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Audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, sulle linee programmatiche del suo dicastero

Data: 18/07/2018
Soggetto: Commissione VIII - Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici

Audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, sulle linee programmatiche del suo dicastero, limitatamente alle parti di competenza della Commissione

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Tommaso FOTI (FdI):
<<Signor ministro, a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia la ringrazio innanzitutto per averci fatto avere prima un canovaccio di quello che avrebbe sostenuto in questa sede, ciò anche per evitare di ripeterci in alcune discussioni. Se mi permette, invece, vorrei porre alla sua attenzione alcuni elementi che non sono stati fino in fondo sviscerati nella sua relazione. Un primo argomento che, pur essendo trasversale, io penso che non possa non interessare il Ministero dell'ambiente, è la situazione dei rifiuti radioattivi in Italia. È un tema che deve essere iscritto nella nostra agenda, non soltanto perché già oggetto di più sottolineature da parte delle Commissioni d'inchiesta sui rifiuti, ma perché è un tema che oggettivamente interessa alcuni territori e rappresenta anche – mi scusi – una situazione non molto commendevole da parte dello Stato italiano. Noi non possiamo pensare che mandiamo a riprocessare i rifiuti nucleari all'estero e poi non sappiamo dove ospitarli quando ritornano. Non possiamo far finta di non sapere che esiste ciò che esiste a Saluggia, a Rotondella o a Statte. Io penso che, al di là di un intrecciarsi di competenze tra i ministeri, che sono il Ministero dell'ambiente e il Ministero delle attività produttive, ma può essere in altri casi anche la Presidenza del Consiglio, oggettivamente il tema c'è e, a mio avviso, sarebbe importante che lei in sede di replica cortesemente dicesse la sua opinione al riguardo. La seconda considerazione che mi permetto di farle è un argomento molto pratico, perché fa parte anche di uno dei punti che lei ha elencato: l'economia circolare. Per quanto riguarda l'economia circolare, io debbo dire che vi è oggi una sentenza del Consiglio di Stato, la n. 1229 del 28 febbraio, con la quale in buona sostanza il Consiglio di Stato ha voluto mettere una pietra tombale sul fatto che i criteri di cessazione dei rifiuti non debbano più essere competenza di un'autorizzazione che veniva data localmente, ma riporta centralmente allo Stato centrale questa competenza. La Conferenza Stato-regioni aveva licenziato recentemente proprio un'ipotesi di nuova norma che consentisse di non far trovare nella legalità una serie di autorizzazioni legittimamente date, ma che dopo questa sentenza sono pesantemente sotto condizione e, al tempo stesso, se me lo consente, di dare anche un minimo di certezza agli operatori. Infatti, in questo momento uno degli elementi importanti dell'economia circolare ha questa zeppa, che sarà anche fondata sotto il profilo giuridico, perché io non mi permetto di correggere il Consiglio di Stato, ma è indubbio che ha degli effetti pratici abbastanza difficili da poter bypassare, quindi chiederei un suo autorevole intervento al riguardo. Vengo al terzo elemento. L'hanno già citato alcune colleghe che mi hanno preceduto, ma mi pare opportuno fare un chiarimento. Mi pare che nel decreto-legge di riordino dei ministeri le competenze della difesa del suolo e le competenze in materia di dissesto idrogeologico siano di fatto ricondotte al Ministero dell'ambiente. Io mi permetto di dire che occorrerebbe chiarire questo punto, perché è competenza del Ministero dell'agricoltura o delle risorse agricole, forestali e alimentari, come vengono pomposamente chiamati oggi ministeri che si sono aboliti per referendum e poi si sono ricostituiti il giorno dopo per necessità, ma anche dei consorzi di bonifica. Infatti, questi ultimi spesso e volentieri assolvono funzioni, a mio avviso impropriamente, perché quella del difesa del suolo dovrebbe essere una competenza specifica dello Stato. Infatti, spesso e volentieri abbiamo i consorzi di bonifica, che, come lei sa, si mantengono anche coi contributi di bonifica, che svolgono opere di difesa del suolo, che di frequente poi finiscono per non essere coordinate con quelle che dovrebbe svolgere l'autorità locale, che è di emanazione statale. Anche sotto questo profilo, nell'ambito del riordino, io penso che ci si debba necessariamente rapportare con il Ministero delle risorse agricole per cercare di non avere dei doppioni al riguardo. In questo suo intervento, ma soprattutto nella relazione che lei gentilmente ci ha consegnato, si ribadisce più volte il concetto dell'acqua pubblica. L'acqua come bene pubblico è tale se non rimane bene pubblico per definizione, ma la si tratta come un bene pubblico. Cosa voglio dire con ciò? Voglio dire che la dispersione nelle condotte dell'acqua e gli acquedotti colabrodo non giustificano l'acqua come bene pubblico, ma fanno di un bene pubblico uno spreco collettivo. Sotto questo profilo, penso che quello delle reti sia un tema che deve essere correttamente affrontato, probabilmente anche in questo caso con una cointeressenza e un rapporto dialettico con il Ministero delle attività produttive e addirittura con la Commissione XIV. Infatti, in realtà, il decreto Ronchi veniva da un ministro che si occupava di politiche europee, ma dopo quel decreto occorre chiaramente reintervenire per avere un piano per quanto riguarda gli acquedotti e la perdita negli acquedotti e le condotte. Parliamoci chiaro: se noi facciamo passare un bene pubblico nei tubi di piombo, non so se perseguiamo anche un interesse pubblico o non commettiamo magari qualcosa di peggio. Mi permetto di fare una penultima osservazione relativa a una questione che può sembrare marginale: il problema del CSS (combustibile solido secondario). Il cosiddetto «decreto Clini» arrivò in questa Commissione a Camere scadute nella XVI legislatura e poi venne approvato dal Consiglio dei ministri ormai a Camere abbondantemente rielette, ma nei fatti non c'è stata una procedura parlamentare particolarmente partecipata. Il problema del CSS è rimasto sul tavolo per tutti i cinque anni precedenti. Sappiamo che vi sono opinioni molto diverse, perché vi è chi sostiene che è perfettamente logico conferire questi rifiuti trattati ai cementifici e chi, invece, ritiene che ciò non debba accadere. Sotto questo profilo, visto che era un regolamento – lo chiamiamo tutti «decreto Clini», ma è un regolamento – di competenza del ministero, chiedo se il ministero intenda inserire in agenda qualcosa in termini di modifica di quei princìpi o oggi li acquisisca, nel nome della continuità amministrativa e di governo, nel proprio patrimonio ideologico. Faccio un'ultima considerazione, su cui lei poi avrà sotto questo profilo una pertinente domanda per iscritto da parte del collega onorevole Butti, che è direttamente interessato alla questione come abitante della città di Como. L'oscillazione dei livelli del Lario causa dei danni ingenti alle sponde del lago di Como. Anche sotto questo profilo noi chiediamo di sapere – torno a ripetere che le arriverà una domanda più approfondita, io mi sono permesso soltanto di sviluppare alcuni concetti – anche in cooperazione con il Ministro delle infrastrutture, quali interventi il ministero è disponibile a prevedere o a disporre al riguardo. La ringrazio nuovamente per l'attenzione e tradizionalmente le faccio i migliori auguri di buon lavoro>>.

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TommasoFoti
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