Il deputato di FdI sulla sfida sindaco del 2022: sì a Barbieri, ha fatto più che bene
«Barbieri più che bene
evitiamo il fuoco amico
chi ha dubbi esca ora»
L'INTERVISTA TOMMASO FOTI / DEPUTATO FRATELLI D'ITALIA
IL PARLAMENTARE SULLE ELEZIONI: GUAI A PENSARE DI AVER VINTO
IL CENTRODESTRA ALLARGHI IL CAMPO. IO NON MI RICANDIDO
Memore di clamorosi autogol
del passato, leggi elezioni 2002, ammonisce sui rischi alle prossime comunali del «fuoco amico». Lancia
la sindaca Patrizia Barbieri verso il
bis, «ha fatto molto di più di quel che
le si riconosce». E invita il centrodestra ad allargare il perimetro della
coalizione. Per Tommaso Foti, deputato di FdI di lungo corso, le prossime elezioni comunali sono tutt'altro che vinte: «Vanno combattute fino alla chiusura delle urne».
Onorevole Foti, la sindaca Barbieri ha
di fatto annunciato a Libertà la ricandidatura. Ha fatto bene?
«Se ho ben inteso la sindaca ha
espresso una disponibilità condizionata. In particolare, quando si è
riferita alla condivisione di un nuovo progetto e, dunque, di un nuovo
inizio, mi pare sia stata molto chiara. E bene ha fatto, perché se qualcuno coltiva ambizioni o dubbi è
adesso che li deve esprimere. Giusto per evitare il "fuoco amico" tra
qualche mese».
Tutto sta a vedere come ci arriverà la
sindaca alle elezioni. Di grane non da poco in quattro anni ne ha avute: verde, personale, moschea, diritti Lgbt,
senza contare tutte le partite urbanistiche. Non crede?
«Penso che la situazione più difficile da affrontare per la sindaca sia stata e sia la pandemia. Se la nostra terra, ancorché colpita duramente non
è affondata, forse lo si deve anche
alla meritoria attività - svolta anche
da malata - di Patrizia Barbieri.
Quanto ai temi della domanda, alcuni sono problemi irrisolti - ma
non lo si dice - lasciati in eredità dalle amministrazioni di sinistra. Su altri, come il verde, fui tra i primi a sollevare la questione. Infine due parole sulla moschea, oggetto di consolidati diritti. Ma anche qui: si è
processata l'assessora Opizzi perché ha chiesto chiarimenti agli uffici, poi il silenzio: che fosse perché qualche problemino è saltato fuori?».
A inizio mandato la definivano il sindaco ombra. Non ci dica che sotto sotto non le faceva piacere.
«Assolutamente no, e per una chiara ragione: Tommaso Foti ha sempre fatto politica alla luce del sole.
Se anche nella mia coalizione non
sempre sono amato è perché sono
diretto, perchè dico pane al pane e
rosso al rosso».
Il centrosinistra attacca dicendo che
il Comune a livello di personale sta
cadendo a pezzi: stando al fuggi fuggi, forse qualcosa di vero c'è. Non pensa?
«Ci sono stati alcuni pensionamenti per raggiunti limiti di età, anche
tra i dirigenti. Una situazione verificatasi anche con la giunta di sinistra. Poi che qualcuno dei nuovi dirigenti si debba ambientare o si accorga che quella di un comune capoluogo è una macchina amministrativa ben diversa da quella di comuni minori ci sta. C'è chi accetta
la sfida, c'è chi preferisce lasciare».
Però insomma questa giunta un po'
ha fatto acqua. Del resto è stata Barbieri stessa a dire che di alcuni assessori è rimasta delusa. Non crede che
abbia sbagliato squadra?
«Non mi pare che la sindaca abbia
parlato di assessori che l'hanno delusa. Certo è che al termine di un ciclo amministrativo, è giusto - aggiungo doveroso - che un sindaco
possa fare scelte diverse dal passato».
Nell'intervista Barbieri ha detto che
il centrodestra è stato e sarà unito.
Ad oggi però Fratelli d'Italia non si è
ancora pronunciato. Che farete? Sostegno a spada tratta a un Barbieri
bis?
«Per FdI la sindaca Barbieri ha fatto molto di più di quel che le si riconosce. E lo dico perché quello di
centrodestra è e rimane un elettorato ipercritico che, solo quando governa la sinistra, allora rimpiange i
propri amministratori. Ciò detto,
occorre agire affinché alla disponibilità condizionata della sindaca
Barbieri siano date adeguate e leali risposte».
Porrete condizioni?
«Assolutamente no. Il che non mi
impedisce di fare una valutazione
politica. Occorre sapere andare oltre l'attuale centrodestra, allargando il perimetro del campo anche a
chi la scorsa volta non è stato della
partita».
Allude all'intesa ormai raggiunta con
Trespidi?
«Non alludo, ma dico chiaramente
che un "centrodestra largo" chiude
la bocca a chi, non avendo altri argomenti, straparla di una inesistente supremazia nella coalizione del
fronte sovranista, cioè di Lega e FdI».
Unità a che prezzo? In quattro anni,
specie con i Liberali, ne sono successe di tutti i colori.
«Il centrodestra non è una religione, ma una comunità di persone in
cui ognuno pensa giustamente di
potere portare un utile contributo.
I Liberali, in alcuni casi, hanno detto a voce alta ciò che altri mormoravano nei corridoi. Ma non si deve
neppure ritenere la dialettica e il dissenso come il male assoluto. Dopo
di che sul fatto che il movimento liberale sia alternativo da sempre alla sinistra non lo dico io, ma la storia di questa città».
Siete così convinti di rivincere?
«Solo gli spocchiosi pensano di aver già vinto. Per me, che qualche esperienza politica me la sono fatta, non
ci sono partite facili: tutte vanno
combattute fino alla chiusura delle
urne».
Lei si ricandiderà?
«Potrei dire mai dire mai, se avessi
la presunzione, che altri all'evidenza coltivano, di creare suspense. No,
non mi ricandido, anche se l'assemblea elettiva che più mi è - e resterà
- cara è il consiglio comunale di Piacenza».
Il centrosinistra intanto fa sul serio.
Oggi presenta il manifesto. Non può
permettersi dieci anni consecutivi di
centrodestra. Temete la sete di rivincita?
«Fanno bene le sinistre a scrivere
già oggi lo spartito cui il loro candidato sindaco dovrà adeguarsi. C'è
solo da augurarsi - per il loro candidato sindaco - che abbia concorso
alla sua stesura. Diversamente, lo
avrebbero già messo in ombra».
Dicono che alla notizia dell'eventuale candidatura di Toscani, qualcuno
nel centrodestra abbia iniziato a tremare.
«Sottovalutare l'avversario è sempre sbagliato, così come averne il
complesso. Sarà perché sono stato
eletto deputato tre volte, sarà perché ho battuto avversari del peso di
Pasquino e Cavanna, ma continuo
a pensare che più la battaglia si fa
dura, più il centrodestra vince».
Tra una settimana c'è in palio Fiorenzuola, oltre a altri sette Comuni. Si è
sempre detto che è un test per il Comune capoluogo. Nel 2016 andò bene. Oggi?
«Il centrodestra andrà molto bene
sia in provincia di Piacenza sia nelle provincie con le nostre caratteristiche. La vedo meno bene in alcune grandi città perché quando non
si è sindaci uscenti, i quali hanno già
un significativo traino elettorale, il
candidato sindaco non lo si può
scegliere due mesi primi delle elezioni, mese di agosto compreso».
Libertà