Rassegna Stampa

Scontro sul programma: 'Zero visione' 'No, concreto'

Data: 14/11/2017

La maggioranza approva le linee di mandato: «Ci sono punti realizzabili». Minoranza contro: «Mancano progetti per la città del futuro»

«Spot fermi alla campagna elettorale privi di contenuti, se non la smania di segnare la distanza dalla giunta Dosi con scelte di bandiera senza una minima visione di città». «La volontà consapevole e responsabile di dare seguito alle promesse elettorali, offrendo concretezza e non speranze irrealizzabili». E' stata netta la contrapposizione tra minoranze e maggioranza ieri in consiglio comunale dove erano in discussione le linee di mandato, il manifesto politico dell'amministrazione del sindaco Patrizia Barbieri. Il primo affondo, dopo l'illustrazione del sindaco, lo ha portato Massimo Trespidi (Liberi) parlando di «operazione ideologica» che guarda «nostalgicamente» all'indietro, agli anni '90, quando non c'era la penuria di risorse di adesso e la qualità della vita era più alta. «Vedo affermazioni di principio che non entrano nel merito», ha aggiunto Trespidi esemplificando con «il nuovo modello di welfare» di cui nelle linee di mandato non c'è traccia: «Mancano le idee per il rilancio della città», ha concluso spalleggiato dai compagni di gruppo Gloria Zanardi e Mauro Monti («Non rassegnarsi al piccolo cabotaggio»). «Avete scelto di dare alla gente quello che la gente vuole sentirsi dire», ha fatto eco Christian Fiazza (Pd), «è assente la progettazione di qualunque futuro, sembra il programma perfetto per un dormitorio pubblico dove è vietato anche sognare». Di «ritratto di Piacenza al massimo ribasso», ha parlato Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune), Giorgia Buscarini (Pd) ha criticato l'enfasi sul la piacentinità, Paolo Rizzi (Piacenza Più) non condivide «l'idea di Piacenza come città in declino, sono linee di mandato troppo generiche, minimaliste e attendiste». Secondo Giulia Piroli, «questa destra non è in grado di dare slancio alla città, preoccupata solo di distruggere quanto fatto dalla precedente giunta», Roberto Colla (Piacenza Più) ha esortato al «gioco di squadra». «Ci sarebbe piaciuto avere qualcosa di più concreto, la città si aspetta risposte su tante partite importanti», ha incalzato Sergio Dagnino (M5s) citando una serie di progetti in sospeso, dalla riqualificazione di piazza Cittadella al parco Pertite. E Andrea Pugni (M5s) ha chiamato il centrodestra alla sfida della «realizzazione di ciò che promette». La maggioranza si è schierata compatta a difesa del documento. «Attacchi che non hanno senso», ha ribattuto Lorella Cappucciati (Lega), «è un programma di governo concreto e sincero», ha aggiunto Filippo Bertolini (Fdi). Idem Sergio Pecorara e Francesco Rabboni (Fi) e Stefano Cavalli (Lega) ha esaltato la scelta di «parsimonia di una giunta che non vuole sperperare denaro pubblico, non si vuole smantellare niente, ma migliorare imprimendo una nuova linea politica». Sulla polemica di questi giorni intorno a Spazio 4 sono intervenuti Davide Garilli (Lega) e Antonio Levoni (Liberali pc) che, nell'anticipare la bozza del nuovo bando di gestione del centro giovanile di cui ha detto di avere preso visione, ha rivendicato il diritto di «metterci dentro quello che vogliamo noi». «Accettate il risultato elettorale», ha replicato all'opposizione Tommaso Foti (Fdi) che ha respinto le critiche sui progetti lasciati in stan by: il piano di riqualificazione dell'ex Acna paga le scelte «disastrose» del passato, il nuovo ospedale «non si può fare nella Pertite né alla caserma Lusignani che è troppo stretta. Il punto è «adesso c'è un Comune che si preoccupa dei soldi veri e non dei palazzinari che vengono a raccontare balle». Replica dell'ex assessore Stefano Cugini (Pd): «Sul tavolo ci sono 45 milioni di euro di progetti lasciati dalla giunta Dosi.

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