La Lega Nord propone test su base volontaria
Lunedì in aula sarà discussa una mozione di
tre Giovani Padani per sottoporre i politici a
test multi-droghe tramite l'esame delle urine
Test antidroga a cui sottoporre,
su base volontaria, consiglieri
comunali e assessori. Li chiedono
i leghisti Davide Garilli, Marvin
Di Corcia e Chiara Reboli, tre
Giovani Padani che siedono in
aula. Obiettivo: «Indirizzare il Comune
di Piacenza verso un processo
di trasparenza nei confronti
dei cittadini e di sensibilizzazione
sul tema, migliorando contemporaneamente
l'attività stessa
dell'organo comunale».
Buon esempio dai politici
E' quanto si legge nella risoluzione
all'ordine del giorno del consiglio
di lunedì. Secondo i tre firmatari,
«i consiglieri comunali,
nonché i membri della giunta, in
quanto eletti dai cittadini, dovrebbero
essere i primi a dare il buon
esempio, soprattutto alle giovani
generazioni, rivestendo un ruolo
di primaria importanza e responsabilità».
Questo in considerazione
del fatto che una normativa del
1990, «in nome della sicurezza sul
lavoro, già impone a particolari
categorie di lavoratori (autisti, camionisti,
addetti ai trasporti interni
alle aziende, conducenti di
treni, piloti, forse armate e di polizia)
interessate allo svolgimento di attività pericolose e sensibili,
l'obbligo di essere sottoposte al
drug test all'assunzione e altri in
forma periodica e a sorpresa, allo
scopo di salvaguardare la salute
stessa dei lavoratori e della collettività».
Dimostrare dunque di essere immacolati
rispetto all'uso di droghe
leggere o pesanti sottoponendosi
a test, si spiega nella risoluzione,
«in grado di rilevare tramite
urina la presenza di diverse tipologie
di stupefacenti (cocaina,
anfetamine, meth-anfetamine,
cannabinoidi, oppiacei), test «acquistabili
in farmacia a un costo
esiguo e ampiamente sostenibile
dal Comune».
Un preventivo consenso scritto
di consiglieri e assessori, osservano
Garilli, Di Corcia e Reboli,
basterebbe a superare le problematiche
legate alla privacy, compresa
l'accettazione che i risultati
siano pubblicati sul sito Internet
del Comune. I test antidoping
avrebbero cadenza semestrale,
quanto ai fondi per l'acquisto dei
kit multi-droghe, il documento,
se verrà approvato, impegna il
sindaco e la giunta a stanziarli.
Proposta effettiva o spot?
C'è un precedente non incoraggiante
rispetto alla portata effettiva
della proposta. Una analoga
di tre anni e mezzo fa è finita in un
nulla di fatto che ne ha rivelato il sapore propagandistico. L'aveva
presentata Samuele Raggi,
dell'Italia dei Valori. C'era sempre
l'impegno volontario dei consiglieri
a sottoporsi a test anti-droga
su urine ed eventualmente su
capelli. Venne approvata a maggioranza
al termine di un ruvido
confronto tra le forse politiche (v.
articolo a lato). L'allora sindaco
Paolo Dosi dichiarò di ritenere
condivisibile la proposta dicendosi
pronto a fare il test, nel segno
della trasparenza che oggi si chiede
agli amministratori e a tutto
tondo, «dai redditi personali ai
comportamenti pubblici coerenti».
Il precedente finito in un nulla di fatto
Era il 17 febbraio 2014 quando in
consiglio comunale fu approvata la
risoluzione di Samuele Raggi (Idv)
per test antidroga ai consiglieri comunali.
In un'accesa discussione sul
filo del paradosso ci fu chi, come
Marco Tassi (Pdl), disse: «Ci sto, ma
paga Raggi il test di tutti, è una questione
più di immagine che di sostanza,
l'importante è sensibilizzare sui
danni che la droga fa sulla salute».
Filiberto Putzu (all'epoca nel gruppo misto, oggi assessore di Forza Italia)
si dichiarò a favore («Ma il test andrebbe
fatto senza preavviso»). Carlo
Pallavicini (Sinistra per Piacenza)
si disse ferocemente contrario a tutto
l'impianto ideologico proibizionista,
«dannoso e ipocrita». Tommaso
Foti (Fdi) e Massimo Polledri (Lega)
il test lo avevano fatto da deputati.
Foti disse di ritenere però sbagliato
creare una discriminazione tra chi lo
fa e chi no, e di vedere il test come una «falsa esibizione di moralismo»,
piuttosto sia la legge a imporlo a tutti
come condizione per amministrare.
Polledri si schierò contro l'uso di
stupefacenti leggeri e pesanti. Il Pd
lasciò libertà di voto, mentre Giovanni
Castagnetti (Piacentini per Dosi
definì «strumentale» la proposta.
Che in effetti finì in un nulla di fatto.
Alla fine votarono a favore Idv, Pd,
M5s, gruppo misto, Roberto Colla
(Moderati), Tassi (Pdl). Contrari Piacentini
per Dosi, Piacenza Viva, i due
pd Rino Curtoni e Marco Pascai, Fdi,
Sveglia, Sinistra per Piacenza e Lega.
Astenuta Lucia Rocchi (Moderati).
Libertà