Bilancio di metà mandato di Foti (Fdi) che attacca sui ristori : «Una presa in giro»
Afferma deciso che «non si
può perseverare con la politica dei
bonus» perché «prima o poi le risorse si esauriscono». Per questo
esorta il governo a cambiare linea
e a «mettere in condizione le persone di lavorare». Baristi, ristoratori o titolari di palestre in primis:
«Anche con regole rigide, ma è
molto meglio consentirgli di aprire». Diversamente il rischio «concretissimo» è «che dopo la pandemia sanitaria ci troviamo ad affrontare anche quella economica».
E' il parere del deputato piacentino di Fratelli d'Italia, Tommaso
Foti, che ieri ha commentato l'intricato quadro politico attuale su
cui pesano gli effetti del Covid.
L'occasione è il bilancio di metà
mandato della sua attività di parlamentare. «Ritengo doveroso
che gli elettori conoscano quello
che ha fatto un eletto del proprio
territorio» precisa. A Montecitorio Foti occupa gli incarichi di vicepresidente vicario del gruppo
Fratelli d'Italia, segretario della
commissione d'inchiesta sul sistema bancario, capogruppo
Commissione VIII Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici e componente della giunta per il Regolamento. Ha partecipato al 95,98%
delle votazioni (6932 su 7222). A
livello di atti di controllo ha presentato 109 interrogazioni a risposta scritta, 3 a risposta orale, un'interpellanza. A livello di atti d'indirizzo ha presentato 40 ordini del
giorno (di cui 24 accolti, 9 trasformati in raccomandazioni, 5 respinti e 2 non ammessi). E' stato
autore, come primo firmatario, di
tre proposte di legge, di cui due
passate (una è quella sull'obbligo
dei seggiolini anti-abbandono) e
una attualmente in discussione.
E come cofirmatario di 115 proposte di legge. Infine è stato autore di 173 interventi in assemblea
e 106 in commissione.
Una legislatura particolarmente
impegnativa, quest'ultima, anche per un deputato di lungo corso
come lui. L'emergenza Covid sta
costringendo la politica a misurarsi con nuove sfide. E secondo
Foti, il governo Conte «le sta perdendo». A partire dalla partita dei
ristori per le imprese costrette a
lunghi lockdown. «I ristori di mille o duemila euro sono una presa
in giro. Con quelle cifre non riescono a pagare nemmeno le
utenze. Gli imprenditori si dovrebbero risarcire, non ristorare.
E' la dimostrazione che questo
esecutivo non conosce il nostro
tessuto economico». Pronta un'alternativa? «Noi apparteniamo alla coalizione di centrodestra.
Conte venga in aula e verifichi se
ha i numeri. Se non li ha meglio
tornare subito alle urne che galleggiare altri sei mesi».
Libertà