Camera

Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali - Dichiarazione di voto

Data: 30/10/2019
Numero: 249
Soggetto: Camera dei Deputati

Disegno di legge: S. 1476 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali (Approvato dal Senato) (A.C. 2203)

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà. 

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, mi scuso con i colleghi del gruppo per la sovraesposizione di oggi ma a volte gli atti parlamentari e i lavori parlamentari portano a questo. Una premessa di natura politica mi pare importante: questo Governo ha chiesto la fiducia esattamente poche ore dopo che dall'Umbria si è levata una sfiducia popolare massiccia, forte e definitiva su questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un giudizio lapidario, mi sia consentito di dirlo, che non può essere esteso a tutto il territorio nazionale esclusivamente per una ragione: perché nel territorio nazionale ci è impedito di votare. Ma io penso che, nelle prossime elezioni, a partire da quelle della Calabria, dell'Emilia-Romagna e poi tutte le altre elezioni, se durerete tanto, il giudizio sarà lo stesso: è un giudizio che vi dice di andare a casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, signor Presidente, a me pare che far finta di non saperlo sia molto peggio che averne contezza e prenderne coscienza e, soprattutto, evidentemente le elezioni non insegnano nulla. Abbiamo avuto una fiducia su un decreto -legge che in definitiva questo ramo del Parlamento non è stato nelle condizioni di poter modificare e di esaminare compiutamente. La blindatura del provvedimento mette all'angolo l'articolo 70 della Costituzione: "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere". Cosa ha fatto questa Camera, se non costringere i parlamentari di opposizione a un'attività emendativa pregevole? Io voglio qui ringraziare i componenti del nostro gruppo, a partire dall'onorevole Rizzetto e dall'onorevole Bucalo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che, in Commissione, hanno presentato le proposte di modifica di Fratelli d'Italia su questo provvedimento, proposte di buonsenso. Non erano tutte accettabili? Forse sì, ma ve ne sarà stata una che meritava almeno un giudizio positivo. E, invece, non si può, non si può perché questo decreto perde il termine di efficacia se non convertito il 3 novembre e, quindi, bisogna accelerare ogni possibile confronto parlamentare. È un repetita non iuvant di un'interpretazione ormai direi fortemente distorsiva dell'articolo 77 della Costituzione. I decreti-legge nascono e dovrebbero avere la caratteristica della necessità e dell'urgenza? Ebbene, in questo caso notiamo soltanto un piccolo particolare: è stato più ampio lo spazio di tempo dedicato a trovare l'intesa sul testo del decreto-legge rispetto al tempo di conversione del decretolegge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E i temi non sono temi che meritavano di essere archiviati in questo modo, anche sotto il profilo della tutela del lavoro. Certo, io diffido personalmente e Fratelli d'Italia ha molti dubbi su coloro i quali pensano di tutelare il lavoro, avendo scarsa dimestichezza con il lavoro, ma si poteva pensare che sotto il profilo giuridico - almeno lì sì - vi fosse stata qualche illuminazione. Ebbene, io penso che chiunque abbia letto i quotidiani economici di oggi ha visto che questo decreto viene fatto a fette, in particolare su un'iniziativa che, per l'attuale Ministro degli Affari Esteri, l'ex Ministro dello Sviluppo economico, era una propria bandiera, cioè la questione dei rider. Viene fatto a pezzi perché chiaramente si dice che, volendo decidere di non decidere ma allo stesso tempo di imporre una soluzione, si finisce per creare un circolo vizioso in ragione del quale probabilmente gli effetti sperati, da una parte la stabilizzazione e dall'altra, invece, poter lasciare una quota di persone libere di intervenire, non verranno coniugati. Non mi pare che sia poco, così come non mi pare che sia poco avere l'ambizione di dire che abbiamo risolto, o tentiamo di risolvere, delle crisi di imprese quando ci sono più di 150 tavoli aperti, 300 mila lavoratori interessati e stiamo parlando soltanto dei lavoratori di quelle aziende, volutamente ignorando un altro fatto, cioè che per il sistema industriale italiano, che è fatto di alcune aziende importanti, ma anche di una miriade di aziende piccole, le cosiddette aziende che dovevano crescere, quelle degli otto o nove dipendenti, che in realtà sono state le aziende che hanno permesso a questo Paese di tenere botta nel momento in cui c'era la peggiore crisi economica, quelle aziende fanno parte di una filiera che a catena subisce la situazione di crisi delle aziende maggiori. E questo, quindi, era un tema che andava affrontato molto più ampiamente, dando delle prospettive, non dei pannicelli caldi, non cercando di dire "abbiamo sistemato qualcosa", consci - perfettamente consci - che la gran parte delle aziende finirà esclusivamente per chiudere i battenti, perché quelle aziende come futuro, al 90 per cento, hanno dinnanzi quella soluzione finale. Allora, noi pensiamo che si dovesse intervenire con una politica che finalmente ridisegnasse quella che è la politica industriale dell'Italia; dell'Italia non di vent'anni fa, ma dell'Italia di oggi, che si proietta nei prossimi vent'anni anche di mercato. Presidente, penso che una riflessione che faceva nella discussione sulle linee generali l'onorevole Rizzetto non possa non trovare un'ulteriore sottolineatura: avete voluto a tutti i costi il reddito di cittadinanza - e quando dico a tutti i costi, ne parlo sia sotto il profilo politico, ma anche sotto il profilo economico, cioè del costo economico del reddito di cittadinanza - e poi andiamo a verificare che neppure il 7 per cento di chi lo percepisce ha sottoscritto il patto per il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma allora, è reddito di cittadinanza che aiuta per inserirsi nel mondo del lavoro o è soltanto un modo per tenere la gente a casa sul divano e non portarla in piazza a protestare? Questo è un tentativo di conquistare il consenso, peraltro, devo dire, molto male formulato; talmente male formulato e applicato che i risultati elettorali sono lì a dimostrare che non è né con il taglio dei parlamentari, né con il reddito di cittadinanza che il MoVimento 5 Stelle può sperare di riprendersi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi avremmo dovuto, invece, avere al nostro esame un provvedimento che si occupasse sul serio delle aziende, innanzitutto ponendosi il problema della fiscalità esasperante a cui le aziende sono sottoposte, della possibilità vera e concreta di creare le condizioni perché le stesse possano competere, di un accesso al credito che ancora oggi per molte è precluso o comunque è difficoltoso, di una flessibilità nel mondo del lavoro che non significa sfruttamento di coloro i quali prestano la loro attività. Ecco, questo sì che avrebbe potuto rappresentare un momento significativo, anche di confronto politico, anche di scontro politico, ma almeno su un tema che desse una prospettiva. Siete rimasti legati al voto di fiducia, siete rimasti legati alla blindatura del Parlamento, continuate a essere legati a ricette antiche, forse ed esclusivamente perché avete nostalgia di un rosso antico. Ebbene, noi pensiamo, invece, dai banchi di Fratelli d'Italia di poter dire che avete perso un'occasione; un'occasione storica sotto il profilo politico ma anche istituzionale per dare un segnale alla gente che soffre, alle gente che ha bisogno, alle aziende che sono in crisi come ai lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. 

PRESIDENTE. Concluda. 

TOMMASO FOTI (FDI). Al loro fianco Fratelli d'Italia non c'è da oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): c'era già ieri, c'è oggi, ci sarà domani, perché noi rappresentiamo il volto sociale di questa Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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