Camera

Pdl si assolve: caduti in piedi

Data: 23/05/2012

Un direttivo per analizzare l'esito delle urne, dove sono state ribadite le letture del voto pubblicamente dichiarate già lunedì non appena si è rivelata la vittoria di Paolo Dosi (57,7%) su Andrea Paparo (42,2%). E' andato in scena ieri pomeriggio alla riunione del direttivo nella sede del Popolo della Libertà.
Da quanto si è appreso, i commenti degli intervenuti sono stati convergenti nello spiegare la sconfitta con ragioni soprattutto di natura nazionale, legate al momento di disgregazione dell'area di centrodestra dopo la caduta del governo Berlusconi. Sul banco degli imputati è finito in particolare l'astensionismo che avrebbe penalizzato più il candidato del Pdl e delle due civiche Piacenza Viva e Sveglia piuttosto che quello del centrosinistra.
D'altra parte, come già dopo il primo turno aveva fatto il coordinatore provinciale del partito Tommaso Foti, è stato rivendicato il risultato del Pdl piacentino (21,9%) che, pur franando rispetto alle politiche del 2008 e alle regionali del 2010, ha evitato i veri e propri crolli registrati in altre città chiamate al voto.
Parole di apprezzamento per Paparo che, risultano avere concordato i partecipanti al dibattito, avrebbe consentito di limitare i danni ottenendo, anzi, un livello di consenso giudicato una buona base per la ripartenza del centrodestra, anche se pesano non poco le incertezze nazionali sul futuro politico dell'area, considerati i progetti di riposizionamento di cui si sente parlare con insistenza.
Se qualcuno si aspettava analisi all'insegna dell'autocratica è rimasto deluso se si eccettua qualche isolato richiamo alla necessità di un cambio di registro (Giovanni Botti in direttivo e Filiberto Putzu a Telelibertà: v. a pag. 14). Che però non siano tutte rose e fiori si coglie, ad esempio, dalle battute colte a margine del direttivo dal capogruppo consiliare uscente Marco Tassi. Richiesto di un commento alle dichiarazioni di Paparo che (v. Libertà di ieri) non ha nascosto di studiare da futuro leader del centrodestra piacentino («Credo di avere le caratteristiche per poter guidare una futura coalizione»), Tassi ha messo qualche puntino sulle "i", chiarendo, tanto per cominciare, di non dare affatto per scontato che sarà l'ex candidato sindaco il capogruppo del Pdl in aula: «Occorrerà valutarlo dopo aver consultato i membri del gruppo consiliare».
Ne deve passare di esami dunque, Paparo, prima di potersi considerare leader del centrodestra. E la sua volontà di sommare l'assessorato in Provincia con il seggio a Palazzo Mercanti proprio non piace a Tassi: «Ritengo che in questo momento politico il doppio incarico sia inopportuno e che sarebbe meglio tenerne uno solo».
Segnali, gli altolà del capogruppo uscente, che sembrano dare voce a un malcontento serpeggiante nel Pdl per la caratterizzazione civica che Paparo ha cercato di dare alla sua campagna elettorale con smarcamenti sempre più spinti dal partito di provenienza.
E dalle liste civiche che lo hanno sostenuto continuano in effetti ad arrivare dichiarazioni di grande vicinanza all'ex candidato. Salvatore Dattilo, avvocato, uno dei promotori di Piacenza Viva (3,2%), lo promuove a pieni voti: «Appoggiarlo è stata la scelta giusta, non lo conoscevo, ma ho imparato ad apprezzarlo. Spero che possa trovare politicamente una collocazione più adeguata alla sua capacità sia di organizzare sia di esprimere speranze, più adeguata rispetto alla sua formazione di partenza, al suo partito. Peccato che fosse accompagnato da persone che hanno fatto il loro tempo, che lo hanno un po' zavorrato».
Riferimenti al Pdl che Dattilo non lascia generici: ce n'è per Tassi («Abbiamo visto volantini dove c'era scritto di votare per il consigliere comunale senza nessuna indicazione del candidato sindaco Paparo, una cosa scandalosa»), ma pure per il segretario del partito: «Foti capolista probabilmente non ha giovato a Paparo, so che a molti elettori ha dato fastidio, non l'hanno votato perché c'erano queste presenze ingombranti. Lo so a partire dalla mia cerchia, ai potenziali appoggi su cui potevo contare di un ambiente liberal-radicale, ci dicevano "avete buone idee, ma con certi compagni di viaggio come si fa votarvi"».
Dattilo sostiene anche che Paparo abbia pagato uno scotto per la sua "conversione" civica che, «se gli ha portato la stima delle persone più libere, è probabile che al ballottaggio abbia spinto al disimpegno alcuni del Pdl». In definitiva, comunque, il suo risultato «non è stato deludente, peccato che non ci sia mossi qualche mese prima e che i piacentini non abbiano riflettuto un po' di più sulle civiche di Papato che rappresentava l'alternativa».
Gustavo Roccella

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