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Respinta la mozione di sfiducia contro Putzu ma in maggioranza non c'e' stata levata di scudi

Data: 02/10/2018

Quella del centrodestra è sembrata più una difesa d'ufficio per respingere l'attacco dell'opposizione sul caso del locale Boat

La mozione di sfiducia è stata respinta dalla maggioranza (e da Zanardi del misto), ma che questo significhi che l'assessore Filiberto Putzu (Fi) stia in una botte di ferro pare difficile sostenerlo. La difesa arrivata dai suoi è servita sì a respingere la richiesta di ritiro delle deleghe (demanio, valorizzazione del centro storico e del Po) avanzata da Pd, Liberi e Piacenza Oltre sull'onda del caso Boat, il locale da ballo privato che ha aperto quest'estate sull'argine e di cui il Comune ha disposto anzitempo la chiusura per le polemiche sulla regolarità dei permessi con tanto di indagine della magistratura; e tuttavia leggerci la messa in archivio delle voci di rimpasto di giunta che il sindaco Barbieri avrebbe in animo non sarebbe corretto. E' parsa più una difesa d'ufficio quella mostrata dalla maggioranza ieri in consiglio comunale, doverosa per non far sembrare che il rimpasto, che viene insistentemente confermato dalle indiscrezioni e con Putzu tra i due o tre assessori nel mirino, sia il frutto dell'incalzante azione delle opposizioni. Tolte poche eccezioni, come Michele Giardino (Fi) che ha tessuto le lodi dell'operato dell'assessore caldeggiandone la permanenza al suo posto (ma anche il capogruppo di Fdi, Filippo Bertolini, gli ha riconosciuto «competenza»), la linea del centrodestra è stata quella di sminare la vicenda Boat derubricandola a «pratica pasticciata», «leggerezza politico-amministrativa», «buccia di banana», dunque non tale da giustificare la sfiducia di nessuno, senza però che sul futuro di Putzu siano state spese troppe parole. «Non sta a noi, casomai al sindaco togliere le deleghe», ha detto il capogruppo forzista Sergio Pecorara. «Putzu è un bravo ragazzo che avrà commesso delle ingenuità», ha fatto ecoAntonio Levoni (Liberali piacentini), «poi il sindaco se a un certo punto decide di cambiare delle persone può farlo, come in passato è accaduto in altre giunte ma senza mettere alla gogna nessuno». E il capogruppo della Lega Stefano Cavalli: «Se dovesse mancare la fiducia del sindaco verso Putzu, noi ne prendiamo atto». E se Sergio Dagnino (M5s) ha rinfacciato all'amministrazione la mancanza di secche smentite pubbliche al rincorrersi delle indiscrezioni di stampa sul "siluramento" dell'assessore, è lecito dubitare che gli abbiano dato soddisfazione le parole della stessa Barbieri che pure è intervenuta. Per dire che «mi pare che lo sforzo di Putzu sia stato di raccogliere tutti i pareri degli uffici coinvolti e tutte le informazioni che poteva dare le ha date». Nel merito della polemica sul locale del Lungopo, di cui è stata contestata la regolarità delle autorizzazioni nonché l'osservanza della convenzione siglata a suo tempo (2012) tra la Map e il Comune (nel mirino il versamento di 10mila euro e l'installazione di una pista da ballo), sono entrate anzitutto Giorgia Buscarini (Pd) e Massimo Trespidi (Liberi) nell'illustrare la mozione. «Questa iniziativa non è avvenuta secondo le regole amministrative che devono valere per tutti», ha incalzato il secondo rivelando che alla conferenza dei servizi del 31 luglio, cinque giorni dopo l'apertura di Boat, l'assessore al commercio Paolo Mancioppi disse: «Mettete a posto le cose che non vanno bene». Per arrivare al 28 agosto con il rapporto della polizia municipale mandato alla procura della Repubblica contenente «notizia di reato». «Le irregolarità amministrative erano documentate, non si fa finire una manifestazione nata sulle irregolarità», è stato l'affondo di Trespidi a cui ha dato man forte il Pd con Christian Fiazza («Qui non è in discussione la competenza di Putzu, ma gli errori in un ambito la cui responsabilità apicale è in capo a lui») e Stefano Cugini («Tutti dicono che questa pratica fa acqua da ogni parte»). «Se c'è una pratica sbagliata non è colpa di questa amministrazione e neanche di quella precedente», ha ribattuto Tommaso Foti (Fdi) scagionando Putzu e puntando il dito sulla convenzione del 2012 (giunta Reggi-2). E a Trespidi che gli ricordava che il primo a parlare di procura sul caso Boat era stato lui, Foti ha così replicato: «Ho detto all'inizio che questa è una pratica tremendamente pasticciata dagli uffici, ma un assessore non ha il compito di controllare i dipendenti comunali».

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