LA PROVINCIALE 6 FU OGGETTO NEGLI ANNI '90 DI INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
Uno si chiamava Mattia. Un
altro Alfredo. Un altro ancora
Francesco. Poi, Maria. E tanti altri,
purtroppo. È una via Crucis,
tra morti e feriti, cercare in archivio
"Incrocio Case Nuove". Spunta
anche un'interrogazione parlamentare
di Tommaso Foti al
ministero Nerio Nesi. Oggi l'allora
ministro ha 93 anni. Già nel
dicembre '92 era stata fatta
un'istanza per sollecitare la sistemazione
della provinciale 6. In una nota, i lavori venivano annunciati
nella primavera del
1998. Sono passati vent'anni e
c'è da mettersi le mani nei capelli.
Il piano delle opere
La speranza è che la messa in sicurezza
dell'incrocio di Case
Nuove, che collega Godi alla
provinciale tra San Giorgio e
Carpaneto, venga concretamente
realizzata come previsto nel
piano delle opere della Provincia
nel 2019. L'intenzione c'è tutta,
secondo la neopresidente Patrizia
Barbieri: «Subito dopo
questo terribile incidente ho
chiesto quali interventi fossero
previsti per quell'incrocio pericoloso.
Confermo che il cantiere
è previsto nel 2019, già deliberato».
Il direttore generale Vittorio
Silva aggiunge: «Il valore del la messa in sicurezza è di 900mila
euro. Questi sono stati garantiti
utilizzando parte dell'avanzo
di amministrazione».
L'appello da Carpaneto
Intanto alla voce del sindaco di
San Giorgio Donatella Alberoni,
pronta a proclamare il lutto cittadino
quando saranno celebrati
i funerali delle ultime due vittime
della strada, Matteo Quattrini
e Pio Franchi, e a quella del
consigliere regionale Giancarlo
Tagliaferri si unisce anche l'appello
del sindaco di Carpaneto
Andrea Arfani: «Percorro quel
tratto di strada più volte al giorno»,
sottolinea. «Siamo sconvolti
per quello che è successo e
chiediamo assolutamente che
la zona venga messa in sicurezza.
Ci uniamo intanto ovviamente
al cordoglio della comunità sangiorgina per la perdita
dei due cugini e amici Pio e Matteo».
Le perizie
L'incrocio di Case Nuove di San
Giorgio era stato riconosciuto
anche dai tecnici della Provincia
come tra i più pericolosi del
territorio, negli ultimi anni (si vedano gli articoli di Libertà, ad
esempio, del 2017 e precedenti).
«Quell'intervento è da fare,
assolutamente, ma ha costi importanti,
pari a circa 750mila euro,
e ad oggi non ci sono le risorse
per poterlo effettuare in modo
adeguato», era stato ribadito dagli
amministratori. «Fondamentale
deve essere la richiesta di poter avere maggiori risorse da
parte del Governo a sostegno
delle Province, per poter garantire
le funzioni in carico. Abbiamo
bisogno anche di nuovo personale».
"Quanti dovranno morire
ancora?", scriveva un lettore
nel 2008. Ancora tanti, sarebbe
stata la risposta.
Libertà