Primo cittadino e maggioranza ribattono all'accusa di incapacità mossa dall'ex giunta «Città arretrata in 15 anni di centrosinistra»
Una «simpatica reunion» quella tra l'ex sindaco Paolo Dosi e gran
parte dei suoi assessori; tenutasi, oltretutto, «nel blue monday, il giorno più triste dell'anno»: non poteva che «risolversi in un maldestro
tentativo di nascondere responsabilità evidenti».
Liquida così, il sindaco Patrizia Barbieri, la controffensiva che l'amministrazione di centrosinistra uscita
di scena nel giugno 2017 ha lanciato lunedì davanti alla stampa per chiedere al centrodestra oggi in carica di finirla di incolpare di tutto la
ex giunta, uno «scaricabarile che
serve solo a nascondere le proprie
incapacità di governo». Accuse, ha
ribattuto ieri Barbieri, che hanno
«ben poco fondamento, e a dire il
vero interesse», dal momento che
«arrivano da una giunta che non più
di 19 mesi fa è stata così sonoramente bocciata dal giudizio dei piacentini».
Una replica «doverosa», la definisce
il sindaco in una nota, «ricordando
come cinque anni di amministrazione Dosi, e in totale 15 di centrosinistra, abbiano segnato in modo
fortemente negativo questa città: la
perdita dei principali centri direzionali, la trascuratezza nella manutenzione, la superficialità se non avventatezza nella gestione di tante
questioni fondamentali, costringono oggi a una faticosa rincorsa, che
certo non può esaurirsi in 19 mesi».
E via elencando le «tante pesanti
eredità che ci troviamo a dover affrontare, a partire dalle pratiche di
Borgo Faxhall e di piazza Cittadella fino allo sportello Sueap di cui
avremo modo di parlare nello specifico (è il casus belli da cui ha preso le mosse la reazione del centrosinistra per una polemica aperta
dall'assessore Erika Opizzi che per
oggi ha già convocato una conferenza stampa di replica, ndr). Oggi
la giunta che rappresento sta cercando di lavorare sul presente e sul futuro, recuperando le manchevolezze del passato», continua Barbieri, «e, soprattutto, ci stiamo impegnando per ridare a Piacenza e ai
piacentini quello spirito di iniziativa e quella voglia di partecipare alla vita pubblica che negli anni scorsi sono state pesantemente tarpate».
A darle man forte è la maggioranza,
che in una nota dei capigruppo Carlo Segalini (Lega), Sergio Pecorara
(Fi), Giancarlo Migli (Fdi), Antonio
Levoni (Liberali) parla di «trombati dai piacentini» che «si trasformano in trombettieri, incuranti di avere lasciato altro che pratiche inevase e contenziosi giudiziari». «Che i
responsabili del grave immobilismo
in cui hanno lasciato Piacenza abbiano anche il coraggio di erigersi a
censori è veramente il colmo», proseguono polemici: «Con quale coraggio Cugini e compagnia stonante imputano ritardi alla giunta Barbieri quando, ad esempio, per il parcheggio di piazza Cittadella la sinistra ha impiegato ben dieci anni per
concludere niente? E che dire
dell'area ex Acna per la quale, dopo
il memorandum elettorale della
giunta Reggi, pendono oggi tre cause che la proprietà ha intentato contro il Comune? A tacere di Borgo
Faxhall, anche questa pratica in fase di pre contenzioso grazie all'insipienza di chi si è mostrato più interessato a promuovere un pateracchio piuttosto che a realizzare un
interesse pubblico». E per quanto
riguarda il piano di riqualificazione
del consorzio agrario Terrepadane,
i capigruppo si dicono stupiti che
«nessuno abbia ancora informato
gli ex assessori della giunta Dosi della presentazione, nei giorni scorsi,
di alcune significative modifiche al
precedente progetto da parte di Terrepadane: non è che la sinistra pretenda che la giunta Barbieri faccia,
come qualcuno in passato ha fatto,
il lavoro e gli interessi del privato?».
Libertà