Rassegna Stampa

Tassa rifiuti: a Piacenza sale, a Parma e' discesa

Data: 08/08/2017

Lo studio della Uil sul quadriennio 2014-2017. Da noi +8,5 per cento, nella cugina ducale -3,1 per cento. Colpa di chi "evade"?

Rieccoci alle prese con "maleodoranti" statistiche, che però qualcosa ci dicono, se non altro spronandoci verso un miglioramento nella gestione dei rifiuti urbani che ci vede in leggero svantaggio rispetto, ad esempio, a Parma. Uno studio nazionale della Uil (servizio politiche territoriali) recentemente pubblicato sul sito, fotografa la situazione di tutte le città italiane in ordine alla Tari, la tassa rifiuti che, nel volgere del quadriennio 2014-2017, quindi a partire dal la sua istituzione, è aumentata mediamente nel Bel Paese dell'1,1 per cento. A Piacenza questo incremento è invece pari all'8,5 per cento, mentre a Parma si è avuta una diminuzione: -3,1 per cento. Il confronto viene effettuato sul campione di una famiglia di quattro persone che viva in un appartamento di 80 metri quadrati, con un reddito Isee di 17.812 euro. A Piacenza - secondo la Uil - nel 2014 questa famiglia versava 252,15 euro, l'anno successivo la tassa restava invariata, nel 2016 saliva a 274,05 euro, per poi conoscere quest'anno una leggera flessione a 273,55 euro. Nella vicina Parma il percorso è inverso, dai 272 euro del 2014 la famiglia-campione ha risparmiato quasi dieci euro, infatti nel 2017 la Tari si ferma a 263,45 euro. Spiccioli, ma è il trend che funziona. Va detto che, nel frattempo, la cugina ducale ha visto entrare in funzione il suo (pur controverso) inceneritore, Piacenza, come più volte sottolineato nel corso della passata amministrazione, ha sulle spalle una forte evasione dei tributi. Nel febbraio di quest'anno si contava - dopo una stringente campagna di accertamenti e l'invio di 27 mila ingiunzioni di pagamento sulle tasse locali - un "buco" di 8,5 milioni di omessi versamenti comprensivi degli ultimi cinque anni fino al 2015, ma proprio per la Tari mancavano all'appello gli accertamenti dal 2014 in poi. A marzo l'amministrazione Dosi ha varato il nuovo regolamento per la Tari, con la pressante richiesta che Atersir, l'agenzia regionale per i servizi idrici e dei rifiuti, proceda con urgenza a un nuovo bando sul la gestione del servizio di raccolta di rifiuti solido-urbani. Per quest'anno la Tari non aumenterà sia per le famiglie che per le imprese, nonostante l'aumento dei costi di alcuni servizi. Peraltro l'allora minoranza (che oggi governa la città), nel criticare l'agenzia (Foti, Fdi), rimarcava il fenomeno dell'aumento dei rifiuti prodotti. E a quanto pare, per mantenere invariato l'attuale livello tariffario, si riteneva fondamentale potenziare in maniera sensibile la raccolta differenziata in una città ferma al 56 per cento. Resta da verificare quali scelte saranno fatte oggi. Al momento l'amministrazione entrante ha altre grane a cui pensare, ma sullo sfondo resta vivo il tema di come governare e potenziare la raccolta specie in centro storico, di come contenerne i costi. Per curiosità, c'è chi sta molto peggio di noi, non parliamo di Agrigento (473 euro, tariffa più alta), ma di Reggio Emilia (che con Parma e Piacenza condivide la gestione Iren) dove la famiglia-tipo paga oggi 315 euro (+9,7 per cento in quattro anni), mentre vanno decisamente meglio Cremona, passata in quattro anni da 238 euro agli attuali 204 (-14,41) e Lodi, a quota 259 euro. Una buona raccolta, anche per il portafoglio famigliare.

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TommasoFoti
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