Camera

Costituzione del 'Fondo monetario europeo', il Governo eserciti il diritto di veto a salvaguardia della sovranita' nazionale

Data: 10/07/2018
Numero: 3-00069 / Interrogazione a risposta immediata
Soggetto: MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI
Data Risposta: 11/07/2018

Per sapere – premesso che: il Consiglio europeo e l'Euro-summit del 28-29 giugno 2018 hanno affrontato il tema della riforma della governance dell'Unione monetaria europea, a partire dal pacchetto di proposte della Commissione europea del 6 dicembre 2017;

 tale appuntamento è stato preceduto, nelle settimane antecedenti, da un vertice franco-tedesco dal quale è scaturita la cosiddetta « dichiarazione di Meseberg », nella quale la Cancelliera Merkel e il Presidente Macron hanno espresso sostegno per una riforma che porti il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) a svolgere la funzione di backstop (garanzia) nei confronti dell'attuale Fondo di risoluzione unico delle crisi bancarie (Srf), configurandosi come il primo passo per l'istituzione di un vero e proprio Fondo monetario europeo (Fme); 

le conclusioni del Consiglio europeo e dell'Euro-summit, che hanno ricevuto un sostegno unanime (quindi anche da parte del Governo italiano), sembrano avallare, ad avviso degli interroganti, l'impostazione franco-tedesca; 

tale impostazione prevede, inoltre, l'incorporazione del Fiscal compact e dello stesso Meccanismo europeo di stabilità nel corpus giuridico dell'Unione europea, nonché la creazione di un bilancio unico per l'eurozona e l'istituzione di un unico Ministro delle finanze per gli Stati membri che vi aderiscono; 

l'evoluzione dell'attuale Meccanismo europeo di stabilità in Fondo monetario europeo porterebbe con sé sempre più vincolanti condizionalità macroeconomiche e un'ulteriore, e forse definitiva, cessione di sovranità economica e politica ad istituzioni europee che esulano dal controllo democratico dei cittadini, istituzionalizzando per gli Stati ad alto debito quella trojika che ha già messo in ginocchio la Grecia; 

intervenendo nel dibattito parlamentare del 27 giugno 2018 sulle comunicazioni per l'imminente Consiglio europeo, il Presidente del Consiglio dei ministri aveva positivamente dichiarato: « Non vogliamo un Fondo monetario europeo che, lungi dall'operare con finalità perequative, finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti » e « non vogliamo pericolose duplicazioni con i compiti della Commissione europea per la sorveglianza fiscale, che rischierebbero di delegittimare la base democratica di funzioni essenziali per la stabilità finanziaria » –: 

per quali ragioni il Governo abbia condiviso le conclusioni del Consiglio europeo, venendo meno a giudizio degli interroganti all'impegno assunto in Aula dal Presidente del Consiglio dei ministri il 27 giugno 2018, e se in futuro, tenendo fede a quanto enunciato, sia pronto a rimettere in discussione questo processo fino ad avvalersi del diritto di veto in sede di Consiglio europeo, per bloccare una riforma che rischia di ledere irrimediabilmente la sovranità nazionale.

Interrogazione firmata dai deputati: FIDANZA, LOLLOBRIGIDA, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MELONI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI.

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

(Chiarimenti in ordine alla posizione assunta dal Governo nell'ambito del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018, con particolare riferimento alla riforma della governance dell'Unione monetaria europea- n. 3-00069) 

PRESIDENTE. Il deputato Fidanza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3- 00069 (Vedi l'allegato A). 

CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, al Consiglio europeo di due settimane fa, mentre tutte le attenzioni si concentravano sul tema immigrazione - peraltro con scarsi risultati per l'Italia -, nella mattinata del 29 giugno, nella sottovalutazione generale, l'Eurosummit ha approvato altre due questioni fondamentali: non soltanto il rinnovo delle sanzioni alla Russia, di cui abbiamo già parlato la settimana scorsa in un analogo question time di Fratelli d'Italia, ma anche una roadmap per il completamento dell'Unione monetaria, che prevede l'inizio del percorso che porterà alla creazione di un vero e proprio Fondo monetario europeo come evoluzione dell'attuale meccanismo europeo di stabilità. Un organismo che nascerebbe sulla falsariga del Fondo monetario internazionale, con una legittimazione democratica inesistente e che si porrebbe come obiettivo quello di imporre agli Stati membri a più alto debito le cosiddette condizionalità macroeconomiche, ovvero nuove misure di austerità. In pratica, siamo all'istituzionalizzazione della trojka. 

PRESIDENTE. Concluda. 

CARLO FIDANZA (FDI). Ora, signor Ministro, ci chiediamo: la linea del Governo è quella espressa in quest'Aula dal Presidente Conte poche ore prima del vertice europeo oppure quella dello stesso Premier che, a Bruxelles, poche ore dopo, ha condiviso il documento finale? Se, come auspichiamo, è la prima, possiamo aspettarci che il Governo, nel futuro immediato, eserciti il diritto di veto per evitare l'ennesima perdita di sovranità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? 

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, ha facoltà di rispondere. 

PAOLO SAVONA, Ministro per gli Affari europei. Presidente, in riferimento alle richieste formulate dagli onorevoli interroganti, preciso quanto segue. Il Governo non è venuto meno all'impegno preso in occasione del dibattito parlamentare del 27 giugno. Infatti, non ha cambiato posizione sulla necessità di ancorare i temi riguardanti il completamento di quello che viene definito banking package e le trasformazioni degli strumenti monetari esistenti con le proposte di un loro inquadramento in una riforma dell'architettura istituzionale della Banca centrale europea e della politica fiscale esposte in conclusione del citato dibattito del 27 giugno e delle susseguenti precisazioni nel corso della riunione congiunta delle Commissioni parlamentari competenti tenutasi ieri in Senato. Ciò che è stato deciso a Bruxelles è di condurre l'esame delle materie indicate nel comunicato finale entro il semestre in corso senza alcuna concessione. Il Governo si riserva di attivare ogni strumento a sua disposizione qualora non vi fosse un'apertura alle proposte indicate dal Presidente Conte ricordate nel testo dell'interrogazione. Da parte italiana non si è reso necessario ricorrere a questi strumenti, come il veto, perché altri gruppi di Paesi membri hanno sollevato obiezioni alle proposte in discussione anche più radicali delle nostre. 

PRESIDENTE. Il deputato Fidanza ha facoltà di replicare. 

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, signor Ministro. Non possiamo dichiararci pienamente soddisfatti nella sua risposta. A noi continua ad apparire evidente che ci sia stata una discrasia tra quanto dichiarato in Aula dal Governo e quanto poi emerso come conclusioni finali in sede di Consiglio europeo. Prendiamo atto positivamente della disponibilità a mettere in campo tutte le posizioni possibili; devo dedurre, con un'interpretazione estensiva delle sue parole, fino anche al diritto di veto; lei non l'ha detto, mi auguro che voglia intendere questo. Questo tipo di atteggiamento ci dispiace per due ragioni: la prima riguarda lei personalmente, signor Ministro, glielo dico con simpatia. Noi, come Fratelli d'Italia, sa che l'abbiamo sostenuta e difesa da chi, in nome di un'ortodossia eurocratica ne avrebbe voluto impedire la nomina, quindi ci aspettiamo da lei un contributo di forza e di saggezza rispetto a quello che dovrebbe essere uno dei temi cardini del presunto Governo del cambiamento. La seconda ragione riguarda gli italiani, perché anche oggi io indosso una maglietta azzurra dedicata a quei tanti milioni di italiani in condizioni di difficoltà che si aspettano risposte concrete su lavoro, tasse e imprese. Queste risposte non possono arrivare e non potranno essere efficaci se non si cambia in profondità l'Europa delle banche, l'Europa della finanza speculativa, l'Europa della burocrazia che opprime i popoli europei. 

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

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TommasoFoti
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