Camera

Guardavalle (Cz), rimuovere la statua di Sant'Agazio donata dalla famiglia Gallace

Data: 17/12/2019
Numero: 3-01217 / Interrogazione a risposta immediata
Soggetto: MINISTRO DELL'INTERNO
Data Risposta: 18/02/2020

Per sapere – premesso che: 

desta enorme preoccupazione e profondo biasimo quanto recentemente accaduto nel Catanzarese, davanti al municipio di Guardavalle, dove spicca una statua di Sant'Agazio donata dalla famiglia Gallace, una delle cosche più potenti della Calabria e con ramificazioni in altre regioni, soprattutto nel Lazio; 

la nota trasmissione televisiva « Striscia la notizia », mossa a seguito delle segnalazioni da parte di cittadini del comune calabrese, è giunta sul posto per intervistare il sindaco. Come emerge nella nota della trasmissione, davanti ai microfoni dell'inviato, il sindaco del Pd di Guardavalle dal 2013, Giuseppe Ussia, ha dichiarato: « Per me non è un problema, la famiglia Gallace ha pagato il suo conto con la giustizia (il boss è in carcere con una condanna all'ergastolo per omicidio), ma se dei cittadini chiedessero di rimuoverla lo farei, basterebbe una lettera con le firme, nessuno deve avere paura »; 

tuttavia, subito dopo, il sindaco, senza sapere di essere ripreso, avrebbe detto « se tolgo la statua mi sparano », facendo emergere, insieme alla paura, un brutto spaccato di realtà locale; 

a conferma della gravità della situazione, anche Nicola Gratteri, dal 2016 procuratore della Repubblica di Catanzaro, sotto scorta dal 1989, ai microfoni del Tg satirico di Antonio Ricci ha dichiarato: « La statua va tolta perché rappresenta proprio una forma di esternazione del potere da parte della famiglia mafiosa »; 

inoltre, il Codacons chiede che il « prefetto rimuova la statua, la mafia vive di simboli » e « utilizza soprattutto quelli religiosi per dimostrare a tutti il proprio potere » –: 

se non intenda assicurare, con ogni iniziativa di propria competenza, la tempestiva rimozione della statua e quali urgenti misure intenda porre in essere a garanzia dell'impegno concreto delle istituzioni contro ogni forma di criminalità organizzata e per impedire che eventi quali quelli descritti in premessa possano verificarsi in futuro.

Interrogazione sottoscritta dai parlamentari: LOLLOBRIGIDA, MELONI, FERRO, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI.

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

PRESIDENTE. La deputata Ferro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01217 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria. 

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come ha più volte spiegato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il massimo esperto della storia e delle dinamiche della 'ndrangheta, le cosche spesso e volentieri hanno necessità di esternare il proprio potere attraverso gesti simbolici spesso legati ad aspetti religiosi. È l'esempio di quanto è avvenuto nel paese calabrese di Guardavalle dove è stata installata, proprio davanti al municipio, una statua di Sant'Agazio donata dalla famiglia Gallace, una delle cosche più potenti della Calabria con ramificazioni in tutta Italia, in particolare nel Lazio. La vicenda è stata portata alla luce dalla trasmissione televisiva Striscia la notizia a seguito anche di tante segnalazioni da parte dei cittadini. Il servizio televisivo ha destato molto scalpore e preoccupazione soprattutto per quanto dichiarato dal sindaco di Guardavalle, Giuseppe Ussia del PD, che, ai microfoni dell'inviato, ha dichiarato che per lui l'installazione della statua non costituisce un problema in quanto la famiglia Gallace ha pagato il suo conto con la giustizia. Il sindaco si riferisce al fatto che il boss è in carcere con una condanna all'ergastolo per omicidio. Poi sempre il sindaco Ussia ha aggiunto che, se i cittadini chiedessero di rimuoverla, lo farebbe certamente; basterebbe una lettera con le firme e che nessuno deve avere paura, salvo poi rivelare i suoi timori rispetto all'opportunità di rimuovere la statua. Sempre durante questo servizio, il procuratore Gratteri ha detto chiaramente che la statua va tolta perché rappresenta proprio una forma di esternazione del potere da parte della famiglia mafiosa. Successivamente alla messa in onda del servizio, si è registrata in Calabria una forte presa di posizione da parte del mondo dell'associazionismo, dei sindacati di polizia, dal Codacons e da parte degli amministratori della Calabria. Successivamente alla richiesta di Fratelli d'Italia di affrontare questo argomento nel question time, abbiamo appreso da un lancio di agenzia, signor Presidente, dell'intervento del prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, che in qualche modo è conosciuta per la sua sensibilità, ha fatto pressione affinché il comune proceda immediatamente alla rimozione della statua ed è certamente un bel segnale da parte dello Stato e da parte del prefetto stesso. 

PRESIDENTE. Deve concludere. 

WANDA FERRO (FDI). In ogni caso chiediamo a lei, signor Ministro, di assicurare con ogni misura di propria competenza, individuando quali sono le misure, la tempestiva rimozione della statua ma soprattutto di porre in essere le misure che possono garantire l'impegno concreto delle istituzioni… PRESIDENTE. Grazie, grazie. 

WANDA FERRO (FDI). …contro ogni forma di criminalità organizzata.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Lamorgese, ha facoltà di rispondere. 

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la prefettura di Catanzaro ha informato che il 12 dicembre scorso il sindaco del comune di Guardavalle ha comunicato di aver ricevuto lo staff della nota trasmissione televisiva Striscia la notizia che, soffermandosi sulla statua del santo patrono Sant'Agazio, posizionata nella piazza antistante l'ingresso del municipio, evidenziava come il simbolo religioso in argomento costituisse frutto di un dono da parte di una nota famiglia 'ndranghetista Gallace, come d'altra parte testimoniato dalla targa posta a base della statua. La stessa prefettura ha precisato che il sindaco ha reso noto che il posizionamento della statua è stato approvato all'unanimità dal consiglio comunale con delibera n. 62 del 30 novembre 2007, su richiesta di 58 cittadini. Il primo cittadino ha rappresentato altresì l'intenzione di convocare una riunione urgente di tutti i consiglieri comunali per concordare il seguente ordine del giorno: rimozione della statua del santo patrono Sant'Agazio martire dalla piazza antistante il palazzo comunale. Su tali fatti. che considero di estrema gravità. sono già in corso specifici approfondimenti che riguardano l'operato dell'ente locale e tutte le circostanze utili a fare piena luce sulla vicenda. Desidero affermare con chiarezza che le istituzioni non intendono dare alcuno spazio alle manifestazioni di criminalità organizzata di tipo mafioso in qualsiasi modalità queste si palesino. Negli anni scorsi il comune di Guardavalle è stato sciolto e commissariato per infiltrazioni di tipo mafioso. Il tema del condizionamento mafioso nei confronti degli enti locali è alla costante attenzione del Ministero dell'Interno e il numero consistente degli scioglimenti, anche in Calabria, ne testimonia l'attualità. Posso al riguardo assicurare che le prerogative previste dalla legislazione antimafia saranno da me esercitate con rigore e fermezza. Nel merito della vicenda, informo che nella riunione di coordinamento interforze, tenutasi con immediatezza presso la prefettura di Catanzaro, è stata disposta la massima sensibilizzazione delle attività di osservazione e informazione. Inoltre il prefetto, fermi restando gli esiti degli accertamenti in corso, ha chiesto al sindaco di essere informato con la dovuta urgenza che il caso richiede dell'avvenuta rimozione della statua. 


PRESIDENTE. La deputata Ferro ha facoltà di replicare. 

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Accogliamo ovviamente con parziale soddisfazione, fermi restando ovviamente l'attestato di stima e l'impegno del prefetto Ferrandino, che certamente ci ha gratificato, ma è evidente che la soluzione della singola vicenda di Guardavalle non è sufficiente, in quanto bisogna spingere le istituzioni a individuare opportuni ed efficaci strumenti affinché non si ripetano più situazioni simili. Condivido ovviamente rispetto anche all'analisi e alla cronologia dei tempi, anche rispetto al consiglio comunale del 2007: pensare che a distanza di dieci anni si viene a scoprire che quella statua è stata donata da una famiglia lascia un po' perplessi rispetto a un percorso che non dovrebbe riguardare soltanto le istituzioni, ma soprattutto le istituzioni. Ed è infatti evidente che la vicenda porta alla luce la spavalderia della mafia, su questo non c'è ombra di dubbio, che si rivolge alla popolazione ostentando questa forma di potere attraverso questi simboli religiosi. Però durante il servizio, il sindaco era inconsapevole che l'audio delle telecamere fosse ancora acceso, ha manifestato la sua preoccupazione, il sindaco Ussia, dicendo che se dovesse togliere la statua, gli appartenenti alla cosca andrebbero subito dopo a sparargli. Una dichiarazione che fa emergere uno spaccato preoccupante e inquietante della realtà locale, ma anche la paura di un amministratore che sa di non potersi opporre ai voleri della cosca, perché metterebbe a rischio la propria incolumità. Bisogna, quindi, prevedere strumenti efficaci che rendano automatico l'intervento dello Stato, togliendo discrezionalità ai sindaci e agli amministratori: non si può pretendere da sindaci di piccoli comuni di potersi tramutare in eroi. Purtroppo, tutti non riescono a tenere spesso, Ministro, la schiena dritta, e non tutti riescono ad assumersi le proprie responsabilità, essendo comprensibile anche la paura di ritorsione da parte delle organizzazioni criminali. Tali esibizioni di arroganza mafiosa, seppur malcelate dietro la parvenza di pietà religiosa, devono essere rimosse immediatamente, come se si trattasse di palesi espressioni del consenso nei confronti della cosca, o come si farebbe con qualunque altra palese espressione di odio e di violenza. Non c'è differenza tra leggere "viva la mafia" scritto su un muro o lasciare in piazza del paese una statua con su scritto "dono della famiglia Gallace". Lo Stato, attraverso le sue articolazioni territoriali, deve intervenire direttamente: non possiamo più consentire che i nostri territori in qualche modo possano esaltare il potere mafioso senza che lo Stato intervenga ad affermare la propria sovranità, che tutti gli riconosciamo, non soltanto in Calabria ma su tutta la nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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