L'assessore Polledri ha confermato in aula l'intenzione di non chiudere
L'assessore alla Cultura Massimo
Polledri ha confermato in
consiglio comunale l'intenzione,
condivisa anche dall'assessore alla
Partecipazione Luca Zandonella,
di non voler chiudere la biblioteca
della Besurica, bensì di
potenziarla nei servizi e negli
eventi-iniziative che possano richiamare
frequentatori. Ha criticato
però la passata amministrazione
che, a suo dire, non avrebbe
lasciato soldi per finanziare la
prosecuzione dell'esperimento
iniziato nel luglio 2016: «La sinistra
non ha lasciato una lira, per
cui dovremo trovare le risorse a partire da inizio anno». Lo ha detto
nell'ambito della discussione
sul rinnovo della convenzione
per la gestione del polo bibliotecario
piacentino per il triennio
2018-20 che vede l'adesione di 23
soggetti, tra comuni ed enti vari,
e il Comune di Piacenza diventare
capofila con compiti specifici
di un progetto che sta dando risultati
altamente positivi in termini
di accessi, prestiti di volumi,
servizi e nuove tecnologie a disposizione
(convenzione approvata
all'unanimità). Un po' da tutte
le forze politiche è arrivata la
richiesta di preservare il distaccamento
della Besurica, in particolare
dalla consigliera del Pd
Giulia Piroli, la quale ha auspicato
«un potenziamento generale
degli investimenti nelle biblioteche».
D'accordo il collega Luigi
Rabuffi (Pc in Comune) che ha
invitato il Comune a studiare soluzioni
per tamponare l'emorragia
che si registra sul fronte di alcuni
servizi che subiscono "la
concorrenza" dei dispositivi digitali
di noleggio libri e film. Più
cauto, sul fronte della biblioteca
della Besurica, Tommaso Foti
(FdI-an) che ha chiesto all'amministrazione
di valutare «il rapporto
costi benefici» di tale operazione.
«O la biblioteca funziona sei giorni
su sei o non ha senso pagare il
riscaldamento per nulla - ha rimarcato
- piuttosto si cerchi una
formula integrata: o farla diventare un polo di aggregazione oppure
dotarla di funzioni che la
rendano realmente operativa».
Più in generale ha caldeggiato
l'ipotesi di avere, accanto alla sede
centrale della Passerini, «più
sedi bibliotecarie specializzate in
alcuni servizi per evitare duplicazione
o triplicazione degli stessi».
Allargando il tiro Massimo
Trespidi (Liberi) ha invece suggerito
di potenziare i collegamenti
wi-fi della biblioteca centrale
Passerini Landi («mi dicono che
balbetta troppo») e di valutare
l'ampliamento degli spazi studio.
Libertà