Nel mirino la violazione del protocollo con la clausola sociale: «L'occupazione non è una priorità? Monta la rabbia di tante persone»
Dai sindacati sale alto l'allarme
lavoro. All'indirizzo del Comune.
Colpevole di infischiarsene della
clausola sociale su cui poggia il protocollo
sugli appalti siglato con le
passate amministrazioni, e di determinare
così preoccupanti conseguenze
sul destino occupazionale
di tante persone e in generale sulla
qualità del lavoro nei servizi erogati
sul territorio, anche i più delicati
dal punto di vista socio-educativo.
Sono i segretari provinciali di Cisl,
Marina Molinari, e Cgil, Gianluca
Zilocchi, a sollevare polemicamente
il tema in due comunicati, con domande
dirette alla giunta di centrodestra
del sindaco Patrizia Barbieri
che dallo scorso giungo è al timone
di Palazzo Mercanti: «Il lavoro è un
valore o no? E' una priorità o no?»,
chiede Zilocchi «pretendendo risposte
chiare» a nome di «tutte le
persone che lavorano negli appalti
del Comune e che stanno esprimendo
in questi giorni tutte le loro
preoccupazioni e la loro rabbia che
se non sarà ascoltata troverà i momenti
e i luoghi per esprimersi».
«Dopo dieci mesi di atti messi in
campo o annunciati» dall'amministrazione
Barbieri, «si comincia a
profilare "una identità", uno stile di governo della città, che per diversi
aspetti ci lascia molto perplessi», incalza
da parte sua Molinari citando
gli appalti per la gestione di Spazio
4 e Belleville, il centro giovanile e la
struttura educativa interculturale
sui quali la giunta in carica ha impresso
un cambio di indirizzo con
robusto taglio di risorse. Soprattutto
non è stata prevista «l'applicazione
di clausole sociali a tutela del personale
che in questi anni aveva animato
l'esperienza dei due centri giovanili»,
sottolinea la segretaria della
Cisl: «Se questa è la premessa, non
si può che guardare con grande
preoccupazione alle prossime gare
di appalto comunali, prima fra tutte,
in ordine di tempo, quella dei servizi
delle biblioteche comunali, dove
tanti operatori e operatrici, molto
qualificati, hanno dimostrato di
saper produrre esiti di eccellenza».
«Se questa scelta politica fosse presa
a modello ed esportata in tutti i
contesti di lavoro, pubblico e privato,
che effetti ci sarebbero sul tessuto
occupazionale della nostra provincia?
Pensiamo alla logistica, o
all'imminente gara per i servizi di
smaltimento rifiuti, oggi gestiti da
Iren, senza parlare del trasporto
pubblico locale. La gente approverebbe
che a fronte di un nuovo vincitore
di gara d'appalto sia lecito disfarsi
dei lavoratori che avevano fino
a quel momento operato in quelle
mansioni?», chiede Molinari ricordando che il sindaco in consiglio
comunale dichiarò che «i lavoratori
devono essere tutelati tutti, sia
quelli che sono oggetto di clausola
sociale, ma anche gli altri, che hanno
diritto a entrare nel mondo del
lavoro». Se è condivisibile che «anche
chi è alla ricerca del lavoro va sostenuto
con azioni di accompagnamento»,
secondo la sindacalista «si
profila uno scenario di competizione
senza limiti tra lavoratori che si
contendono lo stesso posto di lavoro,
magari al massimo ribasso».
«La non applicazione delle clausole
sociali ha come effetto anche
quello di consentire al nuovo gestore
di arruolare personale a condizioni
economiche più modeste rispetto
a quelle che sarebbe stato vincolato
a mantenere nel caso di passaggio
di personale tra appalti», segnala
Molinari a cui fa eco Zilocchi
nel fare presente di avere chiesto
«nei mesi scorsi un pronunciamento
formale da parte dell'amministrazione
circa la conferma degli accordi
in vigore sugli appalti», ma «ad oggi
nessuna risposta» se non la pubblicazione
dei due bandi senza clausola sociale. «Il lavoro viene visto come
una variabile indipendente, il
diritto al mantenimento del proprio
posto di lavoro ridotto a una "bizzarra
ragione" come sostenuto da
un autorevole esponente della maggioranza
(Tommaso Foti, ndr) in un
recente consiglio comunale», polemizza
il segretario Cgil secondo cui
la mancata conferma del protocollo
«è un atto grave e ostile» che «svela
l'impronta politica con cui si affronta
la questione». Significa, incalza
Zilocchi, «violare la legge regionale
sulla legalità negli appalti e il
patto per il lavoro dell'Emilia Romagna»
nonché «creare precedenti pericolosi
su un tema quotidianamente
utilizzato dalla organizzazioni criminali
per infiltrarsi nelle nostre
economie, vedi l'inchiesta Aemilia».
Nel citare la recente sentenza del Tar
della Campania che ha annullato
un bando senza la clausola sociale,
il segretario Cgil evidenzia «anche
gli altri contenuti del protocollo, i
criteri di aggiudicazione degli appalti
(no al massimo ribasso), i contratti
da applicare per evitare concorrenze
al ribasso sui lavoratori».
Libertà