ALESSANDRO GHETTI /COORDINATORE ANBI EMILIA ROMAGNA
DOPO VERIFICHE TECNICHE LA REGIONE HA
COMUNICATO AI CONSORZI EMILIANI CHE
NON VI SONO LE CONDIZIONI NECESSARIE
Il voto in Italia – sappiamo – è un
diritto, sancito dall'articolo 48 della
Costituzione. Tra le tante elezioni a
cui i cittadini sono chiamati a partecipare, anche quelle del Consorzio
di Bonifica, per le quali hanno diritto al voto tutti coloro che pagano la
contribuzione (sia che siano proprietari di immobili in contesti urbani o agricoltori per i quali la contribuzione è differente). Come tutte
le elezioni anche quelle del Consorzio, previste alla fine dell'anno, devono perciò garantire agli elettori gli
elementi costituzionali che riguardano l'unicità, la sicurezza e la segretezza del voto.
Proprio in questo contesto di norme,
si inserisce la controversa vicenda
del voto telematico - approdata nei
giorni scorsi nei palazzi romani della politica a seguito di un'interrogazione di Tommaso Foti (Fratelli d'Italia) - richiesto già da tempo da Confedilizia e Liberali e considerato invece non possibile dalla Regione, che
lo ha definitivamente rimandato a
data futura), a causa di inadeguatezze tecniche, con una lettera dello
scorso 4 agosto (inviata ad Anbi - Associazione nazionale bonifiche italiane e poi diffusa a tutti i Consorzi).
Una voce competente in merito è
quella dell'avvocato Alessandro
Ghetti, coordinatore Anbi Emilia Romagna, al quale abbiamo chiesto il
punto della situazione e spiegare da
dove "arriva" la questione del voto
telematico. «La possibilità di introdurre la modalità telematica di voto
- spiega - è stata introdotta dalla legge 5 del 2010, che è come noto, la legge portante del riordino dei Consorzi di Bonifica. Infatti anche gli Statuti dei Consorzi, che riprendono lo
Statuto tipo approvato dalla Regione, prevedono (tra cui il nostro all'articolo 18 comma 8) questa possibilità, specificando che "L'esercizio del
voto in forma telematica deve garantire l'unicità del voto, la sicurezza della provenienza, la segretezza e la non
modificabilità dello stesso"».
Sul tema sono state fatte già diverse interrogazioni a vari livelli. Quali
sono stati i pronunciamenti in merito?
«Sono state date diverse risposte a
richieste e interrogazioni. In particolare lo scorso 4 agosto la Regione
ha mandato una lettera ad Anbi che
ha poi provveduto a diffonderla a tutti i Consorzi, in cui si spiegava che,
avendo effettuato una verifica tecnica (cosa che era già stata fatta lo scorso anno), si è verificato che attualmente non sussistono le necessarie
condizioni di sicurezza per il voto telematico, che quindi deve essere rimandato e non potrà svolgersi per le
elezioni 2020».
Anche il Consiglio di Stato si è espresso in merito?
«Il Consiglio di Stato ha emesso in
merito una sentenza, in seguito ad
un ricorso al Tar dell'Emilia Romagna che si è appellato al Consiglio di
Stato».
In questa occasione è anche stata
chiarita la questione del regolamento specifico che i Consorzi avrebbero
dovuto promulgare in merito al voto
telematico?
«Lo Statuto tipo e poi gli statuti dei
Consorzi, recitano "Con specifico regolamento consortile approvato dalla Regione, da adottare entro due anni dall'entrata in vigore del presente
statuto, sono disciplinate le modalità di esercizio del diritto di voto in
forma telematica e le operazioni relative alle verifiche e allo scrutinio
dei voti così espressi". Tuttavia il Consiglio si stato ha chiarito che si tratta
di un termine ordinatorio e non perentorio, ossia che prevede che vi siano le condizioni. In sintesi, in sostanza possiamo dire che la giurisprudenza conferma che il voto telematico si farà, ma che per ora non ci sono le condizioni».
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