Rassegna Stampa

Rivi urbani, oggi in commissione la proposta della maggioranza

Data: 11/04/2019

Il testo chiede di «confermare la proprietà del Comune». Sono contrari tutti i pareri degli uffici

A chi appartengono i rivi urbani, al Comune o ai proprietari degli immobili sovrastanti? Approda oggi in commissione consiliare la proposta di delibera dei capigruppo della maggioranza che chiede di «confermare, sulla base degli atti e della tradizione secolare in essere, che la proprietà dei rivi urbani sottostanti la città, e già costituenti la rete fognaria cittadina, appartiene, nel loro sedime, al Comune». Tesi che incontra però una serie di contrarietà: tecnica, contabile, giuridica. Tutti gli uffici interessati hanno espresso parere negativo. «Non rientra tra le competenze del consiglio comunale l'accertamento di una proprietà immobiliare», scrive Dario Pietro Naddeo, dirigente dell'Urbanistica, che inoltre segnale che «risulta mancante il rilievo aggiornato dei rivi urbani, necessario anche per valutare i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, così come la loro effettiva funzione». A perorare la causa della proprietà comunale dei rivi urbani è da tempo Tommaso Foti (Fdi) che, non a caso, durante la recente maratona consiliare sul bilancio ha lamentato il mancato approdo della pratica all'esame delle aule consiliari. La sua battaglia per la proprietà comunale dei rivi, condivisa da Confedilizia, entra nel vivo nel 2016. In una seduta consiliare del giugno di quell'anno (in carica c'era la giunta Dosi), Foti aveva esortato a revocare la delibera di scioglimento del Consorzio dei rivi urbani del 1995. «Il fatto di non sapere chi deve pagare se si allagano cantine in centro storico non è cosa da poco», aveva puntato il dito contro l'amministrazione di allora: «Questo è un tema che è destinato a scoppiare, non è possibile che se uno acquista una casa non sappia che sotto passa un rivo di sua proprietà». E ancora: «Vorrei capire come si fa a sostenere che sotto la casa il rivo è privato e sotto il marciapiede è pubblico. È troppo comodo sperare che la gente dovendo fare delle cause per tutelare i propri diritti lasci perdere».

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