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Val d'Arda, nuova condotta irrigua; numerose criticita' nel progetto

Data: 02/10/2020
Numero: 4-06985 / Interrogazione a risposta scritta
Soggetto: PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE, MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Data Risposta: -

Per sapere – premesso che: 

il consiglio direttivo della sezione di Piacenza di Italia Nostra ha approvato un comunicato, con riferimento alla nuova condotta irrigua interrata che il Consorzio di bonifica di Piacenza intende costruire nella Val d'Arda, in cui tra l'altro si legge: « ...Specificatamente nella pianura dell'Arda, a differenza delle altre valli piacentine, è quasi ovunque presente una coltre superficiale di argilla stesa, a guisa di una sorta di "marmellata", sui sottostanti depositi sabbiosighiaiosi permeabili. Detta coltre è di spessore variabile da alcuni metri a oltre la decina di metri. La sua esistenza motiva la diffusa presenza di cave di argilla in questo territorio, nonché il "tamponamento" che essa esercita nei confronti dell'acqua di falda contenuta nei sottostanti depositi permeabili (conferendole così carattere artesiano): è questo tamponamento che giustifica anche la ricca e diffusa presenza di risorgive/fontanili in questa parte della valle. ». Ed ancora: « ...Se l'operazione di interramento dei canali (tubatura) è volta a ridurre o eliminare le infiltrazioni idriche nel sottosuolo, è proprio l'esistenza di questa coltre di copertura argillosa che rende sostanzialmente inutile l'interramento stesso. »; 

nel comunicato si evidenzia altresì che: « ...il Rivo Sforzesco, oggetto di una drastica "decapitazione", come ha ben evidenziato anche la sezione di Fiorenzuola e Val d'Arda di Italia Nostra, costituisce uno degli esempi più significativi dello scempio storico-naturalistico-ambientale che si sta perpetrando. La decapitazione provocherà tra l'altro – come fa notare il proprietario dei locali terreni – l'abbandono di un grande prato permanente di età secolare ». E più oltre: « ...a nessuno sfugge l'enorme quantità di acqua, stabilmente e costantemente alimentata, contenuta nei grandi bacini di cava – di proprietà privata – diffusi nelle aree golenali della bassa val d'Arda e, in parte, della bassa Val Nure. Quale pompa anche di eccezionale portata riuscirebbe, attingendo a questi laghi, a scalfirne anche minimamente il livello ? »; 

il detto comunicato infine, in replica all'affermazione del consorzio di bonifica di Piacenza secondo cui « il Canale Sforzesco manterrà tutte le sue funzioni e tutto il suo splendore » (quotidiano Libertà del 5 luglio 2020), conclude che « la stessa appare contraddittoria con quanto risulta in realtà dal progetto che, invece, trasformerà gli attuali canali della Val d'Arda in fossi vuoti e maleodoranti » –: 

se il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri interrogati, non intendano riesaminare il problema di cui trattasi per il quale risulta essere stato concesso un finanziamento di 15 milioni di euro.

On. Tommaso Foti

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