Camera

Sanzioni economiche alla Russia, danni incalcolabili per il 'made in Italy'; quale posizione prendera' il Governo?

Data: 03/07/2018
Numero: 3-00047 / Interrogazione a risposta immediata
Soggetto: MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Data Risposta: 04/07/2018

Per sapere – premesso che: 

il 28 e 29 giugno 2018 il Consiglio europeo ha approvato all'unanimità il rinnovo, fino al 23 giugno 2019, delle sanzioni che riguardano l'economia della Crimea; 

le misure previste comportano il divieto assoluto per le compagnie europee di effettuare qualsiasi tipo di investimento in Crimea. Proibite, inoltre, tutte le importazioni dalla penisola affacciata sul Mar Nero, vietato comprare immobili, finanziare società o fornire servizi, incluso il roaming per le compagnie telefoniche. La lista di restrizioni comprende anche il divieto di attracco per le navi da crociera; 

la vera partita si giocherà però il prossimo 31 luglio, in vista del possibile rinnovo delle sanzioni economiche settoriali: in questo pacchetto sono inserite infatti le sanzioni che colpiscono direttamente l'economia russa; 

il Governo in carica nel suo contratto di programma ha scritto: « è opportuno il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali »; 

la proroga delle sanzioni rischia di avere delle ricadute molto pesanti, in particolare sul made in Italy. Lo testimonia anche quanto comunicato da Coldiretti all'indomani delle decisioni europee: « Con le sanzioni si attende ora la rappresaglia della Russia con l'embargo totale per un'importante lista di prodotti agroalimentari e il divieto all'ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Unione europea, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. Il pericolo è quello di un azzeramento della spedizione di prodotti agroalimentari made in Italy in Russia che per molto tempo è stata un mercato importante per l'Italia »; 

alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocate dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy; 

ci si trova di fronte ad un passaggio molto delicato, che può compromettere irrimediabilmente una nicchia di mercato per il nostro Paese. Se i consumatori, infatti, si fidelizzano al « falso italiano » sarà difficile reimporre, un domani, quello autentico, di qualità. Il danno delle sanzioni all'export, solo per il 2017, è stato di 3 miliardi di euro; 

per rinnovare le sanzioni in scadenza il 31 luglio 2018 serve l'unanimità di tutti i Paesi membri, ciò significa che basterebbe il veto dell'Italia per porre fine alle sanzioni nei confronti della Russia –: 

quale sia la posizione del Governo italiano da assumere in vista della scadenza del 31 luglio 2018, a tutela del made in Italy e dei prodotti agroalimentari italiani.

Interrogazione a risposta immediata presentata dagli onorevoli: LUCASELLI, LOLLOBRIGIDA, MELONI, RAMPELLI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, DEIDDA, LUCA DE CARLO, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI.

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

(Posizione del Governo a tutela dei prodotti agroalimentari italiani in vista della scadenza delle sanzioni economiche dell'Unione europea nei confronti della Russia – n. 3-00047)

PRESIDENTE. La deputata Ylenja Lucaselli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00047 (Vedi l'allegato A), per un minuto. YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, come sicuramente lei ricorderà, Fratelli d'Italia ha da sempre condiviso, anche e soprattutto con lei, la convinzione che le sanzioni alla Russia fossero un danno all'economia nazionale. Lo scorso 28 e 29 giugno, però, il Consiglio europeo, nel totale silenzio di tutti quanti, ha approvato all'unanimità il rinnovo delle sanzioni che riguardano l'economia della Crimea. Ricordo a me stessa che questa applicazione, in realtà, vuol dire che nessuna delle compagnie europee può fare investimenti in quei territori. Ebbene, su questo solco, il prossimo 31 luglio, in vista del voto sul possibile rinnovo delle sanzioni economiche e settoriali, si giocherà una partita se possibile ancora più delicata, perché quelle sanzioni e quel pacchetto comprendono l'economia della Russia. La proroga di queste sanzioni rischia di avere delle ricadute molto pesanti, in particolare sul made in Italy, e la rappresaglia della Russia sui nostri prodotti - lo dicono tutte le associazioni di categoria - potrebbe sfociare in un embargo totale per una corposissima lista di prodotti dell'agroalimentare. Pertanto, in vista del voto di luglio, le chiediamo di conoscere quale sarà la posizione che assumerà il Governo in quella sede relativamente all'esigenza dell'effettiva tutela dei prodotti agroalimentari prodotti in Italia. 

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti. 

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, il Governo del cambiamento, nato su un accordo programmatico e contrattuale, ha fra i suoi principali obiettivi il superamento delle sanzioni sancito dall'Unione europea nei confronti della Russia attraverso una precisa strategia volta ad individuare la sede competente più idonea per ribadire con autorevolezza l'impegno assunto. A causa dei noti eventi internazionali evidenziati dall'onorevole interrogante, abbiamo assistito nel corso degli ultimi anni a una costante riduzione dell'export agroalimentare dell'Italia verso la Russia. Rispetto al triennio 2011- 2013, periodo in cui l'export agroalimentare si attestava intorno ai 625 milioni di euro in media, dall'agosto 2014 al 2017 è stato registrato un calo nelle esportazioni di circa il 25 per cento, per un importo medio di circa 470 milioni di euro. I prodotti maggiormente colpiti sono stati l'ortofrutta, i prodotti lattierocaseari e le carni, con un calo delle esportazioni prossimo almeno al 90 per cento. Nonostante le misure di sostegno attivate dalla Commissione europea, finalizzate a interventi di ritiro dai mercati nell'ambito dei programmi operativi delle organizzazioni dei produttori, gli interventi sono risultati insufficienti a causa delle gravissime penalizzazioni per i nostri produttori e la difficoltà di reperire mercati alternativi, cosa che stiamo provando a fare. Occorre poi tener presente che l'embargo russo ha prodotto effetti negativi anche su altri settori che, a fronte delle fortissime perdite di mercato, non hanno percepito alcuna misura di sostegno, come il lattiero-caseario e quello delle carni, soprattutto quelle trasformate, ovvero, sebbene non soggetto a restrizioni, come quello del vino, hanno comunque registrato un marcato calo delle esportazioni verso la Federazione russa dal 2014. Dette misure di sostegno sono terminate il 30 giugno scorso. Al riguardo faccio presente che con una nota congiunta con la delegazione spagnola abbiamo richiesto una proroga delle misure di sostegno fino al 15 ottobre 2018. Ribadisco anche in questa occasione che la priorità sarà quella della difesa dell'eccellenza agroalimentare del nostro Paese, tutelando il made in Italy anche con un sistema di etichettatura corretto e trasparente che offra garanzie sia ai consumatori che ai produttori. Volevo registrare che la data non è il 28 giugno, ma - penso - il 28 maggio, collega, perché il 28 giugno noi non eravamo ancora presenti. 

PRESIDENTE. La deputata Ylenja Lucaselli ha facoltà di replicare, per due minuti. 

YLENJA LUCASELLI (FDI). Sì, ho detto 28 e 29 giugno, l'ultimo Consiglio europeo che c'è stato, Ministro; parlavo di quello. Ministro, la ringrazio ovviamente per la risposta, però devo constatare con rammarico che in realtà non c'è risposta nella risposta che ha dato. Sono dati che questo gruppo già conosce, che sono stati già vagliati, e sono proprio quei dati che lei ci ha appena letto in Aula che ci preoccupano, perché quello che succederà il 31 luglio è la possibilità di interrompere questa sequela di morte del nostro export nei confronti di Paesi in cui, invece, sarebbe assolutamente fondamentale che il nostro export ci fosse e fosse presente non con il falso italiano ma con il made in Italy reale. Allora, il problema è che il voto all'unanimità che ci sarà il 31 luglio, come sappiamo, vuol dire che, ove l'Italia decidesse di porre il proprio veto, quelle sanzioni non potrebbero essere applicate. Non devo certamente essere io a ricordare come lei sia stato uno dei più validi esponenti politici a contestare il valore delle sanzioni alla Russia, che nel solo 2017 ha fatto quei danni di cui lei riportava. Il Governo in carica, nel contratto di programma, ha scritto che è opportuno riprendere il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, che deve essere riabilitata come un interlocutore strategico eccetera eccetera, quindi oggi mi sarei aspettata da lei, Ministro, una risposta chiara, netta e definitiva su quello che questo Governo farà il 31 luglio. Quindi, la domanda era se questo Governo porrà o meno quel veto: mi pare che ad oggi non ci sia risposta. Per cui, la ringrazio, spero però che lei, che per questo tema ha davvero una particolare attenzione, possa essere il vero cambiamento, e che quel cambiamento passi dalle parole ai fatti, perché di fatti l'Italia ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).


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