Un via libera condizionato: «Si metta in sicurezza l'accesso in via XXI Aprile»
Cucina con dehor sia. Purché il
concessionario si faccia carico di
mettere in sicurezza l'accesso a Bastione
San Sisto in via XXI Aprile
prima che «ci scappi l'investito». E'
stato un "sì" condizionato quello
espresso ieri dal consiglio comunale
quasi all'unanimità, con le sole
astensioni di Mauro Saccardi (FI)
e Massimo Trespidi (Liberi).
La variante urbanistica permetterà
alla società Sverzellati (aggiudicataria
del bando di valorizzazione
del Demanio) di costruire uno
spazio per la cucina con dehor e
proseguire così l'attività di ristorazione
e tempo libero interrotta bruscamente
qualche settimana fa poco
dopo l'inaugurazione.
Ma sull'esigenza di sicurezza per
l'accesso al Bastione il consiglio comunale
non transige: «No all'ingresso
pedonale da via XXI Aprile,
la clientela è troppo a ridosso di una
strada a scorrimento veloce e si rischia»
hanno avvertito molti consiglieri
nella consapevolezza che il locale potrà richiamare parecchi
avventori, forse non solo per la stagione
estiva.
Quello di Tommaso Foti (FdI) è parso
addirittura un ordine: «Nelle prime
due serate ci è andata bene. Ma
la clausola contenuta nell'accordo
deve essere usata in modo draconiano:
o si studia un'alternativa
all'ingresso in via XXI Aprile, magari
passando da dietro, oppure solo
l'accesso pedonale dalla rampa
di Barriera Milano. Il Demanio non
è il padrone della città». Dello stesso
avviso anche Roberto Colla:
«Nelle due serate che si erano svolte
mi sono reso conto dei rischi che
si corrono ad attraversare via XXI
Aprile e a stazionare vicino al locale
- ha detto - davvero è urgente intervenire. E potrebbe anche essere
l'occasione buona per dare una sistemata
a tutta l'area esterna». Tesi
condivisa anche da Trespidi che
però si è astenuto: «Non intendo
votare a favore di una pratica monca.
Non è possibile che il gestore si
accorga solo in un secondo tempo
che manca qualcosa».
Il "caso Boat" sul Lungo Po
Il dibattito si è poi inasprito in coda
quando, allargando il tiro sulla
sicurezza dei locali, una fronda bipartisan
di consiglieri ha acceso i
riflettori su "Boat Piacenza", il locale
che ha recentemente inaugurato
sul Lungo Po. A denunciare situazioni
poco chiare sono stati
Giorgia Buscarini (Pd), Foti (FdI) e
Trespidi (Liberi).
Se Foti ha denunciato la circostanza
che Aipo «abbia dato l'ok quattro
giorni prima che venisse costituita
la società», Buscarini è stata
ancor più dura: «Noi del Pd siamo
per le cose belle e fatte in regola, se
lo sono vi applaudiamo. Ma le regole
devono essere uguali per tutti.
Non ci possono essere locali di
serie A e B. Il locale ha cui Aipo ha
dato l'ok ha fatto una segnalazione
di inizio attività temporanea per
somministrazione alimenti e bevande
per il weekend scorso senza
avere la licenza del pubblico esercizio.
E una di intrattenimento musicale
temporaneo fino a 200 persone.
Eppure mi sembra che l'altra
sera ce ne fossero molte di più».
La stessa Buscarini - che sulla questione
qualche settimana fa aveva
richiesto un accesso agli atti (lamentando
il ritardo nella consegna
da parte degli uffici comunali) - ieri
mattina ha inviato una pec al gabinetto
della questura e delle prefettura
chiedendo controlli sul locale.
Pesante anche Trespidi: «Sto raccogliendo
tutta la documentazione
sia su Boat sia su Bastione San
Sisto. Se riterrò che vi siano gli estremi,
andrò in procura».
Libertà