FOTI E MURELLI: «FORSE QUI SI SONO FATTI DEGLI ERRORI E' GIUSTO CHE SI INDAGHI»
Una commissione d'inchiesta, o quanto meno un'indagine
conoscitiva avviata dalla Commissione Sanità, per far luce sulla gestione dell'emergenza Coronavirus e sul numero spropositato di vittime a Piacenza. Tra i parlamentari piacentini l'idea circola da qualche tempo e a breve potrebbe essere concretizzata.
«Nessuna intenzione di fare processi alle intenzioni in questo
momento delicato in cui la priorità è curare i malati» osservano
Tommaso Foti ed Elena Murelli.
Però «è chiaro che un'analisi seria su quanto accaduto a Piacenza andrà fatta». I due deputati sono al lavoro per gettare le basi per
una richiesta coordinata al Parlamento (sottoforma di progetto
di legge). Un po' sulla scia di
quanto già annunciato qualche
giorno fa in Aula dalla collega di
Italia Viva Maria Elena Boschi per
Bergamo. Foti chiarisce che alle
persone colpite da lutti «dobbiamo assicurare fin da adesso che
avranno la possibilità di vedere
accertate - se vi sono - le responsabilità politiche. Credo che ci sarà un giorno in cui questo Parlamento, anche con una commissione d'inchiesta, dovrà verificare cosa è accaduto. Noi ci siamo.
Se vi sono stati degli errori, cerchiamo di evitare di ripeterli».
Quali? «Beh, è vero che Piacenza
è molto vicina a quell'area del
basso lodigiano ritenuto il centro
dell'epidemia, ma il numero di
decessi qui da noi è impressionante».
Ad oggi il numero ufficiale di vittime fornito dalla Regione e
dall'Ausl è di 568, ma senza una
politica capillare di tamponi e
con tanti piacentini ricoverati
nelle terapie intensive di altri
ospedali, quella rischia di essere
una cifra ampiamente sottostimata. «Bisogna capire se ci sia
stata una sottovalutazione iniziale dell'epidemia e verificare se siano stati assunti tutti i provvedimenti per limitare il contagio.
Perché mi sembra evidente che non abbiamo brillato per ristrettezza delle misure» dice. Altro
fronte che bisognerà indagare è
appunto quello dei tamponi. «Va
detto che se non c'è una sufficiente capacità di processarli l'esito
dei tamponi arriva in tempi non
adeguati. E' anche vero che se lo
fai solo quando uno è prossimo
al ricovero, non si riesce ad andare a individuare tutta la platea di
possibili contagiati, a partire da
queli paucisintomatici e asintomatici». C'è poi un fronte tutto regionale: «Al di là degli indirizzi sanitari nazionali, va verificato se a
livello regionale esisteva un piano anti-pandemia». Sulla stessa
lunghezza d'onda anche Elena
Murelli. «Stiamo approfondendo
la questione per capire quale sia
la strada migliore, se la commissione d'inchiesta o l'indagine conoscitiva - osserva la leghista - mi
sto coordinando con il gruppo
Lega e con il collega Foti per
un'iniziativa comune. Come ha
dimostrato anche la trasmissione Report ci sono aspetti di questa emergenza che vanno chiariti».
Libertà