Quella del centrodestra è sembrata più una difesa d'ufficio per respingere l'attacco dell'opposizione sul caso del locale Boat
La mozione di sfiducia è stata respinta
dalla maggioranza (e da Zanardi
del misto), ma che questo significhi
che l'assessore Filiberto
Putzu (Fi) stia in una botte di ferro
pare difficile sostenerlo. La difesa
arrivata dai suoi è servita sì a respingere
la richiesta di ritiro delle deleghe
(demanio, valorizzazione del
centro storico e del Po) avanzata da
Pd, Liberi e Piacenza Oltre sull'onda
del caso Boat, il locale da ballo
privato che ha aperto quest'estate
sull'argine e di cui il Comune ha disposto
anzitempo la chiusura per le
polemiche sulla regolarità dei permessi
con tanto di indagine della
magistratura; e tuttavia leggerci la
messa in archivio delle voci di rimpasto
di giunta che il sindaco Barbieri
avrebbe in animo non sarebbe
corretto. E' parsa più una difesa
d'ufficio quella mostrata dalla maggioranza
ieri in consiglio comunale,
doverosa per non far sembrare
che il rimpasto, che viene insistentemente
confermato dalle indiscrezioni
e con Putzu tra i due o tre assessori nel mirino, sia il frutto dell'incalzante
azione delle opposizioni.
Tolte poche eccezioni, come Michele
Giardino (Fi) che ha tessuto le lodi
dell'operato dell'assessore caldeggiandone
la permanenza al suo posto
(ma anche il capogruppo di Fdi,
Filippo Bertolini, gli ha riconosciuto
«competenza»), la linea del centrodestra
è stata quella di sminare
la vicenda Boat derubricandola a
«pratica pasticciata», «leggerezza
politico-amministrativa», «buccia
di banana», dunque non tale da giustificare
la sfiducia di nessuno, senza
però che sul futuro di Putzu siano
state spese troppe parole. «Non
sta a noi, casomai al sindaco togliere
le deleghe», ha detto il capogruppo
forzista Sergio Pecorara. «Putzu
è un bravo ragazzo che avrà commesso
delle ingenuità», ha fatto ecoAntonio Levoni (Liberali piacentini),
«poi il sindaco se a un certo punto
decide di cambiare delle persone
può farlo, come in passato è accaduto
in altre giunte ma senza mettere
alla gogna nessuno». E il capogruppo
della Lega Stefano Cavalli:
«Se dovesse mancare la fiducia del
sindaco verso Putzu, noi ne prendiamo
atto».
E se Sergio Dagnino (M5s) ha rinfacciato
all'amministrazione la
mancanza di secche smentite pubbliche
al rincorrersi delle indiscrezioni
di stampa sul "siluramento"
dell'assessore, è lecito dubitare che
gli abbiano dato soddisfazione le
parole della stessa Barbieri che pure
è intervenuta. Per dire che «mi pare
che lo sforzo di Putzu sia stato di
raccogliere tutti i pareri degli uffici
coinvolti e tutte le informazioni che
poteva dare le ha date».
Nel merito della polemica sul locale
del Lungopo, di cui è stata contestata
la regolarità delle autorizzazioni
nonché l'osservanza della convenzione
siglata a suo tempo (2012)
tra la Map e il Comune (nel mirino
il versamento di 10mila euro e l'installazione
di una pista da ballo), sono
entrate anzitutto Giorgia Buscarini
(Pd) e Massimo Trespidi (Liberi) nell'illustrare la mozione. «Questa
iniziativa non è avvenuta secondo
le regole amministrative che devono
valere per tutti», ha incalzato
il secondo rivelando che alla conferenza
dei servizi del 31 luglio, cinque
giorni dopo l'apertura di Boat,
l'assessore al commercio Paolo
Mancioppi disse: «Mettete a posto
le cose che non vanno bene». Per
arrivare al 28 agosto con il rapporto
della polizia municipale mandato
alla procura della Repubblica contenente «notizia di reato».
«Le irregolarità amministrative erano
documentate, non si fa finire una
manifestazione nata sulle irregolarità»,
è stato l'affondo di Trespidi a
cui ha dato man forte il Pd con Christian
Fiazza («Qui non è in discussione
la competenza di Putzu, ma
gli errori in un ambito la cui responsabilità
apicale è in capo a lui») e Stefano
Cugini («Tutti dicono che questa
pratica fa acqua da ogni parte»).
«Se c'è una pratica sbagliata non è colpa di questa amministrazione e
neanche di quella precedente», ha
ribattuto Tommaso Foti (Fdi) scagionando
Putzu e puntando il dito
sulla convenzione del 2012 (giunta
Reggi-2). E a Trespidi che gli ricordava
che il primo a parlare di procura
sul caso Boat era stato lui, Foti
ha così replicato: «Ho detto all'inizio
che questa è una pratica tremendamente
pasticciata dagli uffici, ma
un assessore non ha il compito di
controllare i dipendenti comunali».
Libertà