Camera

DDL recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 - RSA, vergognosa assenza dello Stato

Data: 13/05/2020
Numero: 339
Soggetto: Camera dei Deputati

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2447-A)

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PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Foti. 

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, Presidente. Già nell'intervento di ieri avevo affrontato il problema delle RSA, delle residenze sanitarie assistite. Vede, vi sono alcune questioni, che anche questo decreto-legge affronta, che suonano come una campana a morto per questo Esecutivo, perché, Presidente, ci si accorge in grandissimo ritardo di cosa sta succedendo e di cosa stava succedendo nelle RSA. Allora, quando l'articolo 1, comma 2, lettera cc), del decreto-legge in esame prevede che possano essere adottate misure volte a prevedere divieti o limitazioni all'accesso di parenti e visitatori all'interno di queste strutture, posso dire che ci si arriva due mesi dopo perché fortunatamente le direzioni di quelle RSA e il personale di quelle RSA ci sono arrivati prima del Governo, sennò sarebbe stata una strage ben peggiore: hanno chiuso spontaneamente l'accesso ai parenti, ai congiunti e agli amici di quegli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Su questa vicenda occorre essere chiari, perché non è una vicenda liquidabile in poche parole. Il presidente dell'Istituto superiore di sanità nei giorni scorsi ha fatto una dichiarazione e ha detto chiaramente come il 44,1 per cento delle infezioni da Coronavirus registrate nel mese di aprile siano state registrate nelle RSA. Questo significa che una parte importante di questo virus si è lì diffuso solo ed esclusivamente perché non vi è stata tempestiva informazione nei confronti di coloro i quali in prima linea, soprattutto i medici generici che sono presso le RSA, dovevano affrontare una battaglia che non sapevano come poter affrontare perché non gli sono state date le armi. Lei pensi che abbiamo un dato che è semplicemente sconvolgente: abbiamo qualcosa come 2.724 anziani deceduti nelle RSA riconosciuti come positivi a COVID o similari al COVID. Ebbene, di questi 2.724 solo 364 sono riconosciuti come morti per COVID a tutti gli effetti e sa il perché? Perché sono gli unici che hanno avuto il tampone, mentre per gli altri non c'è stato nessun tampone, non c'è stata nessuna possibilità di un'assistenza degna di questo nome e non c'è stata semplicemente perché chi doveva provvedere, cioè lo Stato, era latitante, era assente, ha fatto finta di non vedere. Questa è la vergogna che registriamo leggendo questi dati! E allora, Presidente, io penso che anche sotto un profilo psicologico qualcuno dovrebbe porsi il problema di cosa è successo in queste strutture e di come stanno oggi, anche sotto il profilo psicologico, gli anziani di quelle strutture che, magari, hanno visto morire in due o tre giorni il loro compagno di letto nei due o tre o cinque anni precedenti. Questo è un aspetto fondamentale. E allora, vede, il mio ordine del giorno non vuole discutere che vi sia stata e vi sia ancora oggi la necessità in alcuni casi di impedire l'accesso dei congiunti o di chi altro, ma vi deve essere la possibilità comunque per gli anziani che sono lì ospitati di poter comunicare con l'esterno e questo ordine del giorno chiede soltanto questo, che lo Stato, unitamente alle regioni metta a disposizione delle RSA che non ne siano fornite, gli strumenti tecnologici utili a favorire una relazione che pure è mediata, perché ovviamente avviene con strumenti tecnologici e non de visu, tra gli ospiti e i propri congiunti. Almeno questo lo dobbiamo a queste persone che tanto ci hanno insegnato nel corso della loro vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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