Elezioni, il deputato predica prudenza: «Guai a essere arroganti: non sottovalutiamo che c'è insoddisfazione. I temi vanno anticipati»
Altro che elezioni già vinte. Ha invitato il centrodestra a non essere
«arrogante», perché «c'è un vento
di malcontento anche tra i nostri
elettori che non va sottovalutato».
Per questo è indispensabile «allargare il perimetro della coalizione»
e «non giocare di rimessa». Fratelli
d'Italia? «Deve essere protagonista,
non possiamo stare sotto il 18%».
A indicare la rotta, in vista delle
prossime Comunali, è stato Tommaso Foti, leader indiscusso di Fratelli d'Italia. Il suo era l'intervento
più atteso. E non ha tradito le aspettative di amministratori, militanti e
simpatizzanti presenti venerdì sera in Sant'Ilario per "Piacenza domani", il confronto interno al partito. Nella serata condotta da Marco
Colosimo, affiancato sul palco da
Franco Albertini e Giancarlo Tagliaferri, il parlamentare ha parlato
dopo tutti gli altri esponenti, assessori e consiglieri comunali: Filippo
Bertolini, Gloria Zanardi, Sara Soresi, Nicola Domeneghetti, Giancarlo Migli, Erika Opizzi, Andrea
Gabbiani.
«Azione con freno a mano»
Le Comunali sono a un passo e
l'esordio di Foti è stato tutt'altro che
scontato, all'insegna del realismo.
Ha riconosciuto che «l'amministrazione Barbieri ha gioco forza lavorato un terzo in meno di quello che
avrebbe potuto» perché penalizzata all'inizio dall'indagine sui "furbetti del cartellino" «che ha costretto la giunta a partire non potendo
utilizzare circa il 10% del personale per lunghi mesi», e poi dalla pandemia da Covid. «Circostanze che
hanno avuto effetti deflagranti, sia
sulla programmazione che sulla
realizzazione delle iniziative. Se per
molti piacentini il lockdown si è
esaurito in 3-4 mesi di chiusura in
casa, per il Comune ciò ha significato 18 mesi di rallentamento totale di ogni iniziativa perché lo smart
working, fatalmente, ha separato la
struttura comunale dai cittadini.
Non poteva essere e non può essere che si pensi di risolvere in via telematica ciò che necessita di un
confronto tra le persone».
«No all'arroganza»
E poi «vorrei ricordare - ha aggiunto Foti - che nel 2017 al primo turno avevamo preso il 32%. C'era la
concorrenza del professor Massimo Trespidi e alla fine abbiamo vinto grazie alla candidata ma anche
perché c'era una forte insoddisfazione nei confronti della giunta Dosi». Qui l'avvertimento: «Non possiamo ignorare che in una parte
dell'elettorato di centrodestra vi sia
una qualche insoddisfazione, rapportata all'auspicio del raggiungimento di obiettivi ancora più ambiziosi. Sono osservazioni legittime, alle quali però vanno fornite risposte, poiché non è con l'arroganza che si riallacciano i rapporti con
i propri elettori».
«Allargare alleanza»
E dunque va assolutamente ridefinito un perimetro politico «allargando il centrodestra». Chiaro, anche se non li cita espressamente, il
riferimento è ai Liberali piacentini
e a Liberi.
«Anticipare i temi»
Sotto l'aspetto programmatico «il
centrodestra non può giocare di rimessa. Dobbiamo noi indicare la
prospettiva alla città» senza attendere cosa farà il centrosinistra: «Noi
il candidato lo abbiamo già e tra l'altro può essere più pericoloso avere
contro il signor nessuno del signor
qualcuno». Secondo Foti i temi in
agenda vanno «anticipati». E vanno dal nuovo ospedale alla logistica («va governata perché ha messo
in atto meccanismi anche commerciali dai quali non si può tornare indietro»), dalle scuole elementari
«da rivedere alla luce delle nuove esigenze emerse con la pandemia»
alla viabilità per ovviare al «netto incremento di incidenti, anche mortali» che si registrano. Ha citato l'ex
Pertite sostenendo che la trattativa
è ferma «perché il ministero della
Difesa del Pd Lorenzo Guerini non
consegna i 40mila metri quadrati
richiesti per realizzare il parco».
«Noi sopra il 18%»
Ha esortato Fratelli d'Italia, come
primo partito, a prendersi le proprie «responsabilità» e a «stilare un
programma con sette/otto punti
chiave, realizzabili». Fissando un
obiettivo non da poco: «Non possiamo stare sotto il 18%. Ci vuole
una lista forte».
Caso Caruso
Infine è tornato sul caso Caruso, l'ex
presidente del consiglio comunale
arrestato per associazione mafiosa
nel 2019: «Con grande sofferenza
umana ci siamo assunti responsabilità anche non nostre, come atto
di responsabilità politica». E dunque «il primo che associa il caso Caruso a Fratelli d'Italia ne risponde
in tribunale», ha promesso il deputato criticando la decisione di ospitare alla Cgil Mimmo Lucano, condannato in primo grado a 13 anni.
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