Camera

Sovraffollamento carceri; rimpatriare i detenuti stranieri ed investire nel miglioramento del funzionamento della giustizia

Data: 17/07/2018
Numero: 3-00090 / Interrogazione a risposta immediata
Soggetto: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
Data Risposta: 18/07/2018

Per sapere – premesso che: 

alla data del 30 giugno 2018 la popolazione carceraria in Italia ammonta a 58.759 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 50.632 unità, registrando ben 8.000 persone in eccesso; 

alla stessa data i detenuti stranieri ammontano a 19.868 unità, pari al 33,8 per cento della popolazione carceraria totale, di cui 12.263 stanno scontando pena per condanna definitiva; 

la soluzione per il sovraffollamento non è liberare i delinquenti attraverso facilitazioni nell'accesso alle misure alternative e depenalizzazioni e il nuovo Governo ha dichiarato di volersi discostare da questo approccio; 

incentivare il rimpatrio dei detenuti stranieri per far scontare le pene nei Paesi di provenienza potrebbe ridurre consistentemente la popolazione carceraria, ben al di sotto della capacità regolamentare, e comportare, altresì, un risparmio di spesa stimato in oltre 124 euro al giorno a detenuto, che in un anno significa potenzialmente un risparmio compreso tra i 500 milioni e un miliardo di euro; 

tali risparmi di spesa potrebbero essere destinati a costruire nuove carceri, a migliorare le condizioni di vita in quelle esistenti e a investire risorse umane e strumentali per un migliore funzionamento della giustizia;

è urgente destinare investimenti in favore delle carceri e per la costruzione di nuovi istituti;

occorre, altresì, verificare urgentemente lo stato di attuazione degli accordi bilaterali da concludere e l'applicazione di quelli già vigenti relativi al rimpatrio dei detenuti stranieri condannati, per far scontare loro il carcere nei Paesi d'origine; 

va, infine, considerata la necessità di porre fine ai frequenti episodi di aggressioni ad agenti della polizia penitenziaria, adottando misure per consentire agli agenti di operare in sicurezza ed in condizioni dignitose –: 

se intenda attuare l'annunciato cambio di rotta, applicando le misure sopra descritte, o se intenda continuare la linea ereditata dal Governo precedente attraverso l'approvazione di nuovi provvedimenti che appaiono agli interroganti « svuota carceri » mascherati.

Interrogazione a risposta immediata sottoscritta dai parlamentari: MASCHIO, LOLLOBRIGIDA, VARCHI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MELONI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI e ZUCCONI.

DIBATTITO IN ASSEMBLEA

(Iniziative in merito alla problematica del sovraffollamento carcerario – n. 3-00090) 

PRESIDENTE. Il deputato Maschio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3- 00090 (Vedi l'allegato A). 

CIRO MASCHIO (FDI). Ministro, colleghi, è nota a tutti la situazione del sovraffollamento carcerario in Italia. Attualmente sono oltre 58 mila i detenuti rispetto ai 50 mila della capienza regolamentare. Sono note a tutti le aggressioni frequenti agli agenti della Polizia penitenziaria e le condizioni invivibili in cui si trovano i detenuti. I Governi della sinistra hanno pensato di risolvere il problema con gli "svuota carceri". Noi riteniamo che, se le carceri sono affollate, la soluzione non sia liberare i delinquenti, ma, semmai, costruire nuove carceri o rimpatriare i detenuti stranieri, facendo scontare loro la pena nei Paesi d'origine. Se calcoliamo che i detenuti stranieri sono circa il 33,5 per cento e 12 mila di questi sono condannati con sentenza definitiva, un rimpatrio degli stessi potrebbe comportare potenzialmente un risparmio di circa 500 milioni di euro all'anno, che potrebbero essere reinvestiti nella giustizia. Chiediamo al Governo se intenda attuare questo cambiamento di rotta o se intendete continuare nella linea degli "svuota carceri" ereditata dai Governi precedenti. 

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere. 

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, grazie, deputato Maschio. L'atto di sindacato ispettivo in esame pone una serie di questioni, che appare arduo affrontare in maniera approfondita ed esaustiva nei ristretti tempi imposti dal Regolamento parlamentare. I deputati interroganti, infatti, trattano congiuntamente i temi del sovraffollamento degli istituti penitenziari, dei tassi di presenza negli istituti penitenziari di detenuti stranieri, delle attività internazionali volte a favorire il trasferimento all'estero dei detenuti stranieri, dell'accesso alle misure alternative alla detenzione, dell'edilizia penitenziaria, nonché delle condizioni di sicurezza sul lavoro per il personale di Polizia penitenziaria. Quelli della detenzione e dell'esecuzione penale in generale rappresentano settori di notevole importanza, sui quali il Ministero, a partire da una costante interlocuzione con tutti i soggetti coinvolti, è impegnato nel superamento delle carenze strutturali del sistema penitenziario. Si tratta di procedere attraverso una pluralità di interventi incisivi sull'edilizia penitenziaria, sugli organici di Polizia penitenziaria, sull'attuazione degli accordi per il trasferimento dei detenuti, tutti convergenti verso l'obiettivo di far convivere armoniosamente il principio della certezza della pena, per ridurre in modo sensibile lo spazio di impunità per i colpevoli, specie in presenza di reati particolarmente odiosi, con la funzione rieducativa della detenzione e con la dignità delle condizioni di vita all'interno del carcere, che costituiscono corollari insopprimibili delle finalità della pena contemplate dalla Costituzione. Sul piano internazionale, data la presenza di un numero pari a 19.860 detenuti stranieri su un totale di 58.747 al 17 luglio 2018, sarà costante l'impegno all'incremento e all'accelerazione dell'entrata in vigore degli accordi bilaterali volti a consentire il trasferimento dei detenuti condannati stranieri nei Paesi di origine, anche senza il consenso del detenuto stesso. Darò, inoltre, indicazione alle competenti articolazioni ministeriali di assumere iniziative affinché i trattati e gli accordi già in vigore, tra i quali particolare attenzione va riservata, dato il numero di detenuti presenti nei nostri istituti, a quelli conclusi con Albania e Romania, possano esplicare nel modo più ampio possibile la loro portata applicativa, sinora non ancora soddisfacente sul piano statistico. Sul fronte dell'edilizia penitenziaria occorrerà stimolare la collaborazione tra i ministeri competenti, affinché sia potenziata la capienza complessiva del sistema carcerario, in un'ottica di riduzione del sovraffollamento e, conseguentemente, di miglioramento delle condizioni di vita negli istituti. Le iniziative di edilizia penitenziaria, poi, dovranno essere coordinate con l'adeguamento dell'impiantistica di sicurezza, al fine di agevolare il mantenimento dell'ordinato svolgersi delle attività intramurarie e di garantire l'incolumità degli stessi detenuti e del personale. Da questo ultimo punto di vista, assolutamente prioritaria è stata e continuerà ad essere l'attenzione mia personale e dell'amministrazione al miglioramento delle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria, che, nonostante le carenze di organico e le difficoltà quotidiane, continua ad assolvere, con encomiabile professionalità e impegno, i propri compiti. 

PRESIDENTE. Il deputato Maschio ha facoltà di replicare. 

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Ministro, grazie, colleghi. Mi pare di cogliere dalle parole del Ministro un impegno a un cambiamento di rotta rispetto alla logica degli "svuota carceri", che ha calpestato i diritti delle vittime dei reati e ha, sostanzialmente, seppellito in Italia il principio della certezza della pena. Questo deve essere attuato, ovviamente, nel rispetto delle massime condizioni di dignità dei detenuti stessi, che sono le prime vittime del sovraffollamento, e delle condizioni di dignità degli agenti che operano con grande impegno nelle nostre carceri. Quindi, auspico, ovviamente non in questa sede, ma nei lavori parlamentari, in Commissione giustizia, e con interventi e investimenti significativi nelle prossime leggi di bilancio, che queste intenzioni siano tradotte in fatti, perché sul tema della giustizia e sul tema della certezza della pena ci si gioca una partita importantissima nei confronti dei cittadini italiani.

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TommasoFoti
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