L'alberello di cachi di seconda generazione sopravvissuto all'atomica del 1945 adottato dai bambini della scuola primaria
Un messaggio forte, lanciato
da novanta bambini emozionati
ed entusiasti di vivere un momento
memorabile: «Dobbiamo
far crescere il seme della pace in
tutti noi» hanno detto e cantato,
perfino in giapponese. Quella di ieri è stata infatti la giornata che
ha visto gli alunni della scuola primaria
di Sant'Antonio piantare
l'alberello di cachi di seconda generazione
sopravvissuto in Giappone
al bombardamento di Nagasaki
del 9 agosto 1945.
Quest'anno la scuola di Sant'Antonio
è stato il primo istituto italiano
coinvolto nel progetto Kaki
tree project, attivo da oltre 20 anni per merito del giapponese Masayuki
Ebinuma, un arboricoltore
residente proprio a Nagasaki.
La storia è semplice: nel 1994 Ebinuma
iniziò a curare il fragile albero
di cachi e riuscì a farlo riprendere
fino al punto da ottenere
delle pianticelle di "seconda
generazione dell'albero di cachi
sopravvissuto al bombardamento
atomico". A quel punto cominciò a distribuire quelle pianticelle
ai bambini che si recavano in
visita a Nagasaki, come simbolo
di pace. Progetto che si è allargato
al mondo intero ed è stato attuato
dalla scuola piacentina anche
grazie all'interessamento del
genitore giapponese di uno degli
alunni. A curarlo in prima persona
la docente Antonella Ramponi:
«Il progetto ha coinvolto tutti
gli alunni che sono stati molto
bravi e impegnati per arrivare alla
giornata di oggi (ieri per chi legge)
- ha detto - ringraziamo tutti
coloro che hanno permesso la riuscita
dell'evento. Il messaggio
che lanciamo è quello della pace».
La cerimonia della piantumazione
del tronchetto, accompagnata
da canti recitati e letture,
si è svolta nel cortile della
scuola alla presenza del capitano
Francesco Giuseppe del 2
Reggimento Genio Pontieri, del
caporalmaggiore Maria Cristina
Romanelli e del consigliere comunale
Tommaso Foti. Quest'ultimo,
a nome dell'amministrazione
comunale ha parlato di «gesto
significativo e condiviso in un
momento in cui i venti di guerra
si spera possano essere rimandati
indietro al più presto».
Libertà