Lettera aperta dell'avv. Giuseppe Guzzetti al quotidiano Libertà.
Caro direttore, ho letto gli interventi di Mario Angelillo e
dell'onorevole Tommaso Foti
in replica della mia intervista a
"Libertà" del 1° aprile.
Vorrei esporre alcuni chiarimenti.
Per ciò che riguarda il signor Angelillo,
ribadisco che non intendevo "demonizzare i politici" né affermare che chi ha
una vita politica alle spalle non possa assumere la presidenza di una Fondazione; sarebbe un ostracismo incostituzionale. Se così pensassi sarei in piena contraddizione con me stesso, avendo avuto una intensa vita politica.
Avevo cessato, da oltre due anni, ogni
impegno politico ed istituzionale quando sono stato eletto in Fondazione Cariplo. La mia nomina in Fondazione Cariplo non è dovuta alla politica. La mia
intervista intendeva spiegare che cosa
sono le Fondazioni, la loro natura e missione, ribadendo che l'autonomia delle
Fondazioni dai partiti e dalla politica deve essere salvaguardata nell'interesse
delle Fondazioni stesse e delle comunità di riferimento.
Libero da ogni rapporto, anche indiretto, con Cariplo ed Acri, mi dedico ora ai
problemi della comunità, della povertà
educativa infantile e del privato sociale.
Qualche giorno fa, avendo ascoltato il
discorso di Enrico Letta ed il suo impegno ad operare per risanare la Democrazia, con la D maiuscola, che in Italia
è ammalata, ho preso la tessera del Pd e
mi impegnerò, semplice militante, senza ambizione alcuna avendo tra pochi
giorni 87 anni, perché il Pd torni a riprendere il ruolo da protagonista che
aveva prima della debacle del 2018 a cui
l'ha portata Renzi.
Per quanto riguarda l'onorevole Foti, le
sue considerazioni su alcune vicende
sono insinuazioni e su altre denotano
totale ignoranza della mia storia in Fondazione Cariplo ed in Acri. Egli afferma
che "la politica abbia avuto un ruolo determinante nell'elezione di Guzzetti a
presidente della Fondazione Cariplo" e
porta a conferma di questa sua affermazione l'articolo di "Repubblica" del 6 febbraio 1997. Già nel testo dell'articolo non
emerge alcuna interferenza politica nella mia elezione, a meno che l'onorevole confonda la "comune matrice cattolica" (Vimercati Giuseppe ed io siamo
cattolici) con matrice politica. Una confusione non da poco.
In quella circostanza, nessun partito o
la politica si sono mossi a sostenere la
mia candidatura. Al contrario, le interferenze politiche sono state messe in atto da Silvio Berlusconi che tentò, con tutti i mezzi ed i modi, di mettere assieme
la maggioranza dei membri della Commissione centrale di beneficenza (Ccb)
sul candidato da lui scelto, appunto Vimercati. Il tentativo fallì. La Ccb impedì
che queste manovre di parte avessero
successo e preferì eleggere un presidente che aveva sì una lunga storia politica
alle spalle, ma da due anni aveva cessato ogni attività istituzionale e politica,
che in quell'elezione non era espressione di alcun partito e garantiva che avrebbe condotto la Fondazione difendendo
la sua autonomia.
Il rapporto che ho avuto con i sindaci di
Milano come presidente di Fondazione
Cariplo sono stati emblematici di come
intendo questo rapporto: rispetto reciproco, autonomia e forte collaborazione. Nel corso dei miei mandati si sono
succeduti sindaci di diversa estrazione
politica: Formentini (Lega); Albertini
(Forza Italia); Moratti (Forza Italia); Pisapia (Centro Sinistra); Sala (Centro Sinistra). Con questi sindaci rigorosamente rispettosi dell'autonomia di Cariplo,
mai una polemica, ma collaborazione
per realizzare importanti progetti per la
città. Mi auguro che anche a Piacenza,
come in passato, possa continuare una proficua collaborazione tra la Fondazione e gli amministratori del territorio, nel
rispetto delle reciproche autonomie.
L'onorevole Foti ha anche espresso un
giudizio negativo su Acri e la mia presidenza in questa associazione. Ha scritto: "Incomprensibili silenzi degli organi associativi delle Fondazioni Bancarie, a partire da quell'Acri di cui per lunghi anni l'avv. Guzzetti è stato presidente". Mi limiterò a citare alcune iniziative
di Acri che sono state decisive per salvare le Fondazioni e per qualificare la loro azione.
- L'azione più importante è stata la difesa della "natura privata" e della "piena
autonomia statutaria e gestionale" delle Fondazioni. Il governo Berlusconi
nella Finanziaria 2002 inserì una norma
che rendeva pubbliche le Fondazioni,
cancellava la loro natura privata e la piena autonomia. L'Acri portò la questione
davanti alla Corte Costituzionale e questa norma che fu interamente cassata.
La Corte ribadì che i patrimoni sono patrimoni privati di legittima proprietà dei
cittadini delle comunità di riferimento;
nel nostro caso, le comunità di Piacenza e di Vigevano. Se la Corte Costituzionale non fosse intervenuta e non avesse cassato la norma del governo, oggi le
Fondazioni non esisterebbero più ma
sarebbero ridotte ad un ente servente
della parte pubblica;
- Protocollo Mef (Ministero Economia
e Finanze)/Acri 25 aprile 2015. Questo
protocollo ha fissato criteri vincolanti
per gli amministratori delle Fondazioni, in particolare nella gestione del patrimonio per impedire che questi patrimoni fossero dispersi, come purtroppo
è accaduto, per fortuna solo per pochissime Fondazioni.
L'onorevole Foti, nel concludere il suo
intervento, non ha risparmiato un insulto nei miei confronti. Per lui sarei
una persona che predica bene, per il
che basta poco, ma razzola male: "che
ne è solo l'ovvia conseguenza". Del mio
avere razzolato male in Fondazione Cariplo mi limito a fornire all'onorevole e
ai lettori di "Libertà" alcuni dati sulla
Fondazione Cariplo. Il patrimonio non
solo è stato salvaguardato, ma incrementato ed oggi supera gli 8 miliardi.
Gli investimenti, mai gestiti con spericolate operazioni speculative, hanno
fornito alla Fondazione i mezzi per
questi risultati al 31.12.2018 (sono uscito dalla Fondazione Cariplo e dall'Acri
nei primi mesi del 2019): la Fondazione Cariplo ha erogato 3.144.000.000
(tremiliardicentoquarantaquattromil
ioni), finanziando 32.000 contributi destinati ad oltre 10 mila soggetti prevalentemente del privato sociale, del terzo settore.
Per statuto, il presidente della Fondazione Cariplo deve comunicare agli enti che avendone fatto domanda non
hanno ottenuto il contributo richiesto
il motivo di tale esclusione. In questi
anni non c'è mai stata una protesta,
una contestazione. Il merito di questi
risultati imponenti, trasparenti e rigorosi, è, certamente, da attribuire ai collaboratori di Fondazione Cariplo, la
grande maggioranza di donne di grande competenza, professionalità e onestà, persone che "vivono" la Fondazione Cariplo.
Per parte mia posso, ancora una volta,
affermare in modo chiaro e forte di non
avere mai chiesto ai collaboratori di inserire un finanziamento da me raccomandato, né di modificare le graduatorie predisposte dagli Uffici per favorire
mie sollecitazioni.
Attendo che l'onorevole Foti smentisca
queste mie affermazioni e segnali un solo atto di Fondazione Cariplo che non
abbia rispettato la piena trasparenza e
correttezza.
Libertà