Camera

Dispositivi anti abbandono, question time alla Camera - Foti denuncia i ritardi e sprona il ministro De Micheli

Data: 25/09/2019
Numero: 227
Soggetto: Camera dei Deputati

(Iniziative volte a garantire la rapida attuazione della legge n. 117 del 2018, che ha introdotto l'obbligo di installazione di appositi dispositivi per prevenire l'abbandono di bambini nei veicoli – n. 3-00976) 

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Meloni ed altri n. 3-00976 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor Ministro, dobbiamo registrare l'ennesimo doloroso episodio che si è verificato pochi giorni fa nella città di Catania, e si è verificato perché quella legge, a cui lei, Presidente, faceva riferimento nella lettura dell'oggetto dell'interrogazione, non ha mai trovato applicazione. Non ha trovato applicazione, perché sciatteria politica e logomachie burocratiche hanno impedito che venisse adottato il decreto che consentiva a quella legge di poter operare. Allora, signora Ministro, io le chiedo soltanto di sapere cosa vuol fare con urgenza il Governo per evitare che si debbano nuovamente piangere delle vittime innocenti. 

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere. 

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Come è noto, l'obbligo di trasportare i bambini di età inferiore a quattro anni mediante seggiolini auto dotati anche di un apposito dispositivo di allarme volto a prevenire l'abbandono del bambino è stato introdotto dalla legge n. 117 del 2018. Si tratta di una legge approvata dal Parlamento con il voto favorevole di tutti i gruppi parlamentari, data la rilevanza sociale della problematica. La disposizione di legge rimette ad un decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti l'individuazione delle specifiche tecnico-costruttive e funzionali. Lo schema di decreto è stato predisposto dalla competente direzione generale del Ministero e inoltrato alla Commissione europea per l'acquisizione del necessario parere. A seguito delle interlocuzioni con la Commissione sono state apportate alcune modifiche allo schema di provvedimento, sul quale è stato acquisito il parere favorevole definitivo in data 22 luglio 2019. Come ricordato dagli onorevoli interroganti, lo schema di decreto è attualmente all'esame del Consiglio di Stato, che si pronuncerà il 26 settembre, domani. Una volta acquisito il parere del Consiglio di Stato, procederò immediatamente alla firma del provvedimento e ai conseguenti adempimenti. In considerazione dell'importanza di questi dispositivi, che consentono di impedire eventi tragici, come quelli accaduti negli ultimi anni, stiamo individuando le modalità attraverso cui incrementare le risorse destinate a favorirne l'acquisto, anche prolungando l'efficacia temporale della misura agevolativa prevista dalla legge istitutiva e dalla legge di bilancio del 2019. 

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di replicare, per due minuti. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, la legge la conosciamo bene, si chiama legge Meloni; quella proposta di legge aveva come prima firmatari, appunto, il presidente del nostro partito ed è stato uno dei primi atti che il Parlamento ha approvato nel 2018. Tuttavia, ciò non toglie che la ricostruzione che ha fatto il Ministro conferma tutte le nostre accuse. In primo luogo, il Ministro Toninelli, anche se, per carità, di maggioranza, il Ministro non l'ha detto, ha inviato quella bozza di decreto all'Unione europea con sessanta giorni di ritardo rispetto ai termini di legge, l'Unione europea, nella cosiddetta interlocuzione, si è fatta dare una proroga di altri 60 giorni, perché non riusciva ad accordarsi con il Governo italiano sulla formulazione del decreto; il risultato è che il 1° luglio la legge non è entrata in vigore; non solo, ma a tutt'oggi non è in vigore e aggiungo che anche quando andrà in vigore, Ministro De Micheli, non è stato chiarito cosa sarà dei 120 giorni che erano stati inseriti nella legge per consentire ai produttori di quei prodotti di potersi adeguare alle caratteristiche tecniche previste dal decreto. Il risultato è che tra ritardi della politica e ritardi della burocrazia europea dobbiamo piangere una vittima che avremmo potuto salvare solo con la normale diligenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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