Consiglio comunale, il bilancio 2017 debutta con la polemica sui tagli dei servizi per garantire la tenuta contabile negli anni futuri
PIACENZA
● La consapevolezza che «gli effetti
della crisi» economica globale
scoppiata nel 2008 «si sono ripercossi
tutti in questo mandato»
si sta facendo strada in modo bipartisan
nella politica piacentina.
L'analisi dell'assessore al bilancio
Luigi Gazzola ha trovato, ieri in
consiglio comunale, una condivisione
di massima non scontata alla
vigilia del passaggio elettorale
del prossimo giugno. Sul bilancio
di previsione 2017-19, l'ultimo
confezionato dall'amministrazione
Dosi, che ha iniziato ieri il percorso
consiliare con la chiusura
della discussione generale, la polemica
non è mancata. E d'altra parte c'è convergenza sulla considerazione
che, alle condizioni date,
vale a dire nel quadro di austerity
crescente per i tagli di risorse
statali e per i rigidi vincoli finanziari,
i margini per sviluppare politiche
in autonomia da parte di un
ente locale sono davvero ristretti.
Addizionale Irpef rincara
Se nel 2017 si riesce a far quadrare
i conti senza ricorrere alla leva fiscale,
dal 2018 si mette in conto un
aumento dell'addizionale Irpef che
porterà in cassa 2,5 milioni di euro
di gettito aggiuntivo.
«Ma quali manovre si potranno fare
su questi bilanci?», ha avvertito
Tommaso Foti (Fdi) evidenziando
come quella cifra «a malapena
compensa le minori entrate» stimate.
Morale: «La prossima amministrazione
è a rischio né più né meno come questa», prevede
l'esponente di Fdi rinfacciando alla
giunta in carica di «scaricare» su
chi subentrerà il peso del rincaro
fiscale.
L'errore, secondo Foti, è stato di
non avere messo mano a una riforma
del welfare che necessariamente
comprima una spesa -
quella sociale - che vale 24 milioni
di euro, cioè un quarto delle
uscite correnti del Comune: «O troviamo
le modalità per un welfare
che tenga conto di un ordine di
priorità o, se manteniamo cristallizzata
quella cifra, non ci stiamo
dentro».
Il centrodestra
Se dunque l'analisi della situazione
risulta in buona sostanza condivisa,
meno lo è la valutazione del
da farsi. L'opinione di Fdi è che
l'amministrazione «sta andando
verso una china che porta a una riedizione
della lotta di classe», perché,
con una presenza sempre
maggiore di stranieri, specie in ambiti
come la scuola, «si finisce per
penalizzare solo gli italiani e questo
crea tensioni ed egoismi», mentre
occorre «distinguere tra servizio
sociale, assistenzialismo e parassitismo».
Valutazioni analoghe da parte di
Massimo Polledri (Lega) che, poste
di bilancio alla mano, ha sostenuto
che la promessa della giunta
di non tagliare sul welfare non è
stata mantenuta. E secondo Mirta
Quagliaroli (M5s) «si è puntato solo
sugli anziani senza dare messaggi
di speranza ai giovani».
L'assessore Gazzola
L'assessore Gazzola ha replicato sia
smentendo i tagli al welfare sia difendendo,
in un contesto di risorse
così penalizzante, la scelta
dell'amministrazione di «concentrarsi
sui bisogni delle fasce deboli
della popolazione per evitare tensioni
sociali che altre città conoscono».
Opposta, dunque, la valutazione
rispetto a Foti: «E' vero che
la percentuale di stranieri crescerà,
ma dobbiamo pensare che sono
quelli che ci pagheranno le pensioni, si dovrà pur pensare di dare
loro dei servizi per disinnescare
micce sociali».
Scelte dolorose
Quanto all'aumento dell'addizionale
Irpef, è una clausola di salvaguardia
per la tenuta dei conti negli
anni a venire, ma se non si potrà
o non si vorrà utilizzarla, «necessariamente
occorrerà ripensare
alle scelte politiche: si tratta di
mettere in pista delle competenze,
trasmettendo il messaggio che
se si dovrà ricorrere a dolorose
scelte di tagli di servizi non dovranno
essere addebitate a una o all'altra
parte, non siano l'occasione per
scaricare responsabilità, bensì per
assumersele, ciascuno dando il
suo contributo sapendo che i margini
di manovra sono molto ristretti».
Libertà