Rassegna Stampa

Caruso (Fdi) al timone del consiglio, vice Dagnino (M5s)

Data: 15/07/2017

ALLA PRIMA SEDUTA IN AULA IL GIURAMENTO DEL SINDACO CHE APRE ALLE MINORANZE

Tutto è filato liscio per Patrizia Barbieri e la sua maggioranza. Anche l'ultima tessera del mosaico degli incarichi, la presidenza del consiglio comunale, è andata al suo posto senza inciampi. Giuseppe Caruso è stato eletto allo scranno più alto dell'aula. Tutto il centrodestra ha votato il nome indicato da Fratelli d'Italia sul quale nella coalizione più di una riserva risultava essersi alzata. Con la prima seduta del consiglio comunale e il giuramento del sindaco Patrizia Barbieri in fascia tricolore, la nuova amministrazione municipale può ufficialmente prendere il largo. Lo fa in uno spirito collaborativo tra maggioranza e minoranze che in prevalenza si è manifestato negli interventi delle forze politiche. Fatta eccezione per un paio di passaggi polemici che pure non sono mancati. L'elezione del presidente del consiglio - con voto palese, come prevede il regolamento da poco revisionato - è stato il momento clou della seduta. Centrodestra, si diceva, compatto sulla carica assegnata a Fdi dagli accordi nella maggioranza. Anche se nelle parole di Antonio Levoni, della lista civica "Prima Piacenza", si è potuto cogliere un riferimento alle tensioni della vigilia: la soluzione Caruso, ha detto dopo la proposta del nominativo fatta da Tommaso Foti (Fdi), «è frutto di un accordo fra i partiti che non cia ha mai visto seduti al tavolo delle trattative; comunque, prendendo atto di questa proposta, ci allineiamo». Caruso non è stato votato dalle minoranze. Il Pd ha messo sul tappeto l'alternativa di Christian Fiazza, su cuisi sono ritrovati anche l'ex candidato sindaco del centrosinistra Paolo Rizzi e Roberto Colla (Piacenza Più). Si sono invece astenute le altre minoranze, che sono i due del Movimento 5 stelle Andrea Pugni e Sergio Dagnino, Luigi Rabuffi di Piacenza in Comune e Massimo Trespidi con i due eletti della lista "Massimo Trespidi sindaco", cioè Gloria Zanardi e Mauro Monti, che, tutti e tre insieme, daranno vita al gruppo consiliare "Liberi". Trasversalissima e quasi unanime è stata, subito dopo, l'elezione del vicepresidente, carica assegnata dal nuovo regolamento alla minoranza (o alla maggioranza nel caso in cui la presidenza sia appannaggio dell'opposizione). Il nome che le forze di minoranza hanno finito per convergere unitariamente (a eccezione di Rabuffi, unico ad astenersi) è stato quello del grillino Dagnino. La proposta l'ha fatta il pd Stefano Cugini, che fino all'elezione di Caruso ha presieduto i lavori del consiglio in qualità di consigliere più eletto della lista più votata (per l'appunto quella dem), e ha incontrato i favori del centrodestra. Caruso, già consigliere comunale di opposizione (An e Pdl) durante le due giunte del sindaco Reggi, si è detto emozionato nell'insediarsi sul seggio che dirige i lavori dell'assemblea municipale: «Garantisco che l'imparzialità sarà la mia stella polare, ricoprirò questa carica con sacrificio e spirito di responsabilità». Il sindaco, da parte sua, nel presentare la nuova giunta si è detta «emozionatissima, perchè da oggi arriva il momento di un nuovo percorso per la città, maggioranza e minoranza dovranno collaborare, siamo qui per il bene della città, con grande senso di responsabilità inizia un lavoro comune». Parole, quelle di Barbieri, di apertura alle minoranze accolte con favore dal centrosinistra, anche se non tutti gli interventi della maggioranza hanno mantenuto lo stesso tono conciliante. Lo ha sottolineato risentita Giulia Piroli (Pd) che ha polemicamente rinfacciato al sindaco di essersi recata all'incontro regionale sulla Destinazione turistica Emilia senza l'assessore al turismo Massimo Polledri. Non si è fatta attendere la replica di Barbieri: «Non posso pensare che si insinui che l'assenza dell'assessore sia dovuta a mancanza di fiducia del sindaco nei suoi confronti. La realtà è che quello è un tema che non attiene solo al turismo o al commercio o all'Area Vasta, ma in primis allo sviluppo economico, che è una delega che ho riservato a me. Ecco perché ci sono andata io, a chiedere e ottenere che Piacenza fosse nella cabina di regia ristretta regionale e concorrere all'assegnazione di risorse. Dai ieri ci siamo, con il presidente della Provincia Rolleri, come è giusto che sia rappresentando lui tutto il territorio, mentre fino a oggi non c'eravamo. Né c'erano fondi a bilancio, come invece hanno le altre città».

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