Rassegna Stampa

Supermarket, niente filtro politico per le superfici fino a 800 metri

Data: 29/05/2019

Gli uffici recuperano l'osservazione di Foti (ritirata) ma riducendo il limite sotto cui viene meno il vaglio consiliare votato a settembre

E' stata abbassata a 800 metri quadrati l'asticella degli insediamenti commerciali esonerati dal vaglio politico del consiglio comunale, e solo se si tratta di recupero di immobili esistenti con cambio d'uso, perché in caso di «interventi integrali di nuova costruzione» il filtro dell'aula rimane. E' degli uffici comunali all'urbanistica la firma sull'osservazione al Rue (Regolamento urbanistico edilizio) che prende in qualche modo l'eredità di quella che Tommaso Foti aveva presentato nei mesi scorsi e poi in ultimo ritirato a seguito della pubblicazione del suo contenuto (v. "Libertà" del 22 maggio scorso), ritiro motivato con la volontà di «evitare interessate e basse speculazioni», aveva spiegato il leader di Fdi (v. "Libertà" del 23 maggio) dandone notizia per iscritto alla commissione Territorio il giorno stesso in cui la pratica urbanistica ha iniziato il suo iter consiliare. L'osservazione di Foti chiedeva di esentare dal vaglio del Consiglio gli insediamenti di supermercati da 250 a 1.500 metri quadrati, proposta che avrebbe annullato una prescrizione - il passaggio in aula di tutti i progetti di market sopra i 250 metri - inserita lo scorso settembre nel Rue dalla maggioranza sull'onda delle polemiche, anche nel centrodestra, per i nuovi insediamenti commerciali in arrivo o in discussione, a partire dal piano di riqualificazione del consorzio agrario Terrepadane. Dopo il ritiro di quella di Foti, «l'ufficio ha ritenuto di fare un'osservazione tecnica per rendere attuabile la moratoria commerciale fatta a settembre e venire effettivamente in Consiglio con i nuovi progetti commerciali», ha spiegato l'assessore all'urbanistica Erika Opizzi prendendosela, in riferimento alla proposta ritirata, con quelle che ha definito «speculazioni giornalistiche a tre giorni dalle elezioni». E' stato Massimo Trespidi (Liberi) a ricordare alla commissione e all'assessore le motivazioni che accompagnavano l'osservazione di Foti, in primis il «ridimensionamento delle previsioni di sviluppo commerciale in generale» e l'opportunità di valorizzare «il commercio con medio-piccole strutture aventi superfici di vendita comprese fra i 251 e i 1.500 metri quadrati rendendo in tal modo più competitivo il territorio e maggiormente accessibile l'offerta commerciale». Le si esoneri, dunque dal passaggio consiliare che ne «penalizza in modo significativo l'insediamento», era la conclusione che segnava un rilevante cambio di rotta rispetto all'enfasi sulla moratoria commerciale a difesa del piccolo commercio posta dalla maggioranza con il voto di otto mesi prima. «Non abbiamo cambiato linea, si è tenuto conto delle difficoltà operative incontrate nella pratica quotidiana», ha assicurato il centrodestra con i forzisti Sergio Pecorara e Francesco Rabboni, con Lorella Cappucciati (Lega) e con Giancarlo Migli e Nicola Domeneghetti (entrambi di Fdi). Difficoltà che Gianpaolo Ultori (Liberali piacentini), con il conforto dei dirigenti comunali Enrico Rossi (edilizia) e Pietro Naddeo (urbanistica), ha esemplificato così: «Se un imprenditore vuole ampliare da 250 a 300 metri quadrati la sua attività dovrebbe essere autorizzato dal Consiglio, ma così ingolferemmo l'aula di pratiche minori per le quali basta invece la competenza degli uffici». «Il limite di 800 metri significa non andare a impattare sui negozi di vicinato», si è detta convinta Opizzi. «Mi piace l'idea della correzione di rotta», ha osservato Michele Giardino (gruppo misto) definendo «un reato preterintenzionale» l'eccesso di filtro politico dai 250 metri in su votato in settembre «sull'onda emozionale che c'era a quel tempo». «Non voleva votarla a settembre quella previsione perché contraria ai principi liberali», ha fatto mea culpa Antonio Levoni (Liberali piacentini) per «l'errore» di otto mesi fa. A suo avviso, «il consiglio comunale non dovrebbe essere investito di progetti commerciali» che è compito della pianificazione urbanistica generale programmare. Una linea che cercherà di tradurre in un emendamento al Rue da presentare nei prossimi giorni quando la pratica arriverà in aula. Posizione isolata nella maggioranza, quella di Levoni, che difatti si è astenuto, mentre il resto del centrodestra ha votato a favore. Non hanno partecipato al voto le opposizioni che hanno incalzato sulla retromarcia sia rispetto allo «slogan "basta supermercati"» di otto mesi fa «buono solo per la propaganda» sia per l'osservazione di Foti. «Un dietrofront che ha dell'incredibile», ha polemizzato Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune). 

Libertà 

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl