IL LEGHISTA: «SOLIDARIETÀ GIUSTA PER IL PREGIUDIZIO SBAGLIATO CHE PONE LUI E IL SUO PARTITO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI»
«Mi faccia dire: io sto con
Tommaso Foti». Esordisce così
Corrado Pozzi, commissario
provinciale della Lega, il partito
più pesante della coalizione. Il
quale senza indugio prosegue:
«Guardi, sono mille i motivi che
mi dividono da Foti: dalla storia
personale alle vicende politiche
fino ai modi di porsi. Però dopo
il caso Caruso non posso che solidarizzare quando il pregiudizio tende a collocare ingiustamente lui e gli esponenti del suo
partito sul banco degli imputati. Proprio per questo mi sono
schierato con quelli che hanno
proposto che fosse FdI a esprimere il successore alla presidente del consiglio. Per rimarcare la
netta distinzione tra le due posizioni, quella di Caruso e del partito. Sì, sto con Foti e contro i pregiudizi».
E' chiaro, Pozzi, che quanto accaduto ha ripercussioni anche
sull'intera maggioranza. Come se
ne esce?
«Da episodi come questi si esce
in un solo modo: con l'unità di
tutto il gruppo della maggioranza».
Non avete pensato che fosse l'occasione per dare un segnale e offrire alle minoranze l'incarico di
presidente del "parlamentino"?
«A livello personale e in assoluto non sono contrario a questo
tipo di dialogo istituzionale. Ma
penso che in questo caso, per le
ragioni esposte, non sia opportuno».
Risulta che Fdi si sia lamentata
per non aver ricevuto solidarietà
da parte del resto della coalizione. Qualche senso di colpa?
«Nessun senso di colpa. Fin da
subito abbiamo espresso le nostre convinzioni trovando anche
condivisioni nei nostri interlocutori».
Fatto sta che adesso Fratelli d'Italia ha rinunciato. E risulta che la
partita si sposti anche in campo
Lega con nomi che già circolano
(Davide Garilli, Nelio Pavesi).
«Nutro ancora qualche speranza che Fratelli d'Italia torni sui
suoi passi e accetti di esprimere
la candidatura. Lo ritengo un
passaggio fondamentale per dissipare qualsiasi preconcetto dopo quanto accaduto in questi
giorni».
La vicenda Caruso si è inserita in
un dibattito all'interno della colaizione incentrato sulla ricetta
per rilanciare l'azione della giunta Barbieri. La sindaca è tornata
a chiedere più impegno agli assessori. Ha buoni motivi per farlo?
«Non mi esprimo nel merito
dell'impegno che ciascun amministratore profonde e nella
misura in cui sceglie di farlo. Certo è che l'impegno e il senso di
responsabilità di ciascuno devono essere coordinati nell'ambito di un vero gioco di squadra».
Pozzi, non può passare inosservato il fatto che l'assessore finito più
nel mirino delle critiche negli ultimi tempi per la questione
dell'appalto del verde, Paolo
Mancioppi, appartenga alla Lega,
il suo partito.
«Mancioppi è sereno circa il suo
operato. Un lavoro che, mi preme sottolineare, ha dovuto fare i conti anche con la malasorte.
Sono tante le componenti che
non sono state considerate in
tutta questa vicenda, a partire
dai fenomeni atmosferici. Non
si può sfalciare tutto il territorio
in un solo giorno, l'elenco di lavori da effettuare si accumula
quotidianamente. Va riconosciuto che il disservizio c'è stato,
ma è dipeso anche da molti fattori. Non si possono però aver
dubbi sul fatto che si sia operato nel bando per ottenere la massima chiarezza, trasparenza e
onestà».
Quindi Mancioppi è ancora saldo
in sella?
«Non ha motivi per non esserlo».
Eppure da giorni si vocifera circa
un nuovo rimpasto. Può escludere che sia all'ordine del giorno?
«Non è all'ordine del giorno. Assolutamente».
Libertà