Camera

Riorganizzazione delle funzioni dei ministeri - errato continuare a percorrere la strada dei 'decreti omnibus'

Data: 12/11/2019
Soggetto: Commissione VIII - Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici

Decreto-legge 104/2019: Disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei Ministeri per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché per la rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere e per i compensi per lavoro straordinario delle Forze di polizia e delle Forze armate e per la continuità delle funzioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. C. 2242 Governo, approvato dal Senato.

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Tommaso FOTI (FDI) ritiene che il provvedimento in esame rappresenti una evidente testimonianza della patologia del procedimento legislativo che purtroppo si verifica in modo sempre più frequente. Si riferisce, in particolare, all'uso distorto della decretazione d'urgenza, che si sostanzia in un testo già eterogeneo nella sua formulazione iniziale che diviene, nel passaggio al Senato, un mero contenitore normativo privo di filo logico, nel quale trovano perfino collocazione disposizioni sul Commissario per le finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino. Ciò non è soltanto imputabile alle prassi sull'ammissibilità degli emendamenti che orientano il lavoro del Senato, ma anche ad una confusione del Governo e della maggioranza che nulla hanno fatto per impedire che si arrivasse ad un decreto omnibus, circostanza dalla quale il suo gruppo trarrà le dovute conseguenze laddove saranno esaminati decreti legge in questa Commissione. In esso si condensa un'ulteriore censurabile tendenza di « fuga » dalla fonte normativa regolamentare, al fine di privilegiare al decreto del Presidente della Repubblica codificato dalla legge n. 400 del 1988 lo strumento normativo spurio rappresentato dal decreto del Presidente del Consiglio, come correttamente rilevato in termini problematici dal Comitato per la legislazione e dallo stesso Consiglio di Stato. Anche tale aspetto merita attenzione, essendo evidente che se si ritiene intervenire sull'attuale assetto delle fonti normative, dovrebbe essere fatto in modo esplicito e non con surrettizie operazioni ambigue.

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Rassegna Stampa

TommasoFoti
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