Camera

Introduzione di dazi europei verso i Paesi che competono slealmente sul mercato in spregio all'ambiente

Data: 10/12/2019
Numero: 275
Soggetto: Camera dei Deputati

Disegno di legge: S. 1547 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (Approvato dal Senato) (A.C. 2267) (Seguito della discussione ed approvazione)

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà. 

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, a me pare che una rivalutazione di questo ordine del giorno non sia soltanto opportuna ma doverosa. In Commissione, come lei sa, non c'è stata possibilità di entrare nel merito degli emendamenti, però gli ordini del giorno hanno una loro funzione di stimolo e non possiamo negare sicuramente che vi sono prodotti che vengono messi in commercio nel nostro Paese e che hanno delle caratteristiche che non hanno rispondenza nella legislazione italiana ma solo perché importati da nazioni che praticano l'inquinamento a tutti i livelli - ogni allusione alla Cina, ad esempio, è puramente voluta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - e vengono poi posti in commercio con grave nocumento anche in relazione alla qualità dei prodotti italiani. Ecco, questo ordine del giorno può essere sicuramente riformulato, anche ricorrendo alla valutazione dell'opportunità, ma non sicuramente bocciato dal Governo. Il Governo non può dire che questo ordine del giorno non ha delle fondamenta solide. Questo ordine del giorno rappresenta un problema vero, perché nella società italiana ed europea non possiamo negare che queste vicende siano presenti né possiamo negare che diamo spesso e volentieri ai bambini in mano dei giocattoli che sono inquinanti. Questa è la verità! E, allora, non parliamo di green economy, non parliamo di economia circolare nel momento in cui vogliamo ridurla solo a un problema nazionale e non a un problema internazionale. Sotto questo profilo quindi, signor rappresentante del Governo, io le chiedo oggettivamente di fare una rivalutazione, se non altro dando un segnale. Poi, si possono chiamare "dazi", si possono chiamare in altre formule queste penalizzazioni che vanno poste a carico di Paesi che non praticano delle buone pratiche di tipo ecologico, ma sicuramente non possiamo mettere sullo stesso piano uguali e disuguali perché, se lo facciamo, in primo luogo neghiamo l'esistenza di un'emergenza ambientale che è la ragione prima del decreto-legge per come è stato rappresentato. Quindi il mio invito è a un ripensamento operoso da parte del rappresentante del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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