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Vertenza Amazon-Lavoratori; l'Ispettorato del Lavoro si assuma le sue responsabilita'

Data: 27/11/2019
Numero: 5-03206 / Interrogazione a risposta in commissione
Soggetto: MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Data Risposta: -

Per sapere – premesso che: 

in ragione dell'ispezione disposta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed eseguita – nel dicembre del 2017 – dall'Ispettorato nazionale del lavoro presso lo stabilimento dell'azienda Amazon Italia Logistica s.r.l. di Castelsangiovanni (Piacenza) venne riscontrato che « l'azienda aveva utilizzato, nel periodo da luglio a dicembre 2017, i lavoratori somministrati oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo applicato », e ciò per un numero di 1308 persone; 

la notizia divenne pubblica a seguito di un comunicato stampa dell'Ispettorato nazionale del lavoro diramato, nel giugno del 2018; inoltre, nel periodo intercorrente tra luglio e agosto del 2018, l'Ispettorato nazionale del lavoro ritenne d'individuare nominativamente i lavoratori coinvolti ed inviare ad ognuno di loro una nota nella quale venivano comunicati gli esiti dell'eseguito accertamento, aggiungendo che l'interessato « potrà valutare l'opportunità di attivarsi per il riconoscimento dei propri diritti ai sensi dell'articolo 31 e articolo 38, comma 2, del decreto legislativo n. 81/ 2015 »; 

a seguito della citata comunicazione diversi lavoratori, avvalendosi dell'assistenza delle organizzazioni sindacali, – che avevano in precedenza tentato di avviare un confronto con l'azienda senza trovare una soluzione transattiva – o rivolgendosi a legali di fiducia, promuovevano singoli ricorsi davanti ai giudici del lavoro (del foro di Piacenza o di quello di Milano); 

i ricorsi discussi sono stati dichiarati inammissibili poiché gli interessati non avrebbero impugnato gli atti relativi entro 60 giorni dalla conclusione del rapporto di lavoro. Ciò nonostante il fatto che la notizia del vizio incombente sul rapporto di lavoro fosse stata resa nota agli interessati non prima del luglio 2018, e che l'azienda Amazon, sempre da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro, fosse stata sanzionata per non aver fornito alle organizzazioni sindacali, che pure li avevano richiesti più volte, i dati relativi all'utilizzo dei lavoratori somministrati. Giova qui evidenziare che ad Amazon era stata intimata, quindi, dall'Ispettorato nazionale del lavoro la consegna dei dati, giusto il dettato normativo, e che l'azienda li aveva a quel punto consegnati alle organizzazioni sindacali il 20 giugno 2018, nel corso di un incontro tenutosi presso la sede di Confcommercio di Piacenza; 

il 15 novembre 2019, dopo 3 udienze durante le quali l'avvocato giuslavorista Annarita Bove aveva denunciato vizi di incostituzionalità nelle procedure relative alla vicenda che qui interessa, i ricorrenti si sono visti non solo respingere le richieste formulate in atti, ma sono stati anche condannati dal giudice di lavoro di Piacenza al pagamento delle spese di controparte; 

a prescindere dalla decisione assunta, la condanna al pagamento delle spese di controparte è conseguente all'azione promossa dagli interessati in ragione di quello che appare all'interrogante il legittimo affidamento dagli stessi prestato al contenuto della comunicazione diffusa dagli uffici dell'ispettorato nazionale del lavoro –: 

se i fatti siano noti al Ministro interrogato, con particolare riferimento a quanto previsto dalla summenzionata nota dell'ispettorato nazionale del lavoro che ha alimentato evidenti aspettative tra i dipendenti di Amazon, e se intenda adottare le iniziative di competenza, anche normative, per evitare che tali episodi si ripetano; 

se il Ministro interrogato intenda valutare la sussistenza dei presupposti per assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a prevedere forme di ristoro economico per i lavoratori penalizzati di cui in premessa; 

se risulti che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali abbia predisposto analoghe verifiche presso gli altri siti attivi sul territorio nazionale dell'azienda Amazon Italia Logistica s.r.l., in particolare presso quelli di Novara e di Fara in Sabina (Rieti) e, in caso di risposta affermativa, quali ne siano stati gli esiti.

On. Tommaso Foti

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