L'attacco di Monti e Trespidi (Liberi): «Drastica riduzione in due anni. E' chiaro che per questa amministrazione la scuola non è una priorità»
La giunta Barbieri taglia i fondi
per i progetti educativi a favore
delle scuole cittadine. «Erano
di 80.000 euro gli stanziamenti nel
2016, scesi a 64.500 euro nel 2017
e precipitati a 36.000 per il corrente
anno».
E' la denuncia che fanno i consiglieri
comunali di Liberi, Mauro
Monti e Massimo Trespidi, dopo
aver spulciato nel bando "per la
concessione di contributi a sostegno
della realizzazione di proposte
progettuali di carattere socioeducativo
a favore delle istituzioni
scolastiche" pubblicato il 23 ottobre
scorso con scadenza il 9 novembre.
«La sforbiciata»
Secondo i due - che nel mondo
della scuola operano, Monti come
preside, Trespidi come professore
- viene data una «pesante
sforbiciata» alle risorse destinate
a finanziare, in tutto o in parte, progetti che aiutavano le scuole
a migliorare servizi vitali: come
corsi di alfabetizzazione per i neoarrivati,
sportelli di ascolto psicologico,
interventi di sostegno alle
difficoltà di apprendimento. A fare
le spese dei tagli, che segnano
il passaggio di testimone tra gli assessori
Erika Opizzi e Jonathan
Papamarenghi, sono soprattutto
i progetti di contrasto della dispersione
(scesi del 43% in due anni),
di sostegno all'insegnamento
dell'italiano agli stranieri (meno
73%), dell'educazione ambientale
e alla salute (fondo azzerato).
«Nessuno la voleva»
«Con grande sincerità il deputato
Tommaso Foti, in un recente
intervento in consiglio comunale,
rivelava che, durante la distribuzione
delle deleghe di giunta
nell'estate 2017, quella per le politiche
scolastiche era rimasta malinconicamente
sul tavolo perché
"nessuna delle forze politiche o
componenti civiche la richiedeva"
- annotano Monti e Trespidi -
per questo venne poi affidata ad Erika Opizzi in aggiunta alla richiestissima
delega sull'urbanistica.
Si capisce oggi che, con simile
premessa, la scuola non
spicchi come una dei centri di frenetica
attività della maggioranza;
la drastica contrazione di risorse
investite lo conferma, sommandosi
alla sostanziale inerzia registrata
dalla giunta Barbieri sulle
politiche scolastiche (vedi rinvio
della apertura dell'asilo nido a
Borgotrabbia oppure la stasi
completa sul progetto, pure inserito
tra gli obiettivi strategici del
Comune, per la creazione degli
Istituti Comprensivi in città)».
«Segnali negativi»
Proseguono: «Malinconicamente
registriamo che per un intero
anno scolastico di sostegno ai
progetti educativi delle nostre
scuole il Comune di Piacenza
spende 36.000 euro, meno dei
40.000 euro che, ad esempio,
spende per due giornate di "Festival del Giallo", l'iniziativa culturale
prevista per il 17-18 novembre
che, in contesto di rimpasto
di giunta, segna il passo
d'addio dell'assessore Polledri alla
guida della politica culturale
cittadina. Contro questi segnali
negativi siamo convinti che non
ci possa essere gestione responsabile
di una città senza investimento
sul suo futuro, senza quel
respiro ideale che spinge ad una
decisa azione a supporto dei più
giovani e, tra questi, a chi è in
maggiore difficoltà. La scuola non
è relegabile a un problema tra gli
altri, a cui prestare attenzione solo
quando le circostanze esterne
lo consentono, ma uno dei punti
irrinunciabili a cui legare la valutazione
dell'operato di una amministrazione
locale al termine
del suo mandato. Con buona pace
di chi pensa che non valga la
pena occuparsi di scuola perché
non dà ritorno sul piano politico».
Libertà