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Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 - Dibattito in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici

Data: 10/10/2018
Soggetto: Commissione VIII - Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018. 
Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati. 
(Parere alla V Commissione). 

(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole). 

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella giornata di martedì 9 ottobre scorso.

...
Tommaso FOTI (FdI) sottolinea preliminarmente la forte discrasia tra la situazione tendenziale dell'economia italiana e le aspirazioni della maggioranza enunciato nel documento programmatico. Viene peraltro giustamente evidenziato che l'attuale congiuntura rischia finanche una evoluzione in senso peggiorativo, a seguito del preventivato aumento del costo del petrolio nel 2019 e la possibilità che i dazi applicati dagli Stati Uniti ad acciaio e alluminio siano estesi al settore automobilistico. In contraddizione con il tanto annunciato cambio di passo, il documento appare a suo avviso quasi fotocopiato dai precedenti, del tutto privo di ogni originalità rispetto al passato, essendo l'inversione di tendenza degli investimenti pubblici un leit motiv di tutti i documenti economico-programmatici del passato. Osserva che le previsioni contenute nel Documento, secondo le quale dei 150 milioni di investimento 118 milioni sarebbero immediatamente cantierabili, potrebbero essere realistiche solo nel caso in cui si prevedessero per ogni opera pubblica procedure semplificate e derogatorie del codice degli appalti, come si è fatto per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. La realtà invece vede avanzare con molta fatica e per periodi che si prolungano in anni e decenni le procedure di svolgimento del lavori pubblici. Fa presente che le pubbliche amministrazioni hanno difficoltà a trovare al loro interno livelli di progettazione adeguati e osserva che questa difficoltà sarà aggravata dalla cosiddetta « quota 100 » che indurrà chi ne ha la possibilità ad andare in pensione, sguarnendo gli uffici del personale di più lunga esperienza che – almeno questo è l'auspicio – verrà rimpiazzato da dipendenti che dovranno maturare la medesima esperienza, con i fisiologici ritardi nella realizzazione delle opere che ognuno può immaginare. Giudica una assoluta utopia immaginare che un miliardo e mezzo di euro di opere diffuse possa invertire la tendenza del PIL, circostanza che non può prescindere dalla realizzazione delle grandi opere che, come noto, invece subisce una battuta d'arresto legata all'improvvisa esigenza di rinnovare per una ennesima volta l'analisi costi/benefici. Stigmatizza l'assenza del tema della logistica, essendo l'Italia, per vocazione geografica, la piattaforma logistica del Mediterraneo e ritiene una riflessione sulla logistica assai più produttiva delle infrastrutture ipotizzate nel Documento, come ad esempio la costruzione di piste ciclabili, certamente di aiuto per lo sviluppo del turismo ma che non incidono significativamente sullo sviluppo del Paese. Giudica necessario un ripensamento al tema dell'edilizia pubblica, esplicitando gli interventi che si intendono mettere in campo. Osserva che la situazione attuale è ben diversa da quella degli anni Sessanta e che il Governo deve dare una risposta sociale alla pari di quella data dagli altri Paesi europei. Sottolinea l'importanza del tema della rete idrica e fa presente che il project financing, se si vogliono avere investitori, deve contenere progetti bancabili. Esprime perplessità sull'elenco dei collegati alla legge di stabilità che, da un lato appaiono fin troppo numerosi e dall'altro lato, riguardano per la maggior parte materie di relativo interesse. Quanto al patrimonio dello Stato, giudica necessario fare una riflessione approfondita che valuti, in luogo dell'alienazione dei beni, il loro recupero o la trasformazione per altro utilizzo. A tale riguardo ritiene contraddittoria la sbandierata assenza di alloggi per le Forze di polizia in presenza di numerose caserme chiuse. Auspica, in conclusione, che nel programma di lavoro indicato dal documento in esame, che copre un raggio di cinque anni, vengano date risposte ai numerosi interrogativi che emergono in questa prima fase.

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TommasoFoti
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