Il presidente regionale del partito: «Gravi mancanze di Papamarenghi». Il retroscena: fallita la mediazione di Pietrasanta
Nel Comune di Alta Val Tidone,
nato dalla fusione di Pecorara, Nibbiano
e Caminata, continua la
guerra tutta interna a Forza Italia,
che vede da un lato il coordinamento
provinciale guidato da Jonathan
Papamarenghi a sostegno
del candidato Franco Albertini (sostenuto
anche da Fratelli d'Italia e
Liberali) e, dall'altro, il coordinamento
regionale che appoggia il
candidato Daniele Cassi. Ieri il coordinatore
e presidente regionale del partito di Silvio Berlusconi,
onorevole Elio Massimo Palmizio,
si è detto «esterrefatto» dalle dichiarazioni
di Papamarenghi, che insieme
a Tommaso Foti (Fratelli
d'Italia) e Antonino Coppolino (Liberali)
ha ufficializzato l'appoggio
ad Albertini definendo una "fuga
in avanti" l'appoggio di Palmizio a
Cassi. «Non vedo né sento Papamarenghi
da febbraio», afferma
Palmizio, che parla di «gravi mancanze
del coordinatore provinciale».
Papamarenghi sabato aveva dichiarato:
«Fino a quando sarò coordinatore
la linea politica la detta
la segreteria provinciale», sconfessando
quindi l'appoggio dato a
Cassi da Palmizio.
Una guerra tutta giocata tra Piacenza
e Bologna che ora è esplosa con
le candidature per le comunali.
«Sono stato in Alta Val Tidone qualche
settimana fa su invito di un tesserato
- afferma Palmizio - ho avvisato
la più alta carica locale, il vice
coordinatore regionale Fabio
Callori, pregandolo di organizzare
un incontro. Al pranzo erano presenti
tutti i tesserati, tranne Papamarenghi».
Palmizio elenca una
serie di problemi che gli sarebbero
stati evidenziati. «In primis l'assenza
totale di Papamarenghi negli
ultimi 4 anni - afferma il presidente
regionale di Forza Italia - la
difficoltà di rapporti con Fratelli
d'Italia e con il candidato Albertini,
che ponevano veti sui candidati di Forza Italia, e le pressioni della
Lega che poneva veti su Albertini».
A detta di Palmizio, Gianluca
Vinci (segretario del Carroccio
emiliano) «lasciava al territorio discrezionalità
sulle decisioni. Ho
parlato telefonicamente con Foti
spiegando che i veti di Albertini
erano irricevibili e Foti non mi ha
mai parlato di accordi con Papamarenghi
o con Callori». Palmizio
ricorda di «aver nominato su proposta
dei tesserati e di Callori, Monica
Pietrasanta (candidata con
Cassi ndc) quale delegata cittadina
con l'arduo compito di tentare
una mediazione, di concerto con
Callori, che non è riuscita a far cadere
i veti di Albertini sulle persone
di Forza Italia. In accordo con il
territorio e con Callori ha quindi
preso atto che l'unica strada era
una lista dei tesserati Forza Italia,
Lega Nord e civici. Tutte persone -
dice Palmizio - di alto profilo radicate
in Alta Val Tidone. Scelta che ho avvallato e che, contrariamente
a quanto dice Papamarenghi,
viene dal territorio, non da Bologna».
E aggiunge: «Indipendentemente
dai problemi interni, io so
che nella lista civica con candidato
Cassi ci sono tesserati di Forza
Italia, che le persone candidate e il
candidato sindaco sono persone
di livello innamorate del loro territorio».
Il presidente regionale degli azzurri
afferma di aver sentito sabato
Callori: «Mi ha comunicato che Papamarenghi
lo aveva informato
che avrebbe presenziato a Castelvetro
ma non in Alta Val Tidone. La
mia sorpresa é quindi grande. I
problemi con Papamarenghi verranno
risolti nelle sedi opportune
perché tacere pseudo accordi locali
con Callori e con il sottoscritto
è grave e ancora di più lo è dichiararli
solo a mezzo stampa, senza tenere
conto dei tesserati locali e dei
dirigenti».
Libertà