Camera

DDL recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 - Dare ai cittadini reale liberta' di scelta

Data: 28/05/2020
Numero: 349
Soggetto: Camera dei Deputati

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 (A.C. 2471-A) (Discussione)

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PRESIDENTE. Torniamo alla discussione generale. È iscritto a parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il provvedimento che è al nostro esame oggi è un provvedimento che, contrariamente a quanto è stato detto nella discussione da parte di molti, non attiene tanto alla campagna elettorale: quella, se non ci fosse stata il COVID, sarebbe stata già ultimata, probabilmente avremmo già anche i nuovi governatori e i nuovi sindaci. Il problema che invece oggi abbiamo di fronte attiene ad una valutazione corretta che dobbiamo fare in ordine a quel principio di prorogatio degli organi che evidentemente può creare in questa fase degli squilibri per quanto riguarda il corretto svolgimento della campagna elettorale. Ciò perché penso che sia sottile l'osservazione che va mossa, ma qui abbiamo dei livelli di governo, del tutto diversi, che vengono tra loro accorpati in un unico election day ma che hanno caratteristiche fondamentalmente diverse. Partiamo, ad esempio, dai comuni. La prorogatio per le elezioni comunali non ha lo stesso effetto che può avere la prorogatio per quanto riguarda il rinvio dell'elezione di un parlamentare, perché mentre il Parlamento funziona anche senza quell'elezione, per quanto riguarda i comuni la prorogatio consente ad una amministrazione di poter avere più tempo a disposizione per poter fare atti che possono fatalmente influire su quello che è l'esito elettorale. E parliamo soltanto di elezioni di primo livello, perché addirittura questo provvedimento rimanda anche l'elezione per quanto riguarda gli organi di secondo livello, ben sapendo che questi organi di secondo livello non faranno parte del pacchetto election day, perché ovviamente la norma prevede che prima debbano essersi tenute le elezioni comunali oggetto di rinvio. Cosa poi rilevi in questo zibaldone quello che è un referendum di natura costituzionale, cioè un referendum che, ancorché privo di quorum, porta i cittadini ad esprimersi favorevolmente o in modo contrario ad una riforma costituzionale quale quella del taglio dei parlamentari, è tutto da vedere. Allora, si sono uniti tanti appuntamenti elettorali - che sarebbero stati, senza il COVID, disgiunti, tra parentesi - per cercare di dare un quadro d'insieme che pur tuttavia non esiste. Non esiste perché non è vero che questo sarà il primo appuntamento elettorale, nel momento in cui ovviamente una regione a statuto speciale come il Trentino-Alto Adige ha già stabilito che le elezioni comunali in Trentino-Alto Adige avranno luogo entro 60 giorni a partire dal 3 maggio. Quindi, in Trentino-Alto Adige si voterà indipendentemente dall'election day, come si voterà indipendentemente dall'election day in Sicilia, in Friuli, e in Sardegna: in Sicilia, dove c'è un disegno di legge, il n. 731, che prevede che le elezioni amministrative debbano svolgersi in un periodo tra l'11 ottobre e il 6 dicembre; in Friuli Venezia Giulia, dove è stato ipotizzato un periodo per le elezioni comunali compreso tra il 15 settembre e il 1° novembre; e in Sardegna, dove la legge regionale già fissa la data all'interno di un arco compreso tra il 24 ottobre e il 29 novembre. Perché ho fatto questi riferimenti? Proprio per dimostrare che, in realtà, gran parte del territorio nazionale che andrà a votare voterà indipendentemente, in date diverse da quelle contenute qui dentro. Ma soprattutto, a me preoccupa un fatto: che molto superficialmente non si siano tenuti presenti - anche questo è un elemento da valutare - i seggi vacanti, ad esempio per il Parlamento, nella fattispecie ce n'è uno che riguarda la Sardegna: ebbene, avrà una data che è quella ultima dell'8 novembre 2020. Insomma, abbiamo una tabella che sembra fatta apposta per fare confusione. E questo è il vero senso di questo decreto-legge: fare confusione, in modo tale che gli elettori pieni di schede non abbiano contezza piena dei candidati che ci saranno, perché probabilmente si vuol far fare una campagna elettorale un po' in sordina, giustappunto per evitare che la gente possa scegliere. Allora, io mi permetto di fare alcune osservazioni. Quando prima ponevo il problema della prorogatio, è un tema evidentemente che non ha molto a che spartire col procedimento elettorale in quanto tale, perché noi sappiamo bene che questo decreto non fissa, né potrebbe farlo, la data delle elezioni; però, attenzione, vi è una corrispondenza d'amorosi sensi tra questo decreto e le regioni, se si vuole rispettare quelle che sono le decisioni della Corte costituzionale. La Corte costituzionale ha, sì, ammesso, a suo tempo, la legge regionale dell'Abruzzo, la n. 1 del 2002, che posticipava entro un termine di 90 giorni l'effettuazione delle elezioni regionali rispetto alla scadenza del consiglio regionale, ma lo faceva sulla base di un principio di ragionevolezza che trovava una sua fonte, quantomeno di abbeveramento costituzionale, nell'articolo 61, comma 1, della Costituzione, quando si prevede che le elezioni delle nuove Camere debbano avvenire entro 70 giorni dallo scioglimento delle Camere che le hanno precedute. E allora, vedete, il termine di 70 e 90 giorni era stato valutato dalla Corte costituzionale come un termine che, avendo un principio di ragionevolezza, poteva essere accettato. Qui, di fatto, però, la situazione è diversa, perché noi alla fine di questo provvedimento avremo prorogato di circa 150 giorni i consiglieri regionali in carica, ma voi come me sapete molto meglio che in realtà vi saranno poi altri 30-35 giorni, a secondo delle varie leggi regionali, per quella che è la vera fase nuova delle regioni, cioè l'insediamento del consiglio regionale, la nomina degli organi del consiglio regionale, il presidente del consiglio regionale, l'ufficio di presidenza, per poi andare alle commissioni. E in questo senso, vedete, io penso che la cosa assuma molto rilievo tenendo presente che, a differenza di altri enti, le regioni hanno un potere di condizionamento, con provvedimenti di natura a volte anche elettorale, molto forte. E allora, quando Fratelli d'Italia ha chiesto di mettere le carte in tavola, non l'ha chiesto ovviamente perché si pensa che una settimana o due settimane possano risolvere la questione, ma perché proprio il tema non è quello della data in quanto tale, ma della possibilità che gli elettori abbiano di potersi compiutamente fare un'opinione su quelle che sono le coalizioni tra loro alternative. Perché è vero che le campagne elettorali, tra virgolette, durano se va bene 25 giorni, ma ci sono 25 giorni che possono essere utilizzati pieni e 25 giorni per i quali praticamente è come se la consultazione elettorale non esistesse. Certo, nessuno, e anche questo è vero, ha mai detto di non votare in agosto: voi sapete benissimo che le leggi, ad esempio, sugli enti locali fissavano un periodo, proprio quello primaverile, entro il quale si dovessero tenere le elezioni comunali per poter provvedere. E, allora, non si capisce per quale motivo, nel momento in cui già si dice "60 giorni a partire dal 2 agosto", non si debba andare all'ultima data utile e possibile, che sarebbe quella della prima settimana di ottobre, in ragione poi dei sei giorni successivi ai quali ci si può appellare, per far sì che la campagna elettorale si sviluppi e si abbia nel momento in cui gli elettori su quella possono essere concentrati e attenzionati. Vede, io penso, signor rappresentante del Governo, che se non ci fosse un pregiudizio, che è quello del tentare la furbizia di dire prima si vota, meglio è, in modo tale che gli uscenti siano favoriti… E sotto questo profilo penso che nessuno abbia il coraggio di smentirmi: è ovvio che nella situazione che c'è stata, di sospensione della politica per alcuni mesi, della sospensione della possibilità di far politica, della sospensione di ogni manifestazione politica ormai dalla fine di febbraio, beh, è evidente che le uniche figure che sui territori, in ragione di quella che è la carica istituzionale, sono state verificate dai cittadini, sono state "palpate" dai cittadini, di cui i cittadini hanno avuto piena contezza, sono stati i presidenti delle regioni. Non dico neanche i consigli regionali, perché i consigli regionali si sono tenuti in gran parte, se non esclusivamente, da remoto, e se andate a vedere le attività sono state ridotte effettivamente agli atti urgenti e indifferibili, in questo caso, sì. Ma è evidente che sotto i riflettori ci sono andati - giustamente, perché erano temi e problemi che riguardavano la regione - i presidenti della regione. Parlo per una regione che non è oggetto di rinnovo, ma voi pensate quanto spazio ha avuto il presidente della regione Emilia-Romagna, essendo egli anche il presidente della Conferenza Statoregioni: in questi ultimi tre mesi ne ha avuto più sui media degli ultimi cinque anni in cui ha fatto il presidente della regione. E, quindi, anche sotto questo profilo, il consentire un riequilibrio della possibilità di confronto tra le coalizioni appare indispensabile. Invece, qui si è introdotto un sistema sibillino per il quale, soprattutto per le elezioni dei consigli comunali, al di là della riduzione delle firme e del numero delle firme, si cerca in tutti i modi di far sì che gli amministratori uscenti siano in un certo senso garantiti. E perché garantiti? Ma perché nei consigli comunali voi sapete che, nonostante lo scioglimento, fino al giorno in cui non viene insediato il nuovo consiglio comunale, il vecchio consiglio comunale può decidere; e in una situazione ancora di emergenza, come si fa a non riunire il consiglio comunale, ad esempio per approvare il conto consuntivo o per applicare l'avanzo di amministrazione che esce dal conto consuntivo? E se l'avanzo di amministrazione lo si va ad applicare - che so io? - al 10 settembre, non è un avanzo di amministrazione che, applicato e ben pompato, dà un'idea ai cittadini che quella amministrazione sta veramente facendo gli interessi dei cittadini anche se per cinque anni non ha fatto nulla? È questa la contraddizione, più istituzionale che politica, ma sicuramente con grande influenza politica più che istituzionale, che voi avete cercato di studiare. E, non ultimo, debbo dire che proprio per la captatio benevolentiae che qualcuno ha voluto introdurre in questa sede, beh, l'accorpare ad elezioni, scusatemi, dove ci si dovrebbe riferire a problemi del territorio, l'andare ad accorpare anche il referendum, è evidentemente un tentativo di sviare l'attenzione su quello che era un referendum per noi inutile: perché, per quanto ci riguarda, il gruppo di Fratelli d'Italia nei quattro passaggi parlamentari ha sempre votato a favore della riduzione del numero dei parlamentari, non abbiamo avuto alcun dubbio al riguardo. E allora, proprio perché non abbiamo avuto alcun dubbio al riguardo, nessuno di noi si è mai sognato, il giorno dopo a quello in cui la legge è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, ma per essere promulgata necessitava, se del caso, di passare attraverso l'istituto del referendum se e in quanto richiesto; ebbene, non raccogliendosi il numero sufficiente di firme tra i cittadini, qualche partito ha pensato bene di organizzare quella raccolta di firme tra i parlamentari e dei parlamentari di Camera e Senato che hanno portato alla celebrazione di un referendum che è inutile sotto il profilo dell'esito, ma che è anche abbastanza sconcertante sotto il profilo politico, visto che quattro passaggi parlamentari avevano già sancito la riduzione dei parlamentari. Beh, il gruppo di Fratelli d'Italia non ha sicuramente alcun parlamentare che ha sottoscritto quella richiesta, mentre tutti gli altri gruppi qui rappresentati hanno almeno un parlamentare che ha prestato la propria firma a quella richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E dico questo anche in termini di spese inutili, perché si tiene un referendum su una materia che, a livello di opinione pubblica, è già data per scontata in partenza e, quindi, ben sapendo, i proponenti di quel referendum, l'esito di quel referendum; sarà 90 per cento- 10 per cento, sarà 88 per cento-12 per cento, ma non c'è dubbio sul risultato confermativo della riforma costituzionale. Ma questo era stato un grimaldello che si era utilizzato perché, nel momento in cui il quadro politico stava passando dal Governo giallo-verde al Governo giallo-rosso, quel grimaldello serviva per cercare di non fare andare a votare i cittadini, con la scusa che non si può votare con un Parlamento di 630 parlamentari quando già il Parlamento stesso ha deciso di ridurre il numero dei parlamentari della Camera, oltre che del Senato. E, allora, noi diciamo che questo è un gioco dal quale risulta chiaramente che il re è nudo: non sapendo più cosa fare per intestarvi un qualcosa, avete organizzato questo election day che non ha nulla a che fare con i vecchi election day. Aggiungerò anche una cosa: il rinvio delle elezioni non è una cosa nuova, capitò anche per il terremoto de L'Aquila, ma andate a vedere la differenza dei tempi, dei modi e dei metodi di quella scelta. Quindi, signor rappresentante del Governo, le confermo che, da parte di Fratelli d'Italia, c'è solo una richiesta: lasciate la possibilità che i cittadini possano sentire e possano partecipare ad un momento elettorale. È evidente che il grande distanziometro politico che c'è stato in questo periodo ha svantaggiato le coalizioni sfidanti, questo è innegabile. Noi, anche per la manifestazione del 2 giugno, abbiamo dovuto necessariamente organizzarci per rispettare ovviamente le norme di legge, ma questo implica che vi sarà una partecipazione qualificata, ma non sicuramente una partecipazione diffusa come sarebbe stato in tempi normali. Ma, se è così per una manifestazione, pensate che sia diverso per le elezioni regionali o comunali? Ma è ovvio che il sindaco uscente farà il corso, stringerà un po' di mani e avrà già chiuso la sua campagna elettorale; diverso è per quello che deve sfidare che, probabilmente, in questi sei mesi…Se dovessi parlare delle mie zone, vi dico che non uscivano di casa. Il sindaco poteva uscire, ma lo sfidante sindaco non poteva uscire di casa. E già questo non vi dà l'idea di uno squilibrio che, anche sotto il profilo, prima ancora che politico, istituzionale, non esiste? E allora, signor rappresentante del Governo, lei, che è persona che viene dal mondo dell'amministrazione, queste cose le sa e, fortunatamente, ben le conosce: cerchi di spiegare ai rappresentanti del Governo e, soprattutto, al Ministro dell'Interno, che, se si va alla data più lontana possibile, rispetto ai 60 giorni, dal 2 agosto, si fa il bene della democrazia italiana, perché si cerca di dare più possibilità di confronto dopo sei mesi in cui questo confronto è praticamente venuto meno. Se, invece, volete cercare di fare delle elezioni che siano elezioni truffa, allora, sarebbe stato molto meglio ispirarsi a leggi elettorali che avevano quel sapore e non a decre-tilegge come questo, che hanno l'amarezza di non tener presente minimamente la sofferenza che ha vissuto il popolo italiano in questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). 

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