Rassegna Stampa

'Cattedre vacanti e non si stabilizzano i docenti precari'

Data: 10/06/2021

La protesta dei sindacati che hanno consegnato un documento alla prefetta: «Nel decreto sostegni non vediamo sostegni»

«Nel decreto sostegni non vediamo i sostegni». I sindacati della scuola usano un paradosso per fare comprendere le ricadute che le scelte del governo avranno a loro avviso sulle vite di tanti insegnanti. Per questo insistono affinché siano accolte le modifiche da loro proposte. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil e Snals Piacenza hanno manifestato ieri davanti alla Prefettura e consegnato alla prefetta Daniela Lupo un documento da recapitare al Miur, nel quale sono indicati i punti critici riguardanti il mondo della scuola contenuti nel decreto legge 73/2021, detto Sostegni bis. Quest'ultimo, affermano, ha cancellato gli impegni assunti dal ministro dell'istruzione solo pochi giorni prima con il Patto per la Scuola. La manifestazione, avvenuta in tutte le città italiane, è stata preceduta da una tavola rotonda con alcuni politici piacentini. «Paola De Micheli e Tommaso Foti - dice Giovanni Zavattoni (Flc Cgil) - hanno in mano gli emendamenti da noi proposti per farsene portavoce nella discussione durante la Commissione sul Decreto Sostegni bis». In primo luogo all'attenzione è portato l'annoso problema del precaria to. «Non è prevista la copertura delle tante cattedre vacanti che vi saranno il prossimo anno - dice Zavattoni - è addirittura inserita la clausola anticostituzionale che, riferendosi al concorso ordinario, vieta di ritentare il successivo concorso in caso di bocciatura. Inoltre saranno assunti solo i docenti inseriti nelle graduatorie provinciali di prima fascia, coloro che hanno avuto la possibilità di abilitarsi in questi anni, mentre non è prevista una procedura di reclutamento per stabilizzare i precari storici, che sono nella seconda fascia delle graduatorie provinciali, cosa fra l'altro prevista nel Patto con il ministero. In sintesi, a settembre avremo le solite cattedre scoperte. Eppure la stabilizzazione dei docenti sarebbe un risparmio per la spesa pubblica». «Nell'ultimo concorso straordinario - aggiunge Daniela Fuochi (Snals) - in cui ogni prova era legata al codice fiscale dell'insegnante, si sono verificati gravi errori. Alcuni docenti hanno ottenuto giudizi che corrispondevano a elaborati di altre persone». Altri nodi del contendere, che emergono dalle parole di Simona Follini (Cisl scuola) e Giovanna De Fusco (Uil), sono «l'invasione normativa in una materia contrattuale come la mobilità» e il fatto che «dal primo settembre le attività di recupero non verranno pagate perché considerate come attività didattica». Davanti alla prefettura erano presenti anche alcuni insegnanti. Uno era Stefano Guadagnini, 31 anni, docente di Francese, che il concorso lo ha fatto e superato. «Ma non ho idea - dice - di come proseguirà l'abilitazione all'insegnamento». Nel mirino ci sono i cambi in corsa. «Si è bandito un concorso per 4 posti e ora ce n'è uno solo disponibile in tutta la provincia». Federica Marconi, 43 anni, insegnante di Lettere, è invece precaria da più di 15 anni e non ha superato il concorso straordinario. «Mi ero iscritta a quello e allo straordinario abilitante perché avendo una famiglia non ero in grado di preparare l'ordinario, che ha 4 prove. Hanno però cambiato le carte in tavola complicando il concorso straordinario, rendendolo di fatto come l'ordinario». Ma non è finita. «Adesso hanno semplificato l'ordinario, ma io non mi sono iscritta e neppure mi è data la possibilità di farlo ora». I nodi da sciogliere sono tanti, fra cui il mancato accenno delle proroghe dell'organico straordinario (cosiddetto Covid). Ecco perché, chiudono i sindacati: «Non escludiamo nuove mobilitazioni all'inizio anno scolastico».

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