Sì bipartisan in consiglio comunale. Divisioni nella Lega. Pavesi: le tasse dobbiamo toglierle Cavalli: qui più anime, Polledri è in minoranza
Può il centrodestra votare l'istituzione
di una nuova tassa? Può farlo
quando solo due anni prima aveva
votato contro quella stessa imposta?
Certo che può farlo, come è accaduto
lunedì in consiglio comunale
con l'imposta di soggiorno. Lo ha
fatto con qualche imbarazzo dichiarato
nel dibattito in aula.
Due anni fa la tassa di soggiorno la
propose la giunta Dosi per dare un
po' di fiato alle esangui casse comunali:
gettito stimato sui 200mila euro
grazie al sovrapprezzo - da 0,50 a
2 euro - da far pagare a chi, prevalentemente
turisti, pernotta in uno
degli hotel in città. Il centrodestra
votò no (Forza Italia si astenne), con
il leghista Massimo Polledri, oggi assessore
con delega (tra le altre) al turismo,
che si scagliava contro la
"nuova gabella del solito centrosinistra
tassa e spendi", che avrebbe
indotto i visitatori a pernottare a
Borgonovo pur di sottrarsi all'obolo.
Cambio di rotta politico
Questi giudizi dell'allora capogruppo
consiliare del Carroccio ha avuto
buon gioco, lunedì in aula, Christian
Fiazza (Pd) a rinfacciarli a tutta
la maggioranza, e alla Lega in primis,
come «cambio di rotta duro da
motivare». E il dito Fiazza lo ha puntato
sullo stesso sindaco Barbieri
che in campagna elettorale aveva
indicato l'abolizione della tassa di
soggiorno tra le prime cose da affrontare
in caso di vittoria alle urne. Ora che il centrodestra è al governo
ci si aspetterebbe che «la coerenza
non andasse a farsi benedire», ha
considerato Luigi Rabuffi (Piacenza
in Comune) osservando che istituire
l'imposta «non è una scelta obbligata,
ci sono Comuni, vedi Lodi
e Pavia, che non l'hanno voluta».
Coerenza e imbecilli
«La coerenza? E' la qualità degli imbecilli,
diceva un filosofo», ha ribattuto
Nelio Pavesi (Lega) che però
non ha fatto mistero del suo disagio
per una delibera che «voterò per
senso di responsabilità, ma con una
certa sofferenza perché questa è l'introduzione
di una nuova tassa e mi
sento un po' in imbarazzo: c'è contraddizione,
i governi di centrodestra
dovrebbero toglierle le tasse».
Le anime diverse della Lega
Dagli stessi banchi di Pavesi si è levata
la voce dissonante di Davide
Garilli,che, nell'ammettere che nella
Lega «ci sono anime diverse», ha
fatto sapere di non sentiesi in imbarazzo,
«anche perché la tassa di soggiorno
non colpisce i piacentini ma
chi risiede fuori, e non credo che
scoraggi il turismo, oltretutto il gettito
è destinato a interventi per la
promozione turistica della città». E
il capogruppo del Carroccio Stefano
Cavalli l'ha spiegata così riferendosi
all'ostilità all'imposta dichiarata
a suo tempo da Polledri: «Stavolta
Polledri è andato in minoranza,
ha dovuto sottostare alla minoranza
e subire un balzello, che però riguarda
solo i soggiornanti». Cavalli
ha presentato un ordine del giorno,
approvato da maggioranza e
M5s, per destinare il gettito dell'imposta a iniziative di stimolo al turismo.
Amarezza di Fdi
E se, secondo Sergio Pecorara (Fi),
«è meglio avere qualcosa in tasca invece
di niente», che si tratti di una
delibera «amara» per il centrodestra
è stato Tommaso Foti (Fdi) a riconoscerlo
nel confermare la sua contrarietà
ieri come oggi. Né vale a giustificare
la tassa dire che non ci sono
soldi a bilancio o che penalizza i
non piacentini. Casomai il fatto che
la Regione esorti a istituirla per concorrere
tutti al recupero di risorse
per il turismo.
«La sinistra le applica le tasse, il centrodestra le toglie, questa dovrebbe
essere la bussola politica», ha sentenziato
Massimo Trespidi (Liberi).
Non si va però a colpire un'utenza
debole e la tariffa «non è esagerata»,
ha spiegato Sergio Dagnino (M5s)
il sì dei grillini che pure si raccomandano
che l'introito vada realmente
alla promozione turistica. «L'idea è
quella», ha confermato l'assessore
al bilancio Passoni, che però non
esclude che parte del gettito vada a
coprire altre spese.
Imposta di soggiorno approvata infine
con il sì di maggioranza, Pd e
M5s (anche Piacenza Più ha dichiarato
il suo favore), astenuti Liberi e
Piacenza in Comune.
Libertà
Dal primo gennaio 2018 scatta la tassa di soggiorno. Già presentata dalla precedente Amministrazione Dosi e votata dal Consiglio comunale, la tassa – prevista per i non residenti a Piacenza che pernottano in città -, fu poi bloccata da ben due leggi di Bilancio ne stopparono l'istituzione. La tassa porterà in dote circa 200mila euro alle casse del Comune. Gli "ospiti" che dormiranno in hotel, alberghi e pensioni cittadine saranno così costretti a pagare da 0,50 a 2 euro a seconda del lusso della struttura. Il Comune conta di utilizzare queste risorse per potenziare l'offerta turistica cittadina, ma non è escluso che gli introiti possano servire anche per altro. Il Comune però deve lasciare a Ica – che si occupa della riscossione della tassa presso le strutture – il 10 per cento di quanto viene incamerato: ovvero circa 20mila euro. Il voto è arrivato durante il Consiglio comunale dell'11 dicembre. I giudizi del centrodestra, a distanza di pochi mesi, sono così cambiati. Ai tempi dell'Amministrazione Dosi, Lega Nord e Fratelli d'Italia votarono contro, Forza Italia si astenne. Ora hanno votato in modo compatto - seppur non proprio convinti in toto - il provvedimento e la cosa, ovviamente, è stata evidenziata dall'attuale opposizione. «Non è farina del sacco di questa Amministrazione – ha criticato Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) -, perché dal centrodestra si levarono scenari devastanti in Consiglio comunale quando erano all'opposizione. Il più contrario fu proprio l'assessore alla cultura Massimo Polledri, che oggi meriterebbe un voto contrario dal suo gruppo leghista. La coerenza va a farsi benedire». «Noi invece siamo coerenti – ha sottolineato Christian Fiazza (Pd) - e rivoteremo il provvedimento di oggi. Proprio Polledri parlò di "gabella" che avrebbe portato i turisti a dormire a Borgonovo è oggi l'assessore alla cultura che riceverà fondi da questa tassa». «Noi grillini - è il commento di Sergio Dagnino del Movimento 5 Stelle - siamo responsabili: non condividiamo la riflessione sulle nuove tasse, però è vero che non si colpisce un'utenza debole, è una tassa "digeribile", l'importo non è esagerato. Però i soldi devono andare al potenziamento del turismo». «Siamo dubbiosi – ha detto Massimo Trespidi (Liberi) -, non ha senso introdurre questa tassa per chiudere il buco di bilancio causato dal mancato aumento dell'Irpef». Il centrodestra ha votato a favore. «È una delle tante trovate – ha commentato Nelio Pavesi (Lega Nord) - dei comuni per fare cassa, potrebbe rilevarsi controproducente. Non siamo ai livelli turistici di Roma, Milano, Firenze, Napoli, dove è stata introdotta da tempo. Eliminiamo spese eccessive verso alcune associazioni ed enti, piuttosto che questa tassa». «Quello che pensavo mesi fa lo penso anche oggi – ha spiegato Tommaso Foti (Fratelli d'Italia) -. La tassa non mi entusiasma, diciamo che la voto per sperimentarla, poi mi riservo fra un anno di chiedere che venga soppressa». «Nella Lega ci sono diverse anime e visioni, alla fine si cerca tutti insieme di trovare una quadratura. Ahimè Polledri è stato minoranza e ha dovuto stare alla maggioranza di allora. La tassa è giusta per chi pernotta a Piacenza, ma deve avere una prima valutazione sul dove impegnare i soldi». «Vediamo come va questo primo anno – ha risposto l'assessore al bilancio Paolo Passoni – poi tireremo le somme. L'idea è quella di andare a destinare i soldi in materia di turismo. Già solo lo Iat, l'ufficio informazioni del turismo, ci costa 90mila euro all'anno». La tassa è stata così approvata con il voto di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia, Pd, Piacenza Più e Movimento 5 Stelle. Astenuti Liberi e Piacenza in Comune. Michele Giardino, consigliere comunale di Forza Italia, difende così il voto sulla tassa. «L'industria del turismo tira: il 2017 è stato un anno record e il 2018 dovrebbe essere altrettanto positivo. Eppure, paradossalmente, data la scarsezza di risorse economiche a disposizione, la voce di spesa dedicata al turismo è destinata ad assottigliarsi sempre più nei bilanci degli enti locali. L'imposta di soggiorno è un'importante fonte di entrata. A fine anno si raggiungerà, a livello nazionale, quota 462 milioni di incasso, mentre nel 2018 si sfioreranno i 500 milioni. Non ci si può più meravigliare, quindi, se nel frattempo molti comuni stanno introducendo la tassa ed altri, rimodulando le relative tariffe. Le persone viaggiano ugualmente, nonostante la tassa di soggiorno. Anche il Consiglio comunale di Piacenza l'ha introdotta, con decorrenza 1 gennaio 2018 (riattivando una delibera di due anni fa, sospesa a seguito del divieto del governo di istituire nuovi tributi locali oggi revocato). Dalle simulazioni elaborate dall'Ufficio Turismo del Comune di Piacenza, potrebbero incamerarsi 200mila euro all'anno. E siccome il dato è del 2015, la somma non potrà che aumentare, visti gli sviluppi turistici che la nostra città ha vissuto negli ultimi tempi. Uno dei lati positivi della tassa di soggiorno è costituito dal vincolo di destinazione dei nuovi fondi che entrano nelle casse municipali: se ben gestiti, andranno a migliorare i servizi e l'ospitalità del Comune. Per legge, infatti, i fondi devono essere reinvestiti in "interventi in materia di turismo, sostegno alle strutture ricettive, interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali". Si innescherà, così, un circolo virtuoso in base al quale i flussi turistici finiranno per autoalimentarsi. Inoltre, va considerato che la tassa in questione - peraltro di importo modico (da 50 centesimi a 2 euro, per un massimo di 4 notti) - verrà applicata su una manifestazione di ricchezza quale è, al giorno d'oggi, il viaggiare. Infine, colpendo i non piacentini, andrà a compensare le tasse di soggiorno che i piacentini pagano ogni volta che si spostano in Italia o all'estero, e con le quali sovvenzionano i miglioramenti turistici delle città che visitano. In questo modo, una quota parte di quelle "uscite" ritornerà sul nostro territorio, a beneficio della nostra città».
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