Camera

Corpo forestale dello Stato, somme erroneamente corrisposte; a pagare per l'errore non siano i dipendenti

Data: 18/02/2019
Numero: 4-02292 / Interrogazione a risposta scritta
Soggetto: MINISTRO DELLA DIFESA
Data Risposta: 03/06/2019

Per sapere – premesso che: 

a quanto consta all'interrogante, da una nota del servizio amministrativo del comando legione carabinieri « Emilia Romagna » si apprende che sarebbe stata erroneamente corrisposta, a numerosi appartenenti al Corpo forestale dello Stato, nelle competenze mensili dello stipendio, la quota contributiva (calcolata sulla maggiorazione del 15 per cento di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 165 del 1977) che doveva – invece – essere versata all'Inps; 

essendo subentrata l'Arma dei carabinieri nei rapporti giuridici attivi e passivi derivanti dall'assorbimento del summenzionato Corpo, compete oggi alla predetta Arma l'aggiornamento presso l'ente di previdenza di tutte le posizioni contributive degli interessati ad effettuare i versamenti dovuti, e ciò al fine di sanare le singole posizioni degli interessati; 

la regolarizzazione della posizione contributiva permetterà agli interessati di includere nel futuro trattamento di quiescenza anche l'aumento del 15 per cento determinato sullo stipendio percepito fino alla data del congedo –: 

quanti siano gli appartenenti all'Arma dei carabinieri interessati a detta situazione; a quanto complessivamente ammonti la quota contributiva, riferita alla situazione, da versare all'Inps; se debbano essere versati all'Inps anche importi a titolo di sanzione e, in tal caso, quali ne sia la complessiva entità; 

quali siano le ragioni per cui – atteso che l'errore che qui interessa è unicamente imputabile al disciolto Corpo forestale dello Stato – l'Arma dei carabinieri abbia deciso di rivalersi sugli interessati per gli importi contributivi che, seppure in forma rateizzata, dovranno essere versati all'Inps, anziché porli esclusivamente a carico del bilancio dell'Arma.

On. Tommaso Foti

RISPOSTA

RISPOSTA. — Il trattamento economico del personale del disciolto Corpo forestale dello Stato, dal 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2016, è stato gestito da « NoiPA », il sistema informatico nazionale creato per gestire i processi di elaborazione, liquidazione e consultazione degli stipendi nelle pubbliche amministrazioni. Nel corso del 2018 la citata piattaforma informatica ha segnalato che, in tale periodo, non erano stati correttamente calcolati i contributi sulla voce « stipendio » di 6.756 militari già effettivi al disciolto corpo, per l'ammontare di circa 40,6 milioni di euro a carico dello Stato, e di circa 15,4 milioni di euro a carico del lavoratore. Nel dettaglio, non era stata applicata la contribuzione sulla maggiorazione figurativa del 15 per cento dello stipendio. Nel dicembre 2018, l'Arma dei carabinieri, anche per evitare che ulteriori ritardi potessero comportare sanzioni o incrementi delle somme dovute, ha provveduto al pagamento di tutti i contributi non versati mediante fondi messi a disposizione dal Ministero dell'economia e delle finanze. Con particolare riguardo al recupero di dette somme, si precisa che l'importo che ogni singolo militare dovrà versare, nel numero massimo di rate consentite, non include alcuna sanzione. Al riguardo, è il caso di riportare quanto stabilito dai giudici del Consiglio di Stato che, nella sentenza n. 2903 del 9 giugno 2014, sezione III, hanno evidenziato come « Il solo temperamento al principio dell'ordinaria ripetibilità dell'indebito è rappresentato dalla regola per cui le modalità di recupero devono essere, in relazione alle condizioni di vita del debitore, non eccessivamente onerose, ma tali da consentire la duratura percezione di una retribuzione che rassicuri un'esistenza libera e dignitosa. Pertanto, nel caso di indebita erogazione di denaro ad un pubblico dipendente l'affidamento di quest'ultimo e la stessa buona fede non sono di ostacolo all'esercizio da parte dell'Amministrazione del potere di recupero e l'Amministrazione non è tenuta a fornire un'ulteriore motivazione sull'elemento soggettivo riconducibile all'interessato ». Il recupero di dette somme, nel numero massimo di rate consentite, permetterà, in futuro, agli interessati di includere nel trattamento di quiescenza anche l'aumento del 15 per cento determinato sullo stipendio fino alla data del congedo. 

La Ministra della difesa: Elisabetta Trenta.

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TommasoFoti
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