Rassegna Stampa

Per il ballottaggio accordi nel limbo a destra e sinistra

Data: 18/06/2022

ELEZIONI FOTI CHIAMA, SFORZA VALUTA

Katia Tarasconi e Patrizia Barbieri continuano la maratona tra gli elettori in vista del ballottaggio del 26. Stallo sugli accordi con gli "aghi della bilancia" usciti dal primo turno e cioè Cugini (ApP) e Sforza (Terzo Polo). Foti ha chiamato quest'ultimo a nome del centrodestra. Risposta: «Valuterò».

Accordi nel limbo a destra e sinistra Foti chiama Sforza. E lui: ora valuterò

Tempi rallentati dei contatti ufficiali Voci su un incontro tra Reggi e il leader dei Liberali: entrambi smentiscono

Restano nel limbo le alleanze post voto. Tanto tra il centrodestra di Patrizia Barbieri (37,7% il bottino al primo turno) e i Liberali-terzo polo di Corrado Sforza Fogliani (8,3%) quanto nel campo opposto tra il centrosinistra di Katia Tarasconi (39,9%) e quello di Stefano Cugini (10,7%). La riprova - al termine di una giornata segnata, come le ultime, da serrati contatti e da una ridda di indiscrezioni - nelle parole di Sforza Fogliani. Contattato da Libertà" nel tardo pomeriggio, ha informando che la richiesta di incontro preannunciata mercoledì dalle segreterie di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, gli era pervenuta poco prima - dunque due giorni dopo - tramite un messaggio whatsapp dell'onorevole Tommaso Foti (FdI). «Devo valutare e approfondire», ha fatto sapere Sforza a "Libertà", dimostrando di voler prendere tempo. E aggiungendo che «anche la sindachessa mi ha chiamato stanotte ». Dalla conversazione con l'ex candidato sindaco è in ogni caso emersa come problematica la possibilità di un apparentamento: per stringere un'alleanza organica che porti Liberali-terzo polo a condividere, in caso di vittoria di Barbieri al ballottaggio contro Tarasconi, il premio di maggioranza in consiglio comunale - 20 seggi (su 32), tre dei quali spetterebbero agli sforziani - c'è tempo solo fino a domani. Più probabile che si possa ragionare di un'intesa con indicazione di voto per la sindaca uscente sulla base di convergenze politico-programmatiche da definire da qui al ballottaggio del 26 giugno, dunque con tempi meno stretti. «Chiunque ne ha titolo può portare le sue richieste nell'assemblea» dei Liberali, ha considerato Sforza Fogliani in generale riferimento - è parso di capire - alle avances non solo del centrodestra. Da Tarasconi una chiamata c'è stata, ha confermato, ma «la considero una telefonata di cortesia, non ha dato seguito, credo che l'abbia fatto anche con altri». Categorico, Sforza, nello smentire una voce che ieri si è rincorsa per tutta la giornata accreditata da esponenti del centrodestra: Roberto Reggi, sindaco del Pd dal 2002 al 2012, da un anno presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, e il leader dei Liberali sarebbero stati visti insieme. Anche il luogo dell'incontro, veniva indicato: la sede della Banca di Piacenza (istituto di cui Sforza è il presidente esecutivo) in via I Maggio alla Veggioletta. «Non ho fatto nessun incontro con Reggi», ha liquidato la cosa il liberale. Idem l'ex primo cittadino. Sgombrando così il campo dai retropensieri raccolti nello schieramento pro Barbieri e cioè che a frenare Sforza dallo stringere la mano tesa del centrodestra sia un alternativo piano negoziale aperto con Reggi, del quale sono noti gli stretti rapporti con Tarasconi. Ricostruzioni che la stessa candidata del centrosinistra ha fermamente respinto interpellata ieri sul punto da "Libertà". «Se devo parlare con Sforza lo faccio in autonomia, non per interposta persona», ha reagito tenendo oltretutto a precisare che la telefonata con l'esponente dei Liberali «è stata solo di tre secondi». E' vero che con lui «c'è sicuramente condivisione su certi punti come la valorizzazione delle origini piacentine di Giuseppe Verdi o il tema della cura del centro storico e della città in generale», e d'altro canto è sulla ricerca di convergenze con l'area di Cugini che Tarasconi ha preferito soffermarsi: «E' la parte più vicina a noi, abbiamo programmi con molte similitudini, dal welfare all'ambiente, dai diritti civili alla partecipazione. Dobbiamo lavorare sui programmi per trovare dei punti di accordo». Confermando che nella sua agenda la parola apparentamento non c'è, la candidata del centrosinistra che forma di accordo immagina con Cugini? «Quello che riterrà giusto lui per arrivare a ciò in cui tutti crediamo, la nostra idea di città è diversa da quella della giunta attuale, entrambi siamo convinti che non sia la migliore, il progetto di Alternativa di Piacenza è nato su questa base, con l'obiettivo di battere la destra». Passando al versante opposto, si mostra oggi meno categorica nell'escludere apparentamenti Patrizia Barbieri, che in campagna elettorale se ne era dichiarata indisponibile. Ma ciò che, nella delicata partita negoziale con i Liberali, più le preme rimarcare è che «non ho mai negato a qualcuno il dialogo, non sono altezzosa, non rifiuto di parlare con altri interlocutori, sono una persona libera e rispetto il mio elettorato di centrodestra, ma ritengo che il confronto non corrisponda alle imposizioni». Così ha dichiarato ieri ai microfoni di Telelibertà. «Sia chiaro che Patrizia Barbieri non ha mai rifiutato di interloquire né tantomeno di parlare con il presidente Sforza Fogliani», ha aggiunto a margine della trasmissione "Doppio Turno", «c'è disponibilità a fare questo dialogo, poi si tirano le somme», ha concluso la sindaca uscente ritenendo comunque che non siano le alleanze a essere decisive: «C'è stato un astensionismo che ha penalizzato il centrodestra, decisivo è che gli elettori vadano a votare e scelgano chi vogliono che governi nei prossimi cinque anni».

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