della sicurezza, della produzione e dell'interesse nazionale, 

impegna il Governo

1) a tutelare, nell'ambito del cosiddetto M.O.U., la produzione e il mercato interno da eventuali pratiche sleali di concorrenza, attivandosi, sin d'ora, perché sia data piena applicazione, nell'ambito dei rapporti scaturenti dalla firma del memorandum, alle misure di difesa commerciale previste dalla normativa comunitaria: 

a) misure Anti-dumping, di cui al regolamento (UE) 1036 del 2016, applicate principalmente nei confronti di importazioni effettuate sul mercato comunitario da parte di imprese di Paesi terzi che vendono sul mercato europeo prodotti a prezzi inferiori al prezzo di vendita sul mercato d'origine della merce; 
b) misure Anti-sovvenzione, di cui al regolamento (UE) 1037 del 2016, applicate nei confronti di importazioni che godono di aiuti e sovvenzioni statali concessi dai Governi alle proprie imprese; 
c) misure di Salvaguardia, di cui ai regolamenti (UE) 478 del 2015 e 755 del 2015, destinate a tutelare il mercato e le imprese comunitarie da sensibili alterazioni dei flussi commerciali che minacciano e danneggiano il sistema produttivo dell'Unione europea; 

2) ad attivarsi in ogni caso per proteggere, nell'ambito degli scambi scaturenti dal memorandum, il mercato interno dalla introduzione di beni e servizi che, non rispettando standard minimi di livello salariale, di tutela del lavoratore e sicurezza sul lavoro, nonché norme di tutela ambientale, potrebbero configurare una concorrenza sleale e conseguenzialmente mettere in crisi la produzione nazionale, spingendo verso il basso il livello complessivo dei salari e di protezione sociale; 

3) a rivedere la posizione sul provvedimento relativo allo screening degli investimenti esteri in Europa e in Italia, in particolare in relazione alle infrastrutture strategiche, sottoscrivendolo immediatamente e in ogni caso attivando un meccanismo italiano, altrettanto stringente, di screening su eventuali investimenti cinesi sulle infrastrutture strategiche in relazione al M.O.U.; 

4) a tutelare le infrastrutture strategiche, escludendo espressamente la vendita della proprietà delle stesse e introducendo apposita « clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale » in qualsivoglia concessione delle stesse; 

5) a introdurre in ogni caso di concessione della gestione delle infrastrutture scaturenti eventualmente dal memorandum in esame la clausola della golden share in forza del quale uno Stato, durante o a seguito di un processo di privatizzazione, totale o parziale, di un'azienda pubblica, si riserva dei poteri speciali, indipendentemente dall'effettivo numero di azioni da esso possedute; 

6) ad escludere dal memorandum la possibilità di cessione della proprietà o anche solo della gestione di società operanti in ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni e delle telecomunicazioni; 

7) a ridefinire ed allargare l'insieme delle aziende ritenute strategiche, non ricomprendendo solo quelle appartenenti a settori strategici ma allargandolo alle aziende con determinati livelli di fatturato che, una volta acquisite da entità non italiane, potrebbero essere delocalizzate in altre nazioni arrecando grave danno all'economia ed all'occupazione italiana; 

8) ad inserire nell'attuale normativa un obbligo di assenso preventivo da parte dello Stato Italiano, da rilasciarsi con tempistiche massime di 30 giorni, all'avvio di trattative riguardanti le cessioni toto od in parte, di aziende dei settori ritenuti strategici, nell'ambito degli scambi commerciali e industriali previsti dal M.O.U.; 

9) a prevedere che Aiib, la Banca per gli investimenti asiatica e il sistema bancario italiano segnalino preventivamente al Governo le criticità finanziarie, anche in prospettiva, riguardanti le aziende appartenenti a settori strategici coinvolte negli accordi di cooperazione commerciale e industriale del M.O.U.; 

10) ad obbligare le aziende italiane appartenenti a settori strategici e tutte quelle appartenenti al settore bancario, finanziario, assicurativo e di telecomunicazioni, ad avere management esclusivamente italiano ai vertici; 

11) a prevedere strumenti economici e giuridici volti a rafforzare il contrasto nei confronti di investimenti stranieri coinvolti nel M.O.U. e volti eventualmente a depauperare il nostro patrimonio aziendale ancor più se considerato strategico; 

12) a prevedere, negli accordi scaturenti dal M.O.U., iniziative volte a scongiurare eventuali « scalate » a danno dei nostri principali asset strategici, per il tramite della acquisizione della proprietà delle stesse o anche della esclusiva gestione delle stesse; 

13) ad attivare, nell'ambito del M.O.U. e degli eventuali successivi accordi e iniziative ad esso riconducibili, strumenti economici, giuridici, scambi di informazioni, diffusione e valorizzazione di prassi commerciali e industriali volte al contrasto dell'evasione, della contraffazione e dell'illegalità commerciale di qualsivoglia azienda con sede in Italia e a gestione cinese; 

14) ad escludere tassativamente dal memorandum il settore strategico delle telecomunicazioni in relazione alla tecnologia 5G sino a completa ed esaustiva istruttoria dei nostri servizi segreti che possa escludere qualsivoglia rischio per la sicurezza nazionale e per lo spionaggio politico e industriale.

Risoluzione sottoscritta dai parlamentari: Lollobrigida, Meloni, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Butti, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi. 

Nella seduta del 19 marzo 2019, stante il parere contrario del Governo, la Camera ha respinto la Risoluzione.

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2019. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in relazione al Documento di intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare cinese sulla collaborazione all'interno del progetto economico "Via della Seta" e dell'iniziativa per le vie marittime del XXI secolo (Discussione congiunta)

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PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fidanza. Ne ha facoltà. 

CARLO FIDANZA (FDI). Signor Presidente del Consiglio, questa è la prima volta che lei viene in quest'Aula a riferire anche nel suo ruolo di Ministro per le Politiche europee; e ci permetta, non possiamo fare a meno di sottolineare che l'avvicendamento in questo ruolo tra il Ministro Savona e lei non fa che affievolire ulteriormente il tasso di sovranismo del suo Governo, visto che tanto il sovranismo è stato evocato. Avevamo avuto già molti segnali dell'atteggiamento gattopardesco del suo Governo verso l'Europa: tutto cambi perché nulla cambi; grandi proclami su un'Italia finalmente protagonista, che si sarebbe fatta rispettare in Europa, ed invece alla prova dei fatti, se si esclude un cambio di passo per noi ancora insufficiente sull'immigrazione, c'è una sostanziale continuità con le posizioni assunte nel corso degli anni dai Governi del PD su tutti i principali dossier della politica europea. A conferma di ciò, lei oggi ha ritenuto, non solo di partecipare naturalmente a questo dibattito, ma anche di affidare alle colonne de la Repubblica una lettera sull'Europa: contenuto e contenitore, appunto la Repubblica, rassicuranti per chi legge queste cose, alla faccia dello scatto d'orgoglio. In questa sua dissertazione, così come nel suo intervento di poco fa, lei si è tenuto accuratamente alla larga da ogni questione di merito, non ha mai preso un impegno che sia uno, una posizione puntuale di cui poi debba rendere conto. Parlate di crescita, ma in Europa vi guardate bene dal mettere in discussione la gabbia di regole improntate alla più rigida austerità che in questi anni hanno arricchito la Germania, come dimostra il suo incredibile surplus commerciale che ha poi scatenato la reazione protezionistica degli Stati Uniti, e gli alleati della Germania, impoverendo noi; e in Italia attuate scelte economiche che sono l'esatto opposto di una politica per la crescita: dilapidate miliardi per il reddito di cittadinanza, anziché mettere chi può nelle condizioni di assumere. Questa è una grave colpa, a maggior ragione nel momento in cui vi riempite la bocca di parole come "crescita" (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non solo: parlate di clima e di infrastrutture, tutti sulla nuova onda politicamente corretta dell'ambientalismo globalizzato delle Greta Thunberg, proprio mentre vi esibite in un penoso balletto per bloccare la TAV e mentre varate l'ecotassa, che non farà altro che ritardare il ricambio del parco circolante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Parlate inoltre di collaborare con Russia e Cina, ma verso la Russia non avete ancora trovato il coraggio di dire una volta "no" al rinnovo delle sanzioni che hanno danneggiato interi settori della nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); mentre al contrario verso la Cina apparite ingenui sognatori di un interscambio armonico ed equilibrato. Ma vede, signor Presidente, il confine tra un ingenuo sognatore e il complice di una colonizzazione economica e industriale rischia di essere troppo labile, e quando voi lo avrete capito forse sarà troppo tardi. E non è un caso che, al di là dei proclami che anche questa mattina abbiamo sentito, il suo sia l'unico Governo d'Europa che si è astenuto sul voto al Consiglio europeo sul regolamento ed il monitoraggio sugli investimenti dei Paesi terzi. Non parlate invece di immigrazione, perché come lei ha detto, formalmente non è all'ordine del giorno del Consiglio prossimo; ma inesorabilmente, Presidente, di fronte all'ennesimo caso di una ONG che in queste ore sta facendo il taxi a presunti profughi in navigazione verso l'Italia, il problema si riproporrà nelle prossime ore in tutta la sua forza. E noi non ci stancheremo mai di ripetere una cosa che diciamo ormai da tanto tempo, purtroppo inascoltati: non basta chiudere i porti e litigare con l'Europa su come suddividersi i migranti, bisogna portare le istituzioni europee ed internazionali a varare, in accordo con i Governi libici, un blocco navale per impedire ai barconi della morte di partire e rimpatriare poi le centinaia di migliaia di immigrati irregolari che pascolano senza regole in Italia e in tutta Europa. Ma anche su questo, nessun impegno concreto. E allora, non potendo prendere impegni, ecco che, signor Presidente, lei ancora una volta dalle rassicuranti colonne de la Repubblica, in uno slancio da novello padre fondatore, mi permetta, un po' pretenzioso per chi riesce solo con estenuanti mediazioni al ribasso e ripetuti rinvii a tenere insieme la propria litigiosa maggioranza, lei si spinge addirittura ad auspicare la creazione di un demos europeo, la costruzione di un vero popolo europeo, comunità di donne e di uomini che condividono un comune destino. Ecco, signor Presidente, noi pensiamo che gli europei esistono da millenni, così come esiste da secoli il loro comune sentire, una loro comune identità europea, forgiati da quelle radici cristiane che l'Europa delle banche e dei burocrati ha rinnegato e ha disconosciuto. Per questo crediamo che essere europei oggi significhi non soltanto rifarsi all'Europa come concetto astratto, ma significhi contemporaneamente essere orgogliosamente italiani, spagnoli, lituani ed ungheresi, significhi non omologare tutto ma riscoprire il motto "Uniti nella diversità", che guardate un po', proprio i padri fondatori, quelli veri, coniarono decenni fa e che questa Unione europea ha tradito. Concludo, Presidente. È su questo, Presidente Conte, che noi vi sfidiamo. Non basta più una generica critica all'Europa, che poi non trova alcuna risposta nelle politiche che concretamente attuate: serve una visione autenticamente alternativa a questa Unione europea. Fratelli d'Italia pensa che il futuro del nostro continente non sia negli accordi a due tra la Francia e la Germania, tra la Merkel e Macron che sono stati attuati in queste settimane nel silenzio imbelle di tutti, compreso del vostro Governo: Fratelli d'Italia pensa che non siano gli Stati Uniti d'Europa, ma un'Europa unita di Stati, che da nazioni libere e sovrane si uniscono su politiche strategiche, il futuro del nostro continente. Politiche strategiche come la sicurezza, l'immigrazione, la politica estera; e che su tutto il resto invece mantengono la propria competenza e la propria sovranità. Questo è l'unico vero cambiamento possibile, ma non sarete voi a compierlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

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PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà. 

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, come al solito, quando l'Italia si interfaccia con Paesi stranieri, la bussola di Fratelli d'Italia è quella di pensare agli interessi della nostra nazione, di pensare agli interessi del nostro popolo, delle nostre aziende, del nostro tessuto produttivo, dei nostri lavoratori, in modo pragmatico, in modo serio, in modo responsabile. Io sono rimasta alquanto basita dalla leggerezza con la quale il Presidente Conte oggi ci ha illustrato il memorandum, perché non l'ha saputo neppure definire: un accordo bilaterale? No. Un accordo internazionale? No. Un coso, un tovagliolo su cui il Presidente Conte andrà a mangiarsi insieme al Presidente cinese due involtini primavera, alla faccia del nostro Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La ringrazio per il dono che sta facendo il collega al Presidente, però io vorrei che il Presidente, visto che è qui, mi ascoltasse, visto che non stiamo parlando di due involtini primavera, ma delle sorti del nostro Paese da qua ai prossimi almeno vent'anni. 

PRESIDENTE. Onorevole Adelizzi, i banchi del Governo, per favore… 

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Ecco, forse siamo di fronte a qualcosa di più di due involtini primavera, forse siamo di fronte a qualcosa di molto più grosso, infatti il Belt and Road è nella Costituzione cinese, che, devo ricordarlo, coincide con quella del Partito Comunista Cinese. E lei, Presidente Conte, non ci può passare questo memorandum come un qualcosa che non ha nessuna valenza politica per la quale il Parlamento non dovrebbe neanche visionarlo, perché lei, invece, a nome dell'Italia, sta andando a sottoscrivere un qualcosa il cui perseguimento è addirittura nella Costituzione di questo Paese a noi straniero. Orbene, avete chiamato questo memorandum, nei tanti aggettivi che gli avete affibbiato, addirittura la "Nuova Via della Seta". Presidente Conte, ma quale seta? Quale seta noi vediamo in Italia che viene dalla Cina? Gli unici prodotti che vedo arrivare dalla Cina sono prodotti contraffatti, materiale sintetico o di scarsa qualità, fatto da persone che, senza diritti, senza minimi salariali, senza nessun tipo di protezione, vanno ad alimentare una concorrenza sleale alle nostre imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), al nostro territorio, ai nostri lavoratori. Ma quale seta, ma quale Via della Seta? Questa è la via del contraffatto! Noi mandiamo Prada e loro ci guardano come se fossimo preda, e siamo una preda, rischiamo di essere una preda di fronte al colosso cinese, a fronte della vostra assoluta leggerezza di fronte a questa sorta di Memorandum. Presidente Conte, il discorso è serio, riguarda le nostre imprese: in queste ore in Cina si svolge il Salone del mobile, e all'ingresso del Salone del mobile c'è una presentazione che è prodotta e ideata da persone italiane, da un'azienda italiana, che è lasciata sola, alla sua iniziativa, a fronte del mercato cinese, che è certamente un mercato appetibile, ma, attenzione, anche noi siamo appetibili. E non è possibile andare ad immaginare che la Cina venga a investire sul nostro territorio senza che ci sia un controllo preventivo da parte del Governo, perché voi avete parlato di interscambio, avete parlato di reciprocità. Ma quale reciprocità? Non esiste reciprocità tra noi e la Cina né sul piano sostanziale, sul piano del diritto, sul piano delle norme, sul piano dei diritti fondamentali delle persone, né sul piano formale. Quale reciprocità? Voi avete parlato di interscambio di aziende: ma quale interscambio di aziende? Voi, al massimo, potrete fare una moral suasion, niente di più, a quanto voi stessi andate a raccontarci, a quanto il vostro esponente Geraci addirittura ha dichiarato alle televisioni, perché noi sappiamo tutto solo dalle televisioni, perché lei non ci ha detto niente e sappiamo dalle televisioni. Allora, il primo passo per un minimo di serietà sarebbe venire in quest'Aula, portare rispetto a quest'Aula; lo dico proprio a lei, Presidente, mi permetta, che gli italiani non hanno votato direttamente, quindi, perlomeno, faccia un passo in più di confronto nei confronti degli italiani, quando va a siglare Memorandum di questo tipo con un colosso come la Cina. Venga in Parlamento, ci porti il Memorandum, ce lo faccia vedere, ce lo faccia leggere, ce lo faccia analizzare; non ce lo butti così, in due frasette lanciate dai suoi banchi all'interno di un discorso molto più complessivo. Quindi, ci porti questo Memorandum in Parlamento e faccia gli interessi delle nostre aziende, del nostro tessuto produttivo; purtroppo, al momento, noi di questo Memorandum dalla sua bocca non abbiamo sentito nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, per esprimere il parere sulle risoluzioni presentate. 

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda le risoluzioni relative alle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, il Governo esprime parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza Scerra, Giglio Vigna ed altri n. 6-00055, mentre esprime parere contrario sulle altre. Per quanto riguarda le risoluzioni relative alle comunicazioni sul Memorandum d'intesa con la Cina, il Governo esprime parere favorevole sulla risoluzione Molinari, D'Uva ed altri n. 6-00056, mentre esprime parere contrario sulle altre.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà. 

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente, vede la montagna giallo-verde credo che abbia partorito il topolino europeista, un timido e balbettante topolino europeista. Il collega Fidanza ha già ricordato che, al netto delle politiche migratorie, non si notano i segnali di discontinuità attesi e promessi da questo Governo. Il mio collega Fidanza ha già ricordato la sostanziale genuflessione alle politiche delle autorità tedesche, rispetto alle quali non si nota alcuno scatto di orgoglio nella relazione del Presidente. Non una sola parola è stata spesa per il Trattato di Aquisgrana, con cui Francia e Germania manifestano soverchiamente la loro volontà egemonica di dare vita ad un'Europa a due velocità, escludendo ovviamente l'Italia. Sparita dai radar del Governo la questione delle sanzioni russe, che tanto penalizzano le imprese italiane ed è inutile - me lo consentano i colleghi della Lega Nord - l'intemerata di alcuni di loro che, alla ricerca di una sorta di ritrovata verginità perduta, in quest'Aula dicono: "Noi in Europa vogliamo porre fine alle sanzioni alla Russia e fermeremo l'allargamento alla Turchia" (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma lo sanno o non lo sanno che nella relazione programmatica di Governo si ribadiscono le sanzioni alla Russia e l'Italia chiede l'allargamento alla Turchia? Oggi, sparita dai radar la Russia, ecco che subentra la Cina, è scoppiata una nuova e incontenibile love story con la Cina e, quindi, oggi l'interesse nazionale per il Governo giallo-verde non parla più cinese, ma parla russo; ebbene, per noi di Fratelli d'Italia, l'interesse nazionale ieri, oggi e domani, parla solo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Nessun pregiudizio verso nessun interlocutore, ma - come diceva la collega Montaruli - tutela pragmatica dell'interesse nazionale, della sicurezza delle telecomunicazioni, della tutela delle nostre infrastrutture strategiche. Sul punto il Presidente del Consiglio ha sapientemente omesso come siamo arrivati sino a qui a sottoscrivere questo memorandum e, ancor più, ha dolosamente omesso quali garanzie porrà all'interno del memorandum per l'interesse nazionale nei rapporti con la Cina. Si è chiesto, il Presidente del Consiglio, e ha spiegato in quest'Aula il Presidente del Consiglio, perché il professore del Global policy Institute a Shanghai, nel Giugno del 2018, tornava tronfio da un viaggio in Cina e ci precisava che in relazione ad Alitalia – leggo, perché non ci credo – "l'ingresso di una compagnia cinese è una strada praticabile"? Ma, soprattutto, si è chiesto, il Presidente del Consiglio, se per caso il predetto professore coincida incredibilmente con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Geraci? Si è chiesto e ci ha spiegato, il Presidente del Consiglio, perché ad agosto, nel 2018, andavamo in Cina per vendere i titoli di Stato in previsione della fine del quantitative easing? Altro che - come dicono alcuni colleghi in questo emiciclo – "le chiavi dell'Italia debbono rimanere in mano agli italiani". Chi possiede il nostro debito pubblico, possiede il nostro presente e possiede il nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E ancora non abbiamo sentito una sola parola dal Presidente del Consiglio sul tema, spinoso, in relazione al memorandum della Cina, del Regolamento europeo per lo screening sugli investimenti esteri; eppure, è uno snodo importante per arrivare a questo memorandum. E il 9 novembre scorso un ex professore di università cinesi, che sempre coincide con il sottosegretario allo Sviluppo economico Geraci, andava in Europa, ribaltando la posizione dell'Italia e sostenendo che all'Italia non interessa più lo screening sugli investimenti esteri, cioè non interessa più verificare chi strategicamente investe in Italia sulle nostre infrastrutture strategiche, delle potenze extraeuropee. Altro che sovranismo economico. E ancora, per arrivare a questo accordo, ci ha detto il Presidente del Consiglio, se fosse stato ne-ces-sa-rio - ed uso il termine "necessario" a ragion veduta -, che il sottosegretario Geraci precisasse in ordine al tema della tecnologia Huawei nella costruzione del 5G, un tema che sta appassionando non Fratelli d'Italia, ma l'Occidente, l'Europa perché pone problemi di sicurezza dei nostri dati, di sicurezza nazionale, di spionaggio politico, di spionaggio industriale. È stato, forse, necessario che il sottosegretario allo Sviluppo Geraci dicesse – cito, perché non ci credo -: "Per noi, Huawei non è un problema". Ebbene, per Fratelli d'Italia, se non sono esclusi con categorica certezza e granitica certezza rischi di sicurezza nazionale e di spionaggio industriale, Huawei è un problema e lo dovrebbe essere per ogni sovranista di questa nazione. Il tema, dunque, non è non dialogare, ma è l'approccio con cui si dialoga; si può trattare con chiunque senza arrendersi, si può trattare con chiunque senza innamorarsi. C'è chi, come il Sottosegretario Geraci, vero dominus di tutta questa operazione, ritiene che la Cina sia - lo leggo perché di nuovo non ci credo – "un Paese pacifico, che prova a nutrire il suo popolo". Ebbene, per noi di Fratelli d'Italia, la Cina è un Paese economicamente aggressivo, preoccupantemente votato allo shopping industriale e alla concorrenza sleale. Sono due impostazioni diametralmente opposte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Da una parte, i sovranisti, che difendono la produzione nazionale e, dall'altra, i genuflessi. Si può interloquire, dunque, "sì", ma da sovranisti, senza rese, senza innamoramenti ideologici e, se fosse possibile – consentitemelo -, senza l'attuale opacità. Il Governo della trasparenza racconta di una svolta epocale per la produzione nazionale, per l'interesse nazionale e noi stiamo discutendo di un memorandum che non c'è ancora stato consegnato. E la svolta epocale - mi dispiace non vi sia il Presidente del Consiglio in Aula - è stata affrontata dallo stesso Presidente del Consiglio con una superficialità disarmante, senza profondità, senza cognizione di causa, quasi – e lo voglio ben sottolineare – come se avesse solo potuto furtivamente origliare ciò che altri hanno impacchettato nei loro viaggi in Cina. Ebbene, noi non votiamo ciò che altri impacchettano, ancor meno se l'impacchettano nei loro viaggi in Cina; noi votiamo ciò che garantisce l'interesse nazionale. Nel memorandum c'è il tema delle infrastrutture: è chiaro che non possono essere cedute o concesse in gestione esclusiva, come chiediamo noi di Fratelli d'Italia? Nel Memorandum c'è il tema delle telecomunicazioni; altro che non c'è, come è stato affermato in quest'Aula! E' chiaro come tutelare le nostre infrastrutture della telecomunicazione? È chiaro che deve essere esclusa la costruzione delle reti 5G da parte di Huawei sino a quando non vi siano granitiche certezze per la sicurezza nazionale? Nel Memorandum si parla di interscambi commerciali: è chiaro come tutelare le nostre merci dalla concorrenza sleale di chi ha altri parametri ambientali, altri salari, altri parametri in tema di sicurezza del lavoro? E, ancora, magari, già che abbiamo sottoscritto un Memorandum amichevole con la Cina, abbiamo posto il problema di strumenti giuridici ed economici, di scambi di informazioni, di valorizzazione di prassi commerciali e industriali volti al contrasto dell'evasione, della contraffazione e dell'illegalità diffusa delle aziende a gestione cinese con sede in Italia, che stanno disarticolando le nostre aziende (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? La sottoscrizione del Memorandum - la ringrazio e mi avvio alla conclusione - entrerà in conflitto sicuramente con il regolamento degli screening europei, ma noi vi chiediamo, con questa mozione, almeno di introdurre delle clausole di salvaguardia dell'interesse nazionale, perché così si sottoscrivono Memorandum a schiena dritta e con l'unica stella polare dell'interesse nazionale, della proprietà delle infrastrutture strategiche, della sicurezza delle infrastrutture della telecomunicazione, della tutela della nostra produzione nazionale. Alcuni indici che vi abbiamo indicato sopra, dei professori universitari imprestati alla politica, ci dicono che la schiena è più china che dritta, ma per noi si firma in piedi e a schiena dritta, con clausole di salvaguardia dell'interesse nazionale indicate da Fratelli d'Italia, oppure genuflessi e consegnati, non ad un amico, non ad un nemico, ma a un competitore internazionale, la Cina, che non ci regala nulla. Sarà la Nuova via della seta o il cavallo di Troia per la finale penetrazione industriale e commerciale in Italia e in Europa? Dipende da questo Governo, dipende dal fatto che si firmi con improvvisazione o con le clausole che Fratelli d'Italia ha posto a tutela della produzione nazionale, della sicurezza nazionale, della proprietà delle infrastrutture strategiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). 

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PRESIDENTE. Avverto che verranno poste in votazione dapprima le risoluzioni riferite alle Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2019 e successivamente le risoluzioni riferite al Documento d'Intesa tra Italia e Cina. Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00063, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Dichiaro chiusa la votazione. La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00064, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Dichiaro chiusa la votazione. La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

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TommasoFoti
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