Rassegna Stampa

Bastione San Sisto, si' a cucina e dehor. E scoppia il 'caso Boat'

Data: 31/07/2018

Un via libera condizionato: «Si metta in sicurezza l'accesso in via XXI Aprile»

Cucina con dehor sia. Purché il concessionario si faccia carico di mettere in sicurezza l'accesso a Bastione San Sisto in via XXI Aprile prima che «ci scappi l'investito». E' stato un "sì" condizionato quello espresso ieri dal consiglio comunale quasi all'unanimità, con le sole astensioni di Mauro Saccardi (FI) e Massimo Trespidi (Liberi). La variante urbanistica permetterà alla società Sverzellati (aggiudicataria del bando di valorizzazione del Demanio) di costruire uno spazio per la cucina con dehor e proseguire così l'attività di ristorazione e tempo libero interrotta bruscamente qualche settimana fa poco dopo l'inaugurazione. Ma sull'esigenza di sicurezza per l'accesso al Bastione il consiglio comunale non transige: «No all'ingresso pedonale da via XXI Aprile, la clientela è troppo a ridosso di una strada a scorrimento veloce e si rischia» hanno avvertito molti consiglieri nella consapevolezza che il locale potrà richiamare parecchi avventori, forse non solo per la stagione estiva. Quello di Tommaso Foti (FdI) è parso addirittura un ordine: «Nelle prime due serate ci è andata bene. Ma la clausola contenuta nell'accordo deve essere usata in modo draconiano: o si studia un'alternativa all'ingresso in via XXI Aprile, magari passando da dietro, oppure solo l'accesso pedonale dalla rampa di Barriera Milano. Il Demanio non è il padrone della città». Dello stesso avviso anche Roberto Colla: «Nelle due serate che si erano svolte mi sono reso conto dei rischi che si corrono ad attraversare via XXI Aprile e a stazionare vicino al locale - ha detto - davvero è urgente intervenire. E potrebbe anche essere l'occasione buona per dare una sistemata a tutta l'area esterna». Tesi condivisa anche da Trespidi che però si è astenuto: «Non intendo votare a favore di una pratica monca. Non è possibile che il gestore si accorga solo in un secondo tempo che manca qualcosa». 

Il "caso Boat" sul Lungo Po 
Il dibattito si è poi inasprito in coda quando, allargando il tiro sulla sicurezza dei locali, una fronda bipartisan di consiglieri ha acceso i riflettori su "Boat Piacenza", il locale che ha recentemente inaugurato sul Lungo Po. A denunciare situazioni poco chiare sono stati Giorgia Buscarini (Pd), Foti (FdI) e   Trespidi (Liberi). Se Foti ha denunciato la circostanza che Aipo «abbia dato l'ok quattro giorni prima che venisse costituita la società», Buscarini è stata ancor più dura: «Noi del Pd siamo per le cose belle e fatte in regola, se lo sono vi applaudiamo. Ma le regole devono essere uguali per tutti. Non ci possono essere locali di serie A e B. Il locale ha cui Aipo ha dato l'ok ha fatto una segnalazione di inizio attività temporanea per somministrazione alimenti e bevande per il weekend scorso senza avere la licenza del pubblico esercizio. E una di intrattenimento musicale temporaneo fino a 200 persone. Eppure mi sembra che l'altra sera ce ne fossero molte di più». La stessa Buscarini - che sulla questione qualche settimana fa aveva richiesto un accesso agli atti (lamentando il ritardo nella consegna da parte degli uffici comunali) - ieri mattina ha inviato una pec al gabinetto della questura e delle prefettura chiedendo controlli sul locale. Pesante anche Trespidi: «Sto raccogliendo tutta la documentazione sia su Boat sia su Bastione San Sisto. Se riterrò che vi siano gli estremi, andrò in procura».

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