Lettera aperta al quotidiano Libertà del Sig. Vittorio Melandri
FU UN CAMBIO DI PASSO
Mi sento orfano del '68, di quel sommovimento
culturale e poi politico che
ha preso avvio a metà anni sessanta
nelle università americane, per poi
esplodere in Europa con il "maggio"
francese del 1968 appunto, e svilupparsi
in Italia nel 1969, senza però mutare
più denominazione.
Me ne sento orfano nel senso letterale
del termine, dato che son partito per
il militare di leva a gennaio 1969 e son
tornato ad aprile 1970. Anche con il
senno del poi però, non finisco mai di
sentirmi debitore di un cambio di passo
culturale, che al '68 dobbiamo tutti,
estimatori e detrattori. Che poi, a "sinistra"
in particolar modo, si sia buttato
il meglio e magari tenuto il peggio,
di quanto il '68 abbia messo in movimento,
è storia amara degli ultimi 30
anni, ma non trasforma l'oro in piombo,
come certa destra capace solo di
sfruttare gli errori degli altri ama indicare.
Ne è esemplare dimostrazione l'editoriale
di Libertà del 28 luglio a firma
dell'On. Tommaso Foti, editoriale dedicato
allo stato della sanità a Piacenza,
condivisibile sino a 4 righe dal termine,
quando, al momento di passare
dalle analisi alle proposte, gli riesce
solo di incornare furioso il sol dell'avvenire,
solo perché ancora rosso e mai
destinato a diventare lugubramente
nero.
Libertà