L'INTERVISTA
CARLO CERRETTI / CONSIGLIERE FRATELLI D'ITALIA
«DA GIOVANE ERO TURBOLENTO? ALL'EPOCA UN PUGNO DI
DESTRA ERA FASCISTA MENTRE UNO DI SINISTRA ERA GIUSTO»
Sul profilo facebook una strofa di Roma LXXXVIII, "Che ci ricorda ogni giorno che nulla è
tramontato e che il futuro è solo
il ricordo di uno stupendo passato" cantata dal gruppo 270Bis
di Marcello De Angelis, fratello
di Nanni, militante di estrema
destra morto a Rebibbia nel
1980. Classe '59, quadro direttivo di Unicredit con una passione per il Rugby, Carlo Cerretti è
approdato in consiglio comunale nel momento più delicato della storia recente cittadina, prendendo il posto del collega di partito Giuseppe Caruso, arrestato
la scorsa settimana.
Ha assistito al consiglio comunale post arresto. Quali sono le sue
reazioni a caldo?
«Gli interventi mi sono parsi
equilibrati in un clima di confronto. Certo, qualcuno ha qualche sassolino nella scarpa, ma
ci sono presupposti per andare
avanti. Inutile chiedere dimissioni a chi non c'entra nulla. Le
parole del procuratore di Bologna sono state ribadite: la politica non c'entra. Una tranquillità per tutti noi».
Intanto, fuori dall'aula, manifestanti di Contro Tendenza chiedevano le dimissioni della giunta,
cosa ne pensa?
«Anche Luigi Rabuffi chiedeva
le dimissioni. Mi chiedo perché
allora non l'abbia fatto lui stesso per primo, dando il buon
esempio. Cosi avrebbe avuto un
senso, altrimenti è solo un gesto
plateale».
Quali sono i suoi riferimenti politici?
«Giorgio Almirante, senza dubbio. Ho militato nel Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile dell'Msi), diventando poi
fiduciario al liceo classico. A
contatto con l'avvocato Carlo
Tassi, persona di un certo peso.
Oggi come esempi guardo a Foti, La Russa e alla Meloni».
Lei ha la fama di essere stato un
giovane turbolento, vicino agli
ambienti dell'estrema destra. Come ricorda quel periodo?
<<In quegli anni un pugno dato da
uno di destra era un pugno fascista, dato da uno di sinistra era
un pugno giusto. Era facile tacciare di fascismo qualcuno. Bisogna difendersi. Mai rinnegare, rinnovarsi. L'epoca fascista è
una realtà storica che pur apprezzata è degenerata in potere
totalitario. Ma si tratta di una pagina storica che va revisionata.
Il merito di Almirante è stato
sdoganare di nuovo l'ideologia
fascista. Non si può partire dal
presupposto che tutto quanto è
stato fatto, fosse sbagliato. Un
giorno forse valuteremo le cose
diversamente».
Sulla sua pagina facebook spicca
la strofa di una canzone dei 270Bis
intrisa di simbologia fascista.
«Quella frase è un auspicio. Non
conoscevo precisamente gli autori, ma la storia di De Angelis sì.
Chi è caduto per la causa andrebbe ricordato, come Sergio
Ramelli, ucciso per mano politica».
Libertà