SULLE STRUTTURE DI MEDIE DIMENSIONI
Sarà il consiglio comunale a
stabilire se e dove acconsentire
i futuri insedimenti commerciali
di medie dimensioni (quelle
fino a 2500 metri) in città.
E' questo il senso di una importante
variante al Rue (regolamento
urbanistico edilizio) presentata
ieri dall'assessore all'Urbanistica
Erika Opizzi che, nelle
intenzioni dell'amministrazione,
mira a porre un argine alle
richieste di nuove strutture
commerciali in un territorio ritenuto
già saturo. La riforma, approvata
in linea generale con i
voti della maggioranza e l'astensione
delle opposizioni, è costituita da 89 articoli che sono stati
votati dall'aula uno per uno.
Un provvedimento che era stato
ventilato a inizio estate dal
sindaco Patrizia Barbieri nel
momento in cui infuriava la polemica,
per la verità ancora latente,
sui troppi supermercati
presenti nel territorio comunale
e nello specifico sugli spinosi
sviluppi in tal senso del maxipiano
urbanistico di Terrepadane
(consorzio agrario) che dovrebbe
approdare in aula a breve.
Opizzi ha presentato «l'importante
adeguamento» rivendicando
la scelta politica fatta
dall'amministrazione».
In sostanza: il Rue viene "spacchettato"
in quanto il Comune
si è adeguato all'atto regionale
di coordinamento tecnico per la
semplificazione e l'uniformazione
in materia edilizia approvato
con deliberazione di giunta regionale n.922 del 2 giugno
2017. L'atto prevede tra l'altro il
recepimento della schema del
regolamento edilizio tipo.
In questo frangente vengono
appunto apportate varianti normative
al Rue in riferimento agli
insediamenti di nuove medie
strutture di vendita nelle aree
produttive polifunzionali che
dovranno essere valutate singolarmente
dal consiglio comunale.
Inoltre sempre per ridurre
il consumo di suolo e favorire
la rigenerazione della città
viene proposta una variante alla
norma riguardante gli incentivi
premiali, affinché possa essere
estesa anche ad immobili
aventi una destinazione iniziale
non residenziale.
Nel dibattito si è discusso soprattutto
della questione della
quota commerciale. «E' una
modifica che va nel solco della democrazia: le responsabilità
non saranno più in capo alla
giunta, ma sarà il consiglio a decidere
senza guardare a nomi e
cognomi di chi presenta l'istanza»
ha sottolineato Tommaso
Foti (Fd'I).
Qualche perplessità al riguardo
è stata espressa da Michele
Giardino (Forza Italia) che sui
punti specifici si è astenuto.
Contrario invece Luigi Rabuffi
(Pc in Comune).
Nel suo intervento, invece, il
consigliere Gian Paolo Ultori
(Liberali pc) ha rimarcato con
un certo disappunto come il
rappresentante del collegio dei
geometri da lui presieduto
all'interno della commissione
architettonica e paesaggistica
non sia stato invitato e non abbia
dunque potuto esprimere il
parere preventivo al riguardo.
Libertà