Camera

Mondo agricolo e Piano nazionale di ripresa e resilienza; procedere con la realizzazione di piccoli invasi per fare fronte al fabbisogno del settore

Data: 14/09/2021
Numero: 5-06659 / Interrogazione a risposta in commissione
Soggetto: MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Data Risposta: 15/09/2021

Per sapere – premesso che: 

in molte zone d'Italia le calde temperature, unitamente all'impossibilità di potere utilizzare adeguatamente le risorse idriche, anche in ragione di penalizzanti vincoli al deflusso minimo vitale (Dvm), imposti in alcune regioni, hanno reso quanto meno problematica l'attività del mondo agricolo; 

nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, risultano stanziate importanti risorse per la realizzazione di invasi e per il sistema irriguo; 

appare fondamentale che, soprattutto laddove la pianificazione urbanistica provinciale e sovra provinciale già lo consente, siano realizzati, anche con il contributo delle predette risorse economiche, invasi di non eccessive capacità ricettive, ma indispensabili per consentire una captazione dell'acqua al fine di un suo utilizzo nell'attività agricola, senza negativamente incidere sul corso delle acque dei fiumi e dei torrenti –: 

se e quali iniziative intenda al riguardo assumere il Ministro interrogato per il raggiungimento degli obiettivi di cui in premessa.

Interrogazione sottoscritta dai parlamentari: Foti, Rachele Silvestri e Butti.

RISPOSTA

Tommaso FOTI (FDI), intervenendo da remoto, illustra l'interrogazione in titolo. Osserva che le alte temperature della scorsa estate, percepite da tutti, hanno influito in modo fortemente negativo sulla possibilità di captazione delle acque in canali di irrigazione, con danni consistenti all'agricoltura. Fa presente che alcune regioni non concedono deroghe al deflusso minimo vitale, o le concedono in tempi non compatibili con le necessità delle aziende agricole. Rileva l'opportunità che anche i piccoli invasi rientrino nel piano nazionale di ripresa e resilienza, soprattutto in quei casi in cui la programmazione locale li prevede. 

La Sottosegretaria di Stato Ilaria FONTANA, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati di seguito.

Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti, si precisa innanzitutto che nell'ambito del PNRR è stata posta una attenzione particolare per quanto concerne la realizzazione di invasi e per il sistema irriguo nel suo complesso. Si precisa, allo stesso tempo, che la questione della costruzione di micro-invasi a sostegno dell'agricoltura non può essere disgiunta dalla necessità della tutela dei corpi idrici, che è un obbligo comunitario ai sensi della Direttiva quadro n. 60 del 2000. In particolare, la proposta rappresentata appare difficilmente compatibile con tale necessità, comportando una significativa e diffusa alterazione dell'idromorfologia e del regime delle acque dei corsi d'acqua. D'altro canto, con riferimento al recupero e all'efficientamento degli invasi già esistenti, è in atto un apposito piano nazionale degli interventi del settore idrico, la cui competenza primaria spetta al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Inoltre, in merito alla questione del deflusso minimo vitale, si rappresenta che anche tale previsione discende dagli obblighi comunitari già richiamati e che, in ogni caso, un oculato regime di deroghe, inserito nei piani di gestione delle acque, può costituire un utile strumento per la salvaguardia delle attività economico-sociali, sulla base di un'analisi dei costi e dei benefici conseguibili per l'ambiente. Infine, in merito allo stanziamento di risorse nel PNRR per la realizzazione di invasi ed il sistema irriguo, si evidenzia che eventuali interventi a riguardo potrebbero trovare copertura nella Missione 2 – Componente 4 – Investimento 4.1 (« Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico ») del Piano, la cui competenza, come si è già detto, è attribuita al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.

Tommaso FOTI (FDI), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dalla rappresentante del Governo, che giudica addirittura sconcertante. I microinvasi rientrano nella pianificazione territoriale in numerose regioni italiane e nessuno ha sollevato mai profili di incompatibilità con la normativa europea, che hanno ragione di esistere solo se il microinvaso compromette il deflusso minimo delle acque. Gli efficientamenti delle strutture idriche, che si riferiscono quindi a strutture già esistenti, a cui si faceva riferimento nella risposta, comportano a volte addirittura una riduzione dello stoccaggio di acqua negli invasi, per gli elementi di natura strutturale che fanno oggi ritenere incompatibili le quantità precedentemente previste. Sul deflusso minimo vitale ha già fatto presente alla rappresentante del Governo la possibilità delle deroghe da parte delle regioni, che tuttavia non vengono concesse o, come già rappresentato, vengono concesse con ritardo compromettendo le colture. Prende atto, quindi, della chiusura manifestata dal Governo, che confligge tuttavia con quanto si legge sui siti del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e della agricoltura, che invita la rappresentante del Governo a leggere.

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TommasoFoti
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