Camera

'Decreto sblocca cantieri' - Dichiarazione di voto

Data: 12/06/2019
Numero: 189
Soggetto: Camera dei Deputati

Disegno di legge: S. 1248 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Approvato dal Senato) (A.C. 1898)

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio che non c'è, signor Ministro delle infrastrutture che non c'è, colleghi, la richiesta del voto di fiducia è l'ennesimo tentativo riuscito di esproprio di questo ramo del Parlamento, non più luogo dove si fanno le leggi ma ridotto ad una specie di opificio di voti su un po' di ordini del giorno. Tuttavia, questo decreto ci ha svelato una verità, della quale peraltro sospettavamo: Giulio Di Maio, alias Luigi Andreotti, alias Luigi Di Maio, ha convenuto che sia meglio tirare avanti che tirare le cuoia e così si è comportato, di conseguenza, su questo decreto. Ma la mutazione genetica dei 5 Stelle non riguarda solo il Vicepresidente del Consiglio, ma anche quel gruppo che dall'opposizione, soprattutto nei precedenti cinque anni, aveva garantito che avrebbe aperto il Parlamento come una scatoletta di tonno: arrivati sui banchi della maggioranza, quella scatoletta l'avete sigillata! Non solo, ma vi siete appiccicati a quelle poltrone talmente in modo determinato che neppure la graticola, che qualcuno di voi ha inventato, seppure ustionati, ha portato i sottosegretari a non muoversi, così come i ministri, dalle loro poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, vedete, c'è un annuncio che possiamo fare oggi in esclusiva: la puntata di Chi l'ha visto sarà interamente riservata al Ministro Toninelli, perché il Ministro Toninelli su questo provvedimento non abbiamo mai avuto il piacere di vederlo per un secondo, né in Commissione né in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quasi fosse un atto di ordinaria amministrazione! È il Ministro Toninelli, peraltro, che giusto un anno fa scriveva su Instagram: "Anche oggi abbiamo dato il massimo. Il tavolo attorno al quale stiamo scrivendo un contratto che possa dar vita ad un Governo del cambiamento procede bene". Allora, ci chiediamo se è lo stesso Toninelli delle apparizioni fugaci in Commissione e in Parlamento, se è lo stesso Toninelli delle frasi roboanti succedutesi con un nulla cosmico, se è lo stesso Toninelli che, nove o dieci mesi fa, aveva garantito che avrebbe cacciato - cacciato! - i concessionari delle autostrade e oggi, invece, fa un decreto nel quale, in definitiva, li favorisce. È pur vero che, come diceva il Machiavelli, governare è far credere e voi siete stati e siete molto bravi nel riuscire a far credere che questo sia un Governo di cambiamento, ma se andiamo a vedere in profondità questo decreto, ci accorgiamo che questo è il Governo che con i carrozzoni pubblici ci va in carrozza! Pensate, a proposito di carrozzoni pubblici, che negli ultimi sei mesi sono stati istituiti, nell'ordine: InvestItalia, Strategia Italia, strutture di progettazione, centrale unica di progettazione e, forse timorosi di non averne inventate abbastanza ad utilità zero, con questo decreto licenziate anche Infrastrutture Italia Spa. Ecco, a noi pare di poter dire, come gruppo di Fratelli d'Italia, che i grandi successi che vanta questo Governo, in realtà, appaiono come i fuochi d'artificio di giorno: fanno rumore, ma nessuno li vede. E non li abbiamo visti questi fuochi d'artificio a proposito del TAV, dove avete deciso di non decidere, ma soprattutto non li abbiamo visti nell'utilizzo di quei 49 miliardi a disposizione per opere immediatamente cantierabili e che il vostro indecisionismo continua a mantenere fermi, alla faccia del popolo italiano che di quelle infrastrutture necessita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), alla faccia degli investimenti che di quei soldi avrebbero bisogno come il pane, alla faccia delle aziende che non ricavano alcun minimo utile neanche in termini di possibilità di lavoro. Ebbene, il buonsenso ci dice, peraltro, che i tentativi di questo Governo di risolvere i grandi problemi di ampie dimensioni più spesso si sono conclusi con nuovi problemi creati ad arte. Sotto questo profilo questo decreto ce lo dimostra: una sospensione di effetti di norme profondamente sbagliate e circoscritte ad uno spazio temporale di diciotto mesi; non si è minimamente risolto il problema della regolamentazione e della cessazione della qualifica dei rifiuti, con ciò mortificando il personale delle aziende e le aziende stesse che hanno investito in ricerca, in innovazione e in tecnologia, alla faccia di quella economia circolare che avevate detto di volere attuare. Non solo: questo decreto crea confusione al sistema anti turbativa, cioè a quel delicato meccanismo attraverso cui viene calcolata la soglia delle anomalie delle offerte e, come se non bastasse, relega ad una mera possibilità il subappalto, che deve invece costituire un diritto per l'appaltatore. Ma, sempre parlando di questo decreto e della tecnicalità con cui è stato costruito, un monumento alla complicazione è l'articolo 1, comma 20, che si costituisce di venti lettere, di decine e decine di numeri e di decine e decine di sottonumeri, alla faccia della trasparenza, alla faccia della chiarezza delle norme, alla faccia della semplificazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Per non dire dei commissari straordinari che, anche questi, agiranno in deroga all'articolo 11 della legge n. 400 del 1988, a cui sono demandate speciali misure per il rilascio della documentazione antimafia, che la legge riserva esclusivamente a un decreto di competenza del Ministero dell'interno. Infine, se non bastasse, questi commissari potranno agire soltanto tramite atti e non ordinanze, come invece dovrebbero essere chiamati correttamente i provvedimenti che vanno ad assumere. E, allora, il nostro "no" a questa fiducia, il "no" di Fratelli d'Italia è facilmente motivabile: cum parole non si mantengono li Stati, diceva Machiavelli. Noi, in questi mesi, abbiamo soltanto ascoltato effluvi di parole promananti da questa maggioranza, peraltro parole, di fatto, l'una con l'altra contraddittorie, perché per una Lega che diceva una cosa, c'era il MoVimento 5 Stelle che diceva esattamente l'opposto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E abbiamo sentito anche delle parole preoccupanti da parte di un Presidente del Consiglio, che partito come avvocato degli italiani, si è ridotto al ruolo di giurista, giudicando il subemendamento presentato al Senato qualcosa che non si poteva capire e come foriero di caos normativo: complimenti! Come avvocato degli italiani ha veramente fatto e fino in fondo il suo dovere: come Presidente del Consiglio sicuramente no. E, allora, noi di Fratelli d'Italia, che non abbiamo aspirazioni di potere, che in passato abbiamo rappresentato su questi banchi l'alternativa al sistema partitocratico, che in altri tempi su questi banchi abbiamo rappresentato la destra di Governo, oggi diciamo ad alta voce che siamo contro i pateracchi di questa maggioranza gialloverde, di cui questo decreto è emblema. Questo è il nostro volontario atteggiamento, signor Presidente (e vado a concludere), questa è la nostra libera scelta in Parlamento e nel Paese, una scelta che continuerà ad essere operata finché la Lega non romperà con il MoVimento 5 Stelle. Buona fortuna per questo decreto-legge! Fratelli d'Italia ha buona coscienza, il che è più importante, e voterà decisamente contro la richiesta di fiducia di questo Governo, che si è dimostrato un'altra volta incosciente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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